Delitto, Castigo e noi1 min read

27 Novembre 2013 Cultura -

Delitto, Castigo e noi1 min read

Reading Time: 2 minutes
delittoecastigo
@Emanuele – Zac MC

Perché leggere oggi le oltre 600 pagine di Delitto e castigo? Perché è tante cose diverse.

È un giallo lungo e tortuoso in cui, certo, l’assassino si svela subito, ma la suspense consiste nel continuo rinvio del momento in cui Raskol’nikov confesserà. La descrizione dei due delitti è assolutamente filmica, modernissima: tu lettore sei letteralmente dentro l’azione.

È un match filosofico, in cui si scontrano teorie diverse e universali (per la cronaca, vince la squadra del Vangelo; ma non è la cosa più importante), ma soprattutto si scontrano le varie componenti della nostra psiche imperfetta.

È un training per chi tergiversa nel fare una cosa: tutta la seconda parte del libro, infatti, è occupata dai tentennamenti del protagonista: ”confesso o non confesso?”.

È una storia d’amore, tra R. e la mite, dolce prostituta Sonja. E di pazienza: i due si dichiarano a pag. 618.

È un viaggio a San Pietroburgo. Dopo la lettura, vi verrà voglia di passeggiare lungo la Neva, di ammirare il magnifico Palazzo d’Inverno, di entrare in una bettola fumosa per una vodka.

Ma soprattutto, è una storia.
Una storia talora macchinosa, con molti dialoghi come fiumi larghi e tetri, che portano tonnellate di detriti a ostacolare il proprio corso.

Una storia brulicante che ci mostra un formicaio d’uomini mai fermi, mai arrivati, che dibattono inquieti le loro idee e vi impastano le loro vite mosse e cangianti. In un’epoca stravolta, velocissima, senza certezze. E in una metropoli a più piani, stratificata, percorsa da mille energie diverse.

Non vi ricorda la nostra realtà?

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Aspirante antropologo, vive da sempre in habitat lagunar-fluviale veneto, per la precisione svolazza tra Laguna di Venezia, Sile e Piave. Decisamente glocal, ama lo stivale tutto (calzini fetidi inclusi), e prova a starci dietro, spesso in bici. Così dopo frivole escursioni nella giurisprudenza e nel non profit, ha deciso che è giunta seriamente l'ora di mettere la testa a posto e scrivere su tutto quello che gli piace.
13 Commenti
  1. Cristina

    Certi libri non si dimenticano mai!

    • Pier

      Come diceva Calvino, i classici sono quei libri che non finiscono mai di dirci quello che devono dirci, e questo li rende sempre attuali, sempre nuovi.

  2. Fabio Colombo

    urca! me ne hai messo davvero voglia!

    • Pier

      Wow Fabio, obiettivo raggiunto allora ;)

      • Fabio Colombo

        sì, più che altro a me piace utilizzare i libri per immaginare di viete un luogo. recentemente mi è successo con Gerusalemme, Barcellona, Lisbona. ripeterei volentieri l'esercizio con San Pietroburgo...

  3. Carla

    Nel periodo in cui mi interessavo alla letteratura russa e lessi Delitto e castigo di Dostoevski ricordo che ne rimasi colpita, stravolta. Una società ostile, i rapporti con la famiglia allentati od addirittura inesistenti e il mancato interesse verso gli altri aveva determinato una vita frenetica e squallida. E alla domanda rivolta al lettore, alla fine di questo articolo, potrei rispondere che purtroppo anche la vita che viviamo oggi, per certe situazioni analoghe, ci sgomenta, ci stravolge.

  4. Pier

    Difatti è per questo che torna utile (ri)leggerlo. E' vero che la risposta di D. è in un certo senso, prende una certa direzione - l'adesione al messaggio cristiano - ma le idee, le pulsioni, gli errori anche che si agitano nel romanzo(ne) sono piuttosto universali.

  5. Ste

    Feci un esame all’università di letteratura russa su Raskol’nikov e lo lessi talmente velocemente che non so dirti quanto è durato ma sicuramente è stato poco. Mi aveva coinvolta. Il dilemma di Raskolinkov è il bene o male, morale sociale o ragione, ed è il dilemma dell uomo. Anzi dell uomo a cui tutto e permesso per la sua realizzazione personale. Azione riprorevole ma con profitto o vita di remissioni ma nella grazia sociale e divina? Il fatto che il protagonista non riesca a vivere con le conseguenze delle sue azioni è totalmente umano. Dostoevskij è attuale xkè racconta delle vicende possibili pensiamo a quello ke è accaduto alle ragazze giovanissime che hanno deciso di prostituirsi per avere soldi x comprare cellulari o altre cose in più. In fondo hanno scelto.di agire razionalmente, credi. Dostoevskij era pur sempre un giornalista se non sbaglio. Lui prende sul serio le paturnie di Raskolnikov e le descrive minuziosamente. Sono le iniquità che fanno impazzire i personaggi di Dost. Ci sono molte interpretazioni (Malcovati o Cantoni) interessanti.

    • Pier

      Già, le interpretazioni sono tante quanto i lettori! ed è questo il bello...quello che conta, a mio parere, non è tanto l'approdo alla redenzione di Raskol'nikov, quanto il suo sofferto cammino interiore.E' qui che diventa veramente universale, senza tempo.

  6. Ste

    Scusate era un ’credo’ e non credi come ho.scritto nel commento.

  7. Lorenzo

    La trama non è che un pretesto che consente a D. di affrontare temi universali e poichè lo fa in modo straordinariamente diretto e lucido si astrae totalmente dalla contestualizzazione nella società del suo tempo (quella sì assai lontana dall'attuale nostra società) proprio perchè quest'ultima non è che uno sfondo diafano e scolorito nello svolgersi dell'opera sicuramente più vicina a Platone che a Gogol. E ciò che più stupisce che ha tutta l'aria di averlo fatto consciamente. Un genio?

  8. Pier

    La società che il romanzo dipinge è al tempo stessa concretissima e generica. Noi percepiamo chiaramente il caldo di luglio, il tanfo dell'aria, le bettole bisunte, le mansarde opprimenti, le notti misteriose sulla Neva...e nel contempo siamo ovunque e sempre. Un genio, sì.

  9. Ste

    Un genio! vi suggerisco anche Memorie dal Sottosuolo o Le Notti Bianche...veloci oltre ke geniali :-)

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