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David Bowie Is… il rock in mostra a Parigi

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È  quantomeno insolito celebrare un artista ancora in vita. Molto più facile – e ruffiano – farlo post mortem, quando la retorica nostalgico-emozionale è forte, quando la possibilità di lucrare sul Celebre Defunto è elevata e quando radio, web, TV e stampa riempiono i loro spazi con photogallery, coccodrilli e ricordi commossi che salutano “il più grande” o “la più brava”, secondo l’antica regola “se ne vanno sempre i migliori…” (regola alla quale io stesso non mi sono sottratto).

Anche per questo motivo la mostra ospitata alla Philharmonie di Parigi e dedicata alla fantastica avventura musicale-artistica-intellettuale di David Bowie è un esperimento innovativo e ottimamente riuscito. Originariamente allestita al Victoria & Albert Museum di Londra nel 2013, l’esposizione David Bowie Is ha già deliziato Berlino (2014) e Chicago (2014) e, in attesa di raggiungere Melbourne, è a Parigi fino al 31 maggio 2015 nella modernissima struttura della Philharmonie, zona Parc de la Villette.

Non occorre snocciolare i dati degli ingressi alla mostra per comprenderne il successo e il sapore di “evento”, come del resto è “evento” quasi tutto ciò che ruota attorno al Duca Bianco, da qualche anno a questa parte. Abbandonati per sempre (?) i concerti, rarissime le interviste, le apparizioni e le foto, Bowie, nel panorama attuale dell’iper-presenza delle star sul web, dei selfie invadenti, delle dichiarazioni non richieste e dei cinguettii su ogni argomento, appare come un’entità astratta, intangibile, avvolta da aloni di mistero e riservatezza, silenziosa e pure un po’ snob e sofisticata.

David Bowie Is Parigi: la mostra

Paradossalmente la mostra, nel celebrare i suoi vistosi abiti di scena, i suoi manoscritti, i suoi disegni, lo umanizza. Rende cioè la rockstar tangibile e comprensibile, svelandone parti del carattere sconosciute ai più, immagini inedite e aneddoti bizzarri.

Una cosa, più di altre, mi ha colpito mentre giravo per le affollatissime sale della Philharmonie (a proposito: consiglio l’acquisto online del biglietto): David Bowie è un professionista rigoroso, culturalmente preparato e con una profonda etica del lavoro. Ha costruito con attenzione e impegno piccoli mondi all’interno di ogni singolo disco, per fare immergere il suo pubblico in un contesto denso, particolareggiato, unico.

Ascoltare David Bowie significa domandarsi costantemente qualcosa, fantasticare sulle immagini evocate dai suoi versi. Significa chiedersi perché Major Tom sia diventato un tossico, perché Ziggy sapesse suonare così divinamente la chitarra e perché il Sottile Duca Bianco lanciasse dardi negli occhi degli innamorati. È uno stimolo continuo, un viaggio musicale, letterario e teatrale attraverso Wilde e Brecht, Nietzsche e Brel, Buster Keaton e Andy Warhol.

Contrariamente al luogo comune secondo il quale gli artisti se la spassano, guadagnano e sperperano con estrema facilità, la mostra fa emergere con sapienza e senza enfasi l’abnegazione dell’uomo Bowie nel cercare costantemente nuove soluzioni sceniche, nuovi stili musicali, nuovi riferimenti storici e letterari, nuovi personaggi da incarnare e da dare in pasto a un pubblico – il suo – particolarmente esigente e assetato di provocazioni.

Ecco allora le sale allestite seguendo non solo le diverse “arti” esplorate dalla rockstar inglese (il cinema, la pittura, il mimo) ma anche i differenti alter ego con cui Bowie si è identificato dagli anni sessanta a oggi, costruendo per ciascuno di essi un’intelaiatura musicale, poetica, aneddotica e scenografica che riflettesse i suoi tormenti, i suoi dubbi, le sue passioni del momento.

David Bowie Is Parigi: il percorso

David Bowie Is… è quindi una domanda aperta, una frase che ciascun visitatore può completare attingendo alla propria esperienza “bowiana” preferita: è un artista, è un musicista, è un attore, è un trasformista, è un modello, è un mimo.
Dal sognante David Jones della periferia londinese al Major Tom fluttuante nello spazio, dal variopinto alieno Ziggy Stardust che strega milioni di fan e lo rende davvero un’icona pop a Aladdin Sane, fragile e asessuato personaggio entrato per sempre nell’immaginario collettivo grazie agli scatti di Brian Duffy. Dall’elegante crooner di “Young Americans” al Thin White Duke emaciato e cocainomane di “Station to Station”, stile impeccabile e sguardo algido, quasi un completo rovesciamento rispetto ai colori e alle stravaganze del glam rock.

La musica accompagna il visitatore lungo tutto il percorso e, grazie al connubio con i manoscritti delle canzoni, le fotografie e i collage di video, concerti e interviste, rende possibile al visitatore comprenderne l’evoluzione stilistica, melodica e strumentale. Il percorso conduce quindi al famoso “periodo berlinese” in cui la musica di David Bowie subisce profondi cambiamenti: la collaborazione con Brian Eno ridona smalto all’artista, che a nemmeno trent’anni sembrava già perso nelle spirali autodistruttive del rock. La trilogia prodotta nella Berlino del 1976-77 è un’angosciante introspezione e esplorazione elettronica in cui, smessi i panni dell’alieno, Bowie ritrova se stesso. “Heroes” è forse il lascito più famoso partorito nel suo rifugio berlinese, ma i tre album registrati all’ombra del Muro sono tutti costellati da pezzi affascinanti e memorabili.

David Bowie Is non si ferma qui, ma va oltre. Ci racconta come prosegue la sua carriera, tra alti e bassi negli anni ottanta e novanta, fino all’ultima – per ora – tappa, “The Next Day” del 2013. E dopo essere usciti da questa “bolla” bowiana, immersi nella sua musica e nelle sue creazioni, viene spontaneo domandarsi se il Duca Bianco abbia visitato la mostra, magari camuffato nella maniera a lui più congeniale, e quali sensazioni abbia provato nel vedere se stesso raccontato e svelato. Di certo non imbarazzo né stupore, considerata la dimestichezza con le scene. Forse un po’ di orgoglio. L’orgoglio di chi parte dalla periferia e arriva alle vette più alte dello show business seguendo la stessa linea maestra per tutta la vita: condividere e offrire al pubblico i propri cambiamenti, i propri incubi e i propri sogni, interpretando lo spirito del tempo o, alle volte, anticipandolo.https://www.youtube.com/watch?v=EbEwRsvhD1E

David Bowie Parigi Quando:
3 marzo – 31 maggio 2015
David Bowie Parigi Dove:
Philharmonie de Paris – 221, avenue Jean-Jaurès 75019
David Bowie Parigi Orari:
Martedì: 12 am – 6pm
Mercoledì e giovedì: 12 pm – 8 pm
Durante le vacanze scolastiche primaverili (21 aprile – 3 maggio): 10 am – 8 pm
Venerdì e sabato: 10 am – 10 pm
Domenica: 10 am – 8 pm
Lo spazio espositivo rimarrà chiuso lunedì e il 1° maggio.

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