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Come sarà il futuro governo a 5 Stelle

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A rimirar le stelle. Con l’Italicum Matteo Renzi potrebbe aver fatto un grosso regalo al Movimento 5 Stelle. Nonostante i guai dei sindaci Nogarin e Pizzarotti i candidati penta stellati sono ben quotati da tutti i sondaggi per le prossime amministrative e non è un mistero che Virginia Raggi e Chiara Appendino, candidate a sindaco rispettivamente a Roma e Torino, si sentano già proiettate al ballottaggio. Se così dovesse accadere, o se addirittura dovessero giungere sorprese da altre città coinvolte nelle amministrative, i risultati di questi ballottaggi in città fra le più grandi del Paese, potrebbero fornirci indicazioni utili sui movimenti dell’elettorato anche in un eventuale secondo turno dell’Italicum.

Referendum costituzionale. Senza contare che sta entrando nel vivo la campagna per il referendum costituzionale e tutti sanno che un’eventuale vittoria del no alle riforme significherebbe la crisi del governo e forse dell’intero sistema di potere renziano e sarebbe vista come un sostanziale trionfo dei grillini.

Al governo nel 2018? Non stupisce quindi che i notabili del partito abbiano cominciato, come riporta più di un quotidiano, a elaborare una possibile squadra di governo da sottoporre al voto on line. Il metodo di selezione dei ministri potrebbe infatti essere simile a quello delle Quirinarie e sono già filtrati i nomi di alcuni papabili (tutti tecnici) nei ministeri intermedi.

Come sarà il futuro governo a 5 Stelle?

Ministri a 5 Stelle. Ai beni culturali anderebbe Salvatore Settis, archeologo di chiara fama, direttore emerito della Normale da sempre considerato vicino al Movimento. Maurizio Verna, ordinario di patologia clinica alla Sapienza di Roma andrebbe invece alla Sanità. Alle telecomunicazioni i 5 stelle vorrebbero Maurizio Matteo Dècina, economista guru del digitale e molto critico riguardo alla gestione Tronchetti Provera di Telecom. La fisica Maria Rita d’Orsogna, grazie al suo impegno nella causa del Sì al referendum sembra invece aver sorpassato gli altri pretendenti al dicastero all’ambiente. Chiude il gruppo Sandro Donati, da trent’anni impegnato nella lotta al doping, allo sport.

Di Maio premier, Di Battista agli Esteri. Restano, ovviamente, i ministeri di peso: Economia, Interno, Esteri, Difesa, Giustizia, Sviluppo Economico ai quali potrebbero andare, dando per scontato Luigi Di Maio come candidato premier, i “politici”. Ecco quindi Barbara Lezzi, attuale vicepresidente della Commissione al Bilancio, all’Economia, Roberto Fico allo Sviluppo Economico, Di Battista agli Esteri, Paola Taverna al Viminale. Esistono anche profili semi-tecnici come quello Alfonso Bonafede, deputato e avvocato civilista, già dottore di ricerca, alla Giustizia. O di Carla Ruocco, anche lei eletta a Montecitorio, che potrebbe far valere il suo master in economia e scavalcare Lezzi nella corsa al super ministero di via XX Settembre.

Pronti a governare. I 5 stelle si sentono insomma pronti per governare. E come dar loro torto, sono ormai un partito solido con una sua classe dirigente, hanno già più volte (in ultimo sulle unioni civili) sacrificato gli impeti rivoluzionari nel nome di una sana realpolitik, hanno abbandonato il giustizialismo degli esordi in nome di un garantista “caso per caso”. La trasformazione da partito di lotta a partito di governo sembra essere vicina.

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