Siamo tornati in quel momento dell’anno un po’ magico e speciale. No, non il Natale. Quello quando improvvisamente i vestiti sembrano tutti più piccoli e fascianti, il volto allo specchio più rotondo e, senza sapere bene come, ci ritroviamo a tentare di infilare il sedere nei jeans con il calzascarpe. Ma non è perché siamo stati delle fogne eh, no. Su dai, ripetiamo insieme: “Sum cloaca maxima”. E puntualmente scatta una sorta di dieta ecumenica che abbraccia un po’ tutto lo stivale, accompagnata dai racconti a tinte thriller-horror delle portate pantagrueliche che ci sono state fatte ingurgitare dalla zia o suocera del caso.
Dare al nostro corpo un po’ di sollievo dopo gli stravizi di cene e feste ha perfettamente senso quando è fatto con criterio (no, cibarsi solo di miglio e plancton per una settimana probabilmente non è una buona idea) e il tè matcha può essere un valido alleato nei nostri propositi di depurazione.
Si potrebbe scrivere un papiro sui benefici del matcha…ma per esigenze di sintesi: è la bevanda con il maggior numero di antiossidanti nota all’uomo, promuove il metabolismo dei lipidi e favorisce la concentrazione, come il caffè, ma a differenza di questo induce uno stato di lucida calma per via dell’azione congiunta di (poca) caffeina e teobromina; ha un’alta concentrazione di clorofilla e agevola nell’organismo processi depurativi e detossificanti.
Ma come si prepara un buon matcha?
Ecco alcuni consigli pratici che potrebbero influire positivamente sul sapore del nostro matcha. Un piccolo accorgimento che vale per ogni tipo di tè o caffè: la qualità dell’acqua influisce enormemente sul sapore. Se l’acqua del rubinetto di casa non è particolarmente limpida, per via del calcare o ha addirittura un po’ di retrogusto di disinfettante, concediamoci il lusso di prepararci il tè con l’acqua minerale o magari con l’acqua di fonte con cui abbiamo riempito delle bottiglie quando ne abbiamo avuta l’occasione: il tè matcha non costa poco ed è davvero un peccato sprecarlo.
Ma veniamo alla preparazione vera e propria.
Ricetta per preparare un buon tè matcha
Preparazione:
Dosi: 1 tazza (1 persona)
- Acqua per una tazza a 75 gradi
- 1 cucchiaino raso di polvere di matcha
- 1 chasen
Attenzione alle quantità: se bevete il matcha tutti i giorni non esagerate, ricordate che contiene caffeina. Si consigliano 2 grammi al giorno, il matcha è particolarmente leggero. Inoltre, come ci ricordano i giapponesi, bisogna sempre mangiare qualcosa quando si beve il matcha, per evitare il fastidioso reflusso gastrico.
Procedimento
- Per prima cosa scaldate dell’acqua fino a portarla quasi all’ebollizione, ad una temperatura di circa 75 – 80 gradi centigradi.
- Versate l’acqua in una tazza da tè o chawan. Lasciate che la tazzina si scaldi e poi buttate via l’acqua che vi avevate versato ed asciugatela. Il tè matcha non è pensato (a livello quantitativo) per essere bevuto in una mug o in una tazza larga come il tè occidentale. Quello che vedete in foto, in copertina, è un latte di soia aromatizzato al matcha e non una tazzona di matcha (altrimenti in pochissimo sarete iperattivi e vigili per le 10 ore successive con gli occhi spalancati come un gufo caffeinomane).
- Con l’apposito chashaku o un normale cucchiaino da tè di metallo utilizzato raso versate nella tazzina che avete asciugato da 1/2 a 2 cucchiaini di polvere di matcha per un tè leggero, usucha, e 3 o 4 per un tè forte, koicha.
- Versate l’acqua (idealmente sempre a 75 – 80 gradi) nella tazzina e mescolate rapidamente per sciogliere la polvere e non fare formare grumi. Con il chasen, una piccolissima frusta di legno o eventualmente con un cucchiaino, sbattete il matcha disegnando dei segni a W cercando di fare entrare aria nel tè per creare un fitto strato di bolle. Questo risultato non è affatto difficile da ottenere ma se non vi riuscisse subito non scoraggiatevi e riprovate.
- Bevete il tè matcha quando è ancora molto caldo, sorseggiandolo, e lasciate che il vostro corpo faccia il pieno di antiossidanti.
E mi raccomando: postate una foto della vostra tazza perfetta su Instagram con l’hashtag #vegetarianocasual.
p.s: come non amare perdutamente un oggetto come il chasen? Così bello ed essenziale e concepito per uno scopo così preciso.
Di Luca