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Baldur’s Gate 2: essere o non essere il figlio di Baal?

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[divider scroll_text=”il castello di Magus”]
Quaplà
valorosi assicuratori americani fidanzati con giornaliste parigine! Oggi vorrei portare alla vostra attenzione un gioco che ha fatto la storia al punto da venir riproposto nella medesima veste, con i soli aggiustamenti della compatibilità per i nuovi sistemi operativi: Baldur’s Gate 2 Enhanced Edition.

Prima che i malevoli dicano qualcosa: anche il primo episodio è stato refittato. Il secondo a mio parere è di più ampio respiro e quindi, sebbene mi senta di consigliarli entrambi (tanto più che la storia è collegata), la bilancia pende per Baldur’s Gate 2.

Se vi aspettate un gioco dalla grafica strabiliante e quasi realistica, potete già smettere di leggere, anzi vi consiglierei di cambiare del tutto rubrica, perché qui, la qualità non è collegata alla grafica e disprezzo oltre ogni dire chiunque metta da parte i giochi che non hanno una grafica da PS4.

Ecco il perfetto esempio di come una grafica un po’ antiquata possa essere curatissima in ogni dettaglio: ci troviamo di fronte agli strabilianti scenari di vaste città, di ambienti interni da sogno, di grotte e boschi dal sapore di favola, come in effetti è quel che ci si aspetta giocando a un gioco di ruolo tratto in toto da Advanced Dungeons & Dragons.

@Iwan Gabovitch

Perché questo è: una versione hi-tech del blasonato D&D, senza quello che per molti può essere la “sbatta” dei dadi, dello scartabellare tra tomi e calcoli e senza poter dire che il master è di parte o non è capace. Qui tutto è gestito dal computer tranne il nostro personaggio, i personaggi non giocanti che eventualmente decideremo di assoldare e i nostri compagni nella modalità multiplayer.

Mantenendo un perfetto spirito da D&D, infatti, potremo scegliere qualsiasi cosa, dall’essere buoni o malvagi al gestire un teatro, una casa da gioco, una gilda di ladri; non c’è fretta né obbligo di puntare subito al boss finale e alla fine della storia, anzi. Trattandosi comunque di un gioco dove il proprio personaggio possiede livelli, abilità ed equipaggiamento, sistemare le proprie condizioni non è un male, ma senza farming, bensì facendo quest e seguendo trame secondarie dei più svariati generi e affrontabili in modi alternativi; per i più romantici, potremo pure intrallazzare col sesso opposto.

Nella Enhanced Edition poco è cambiato a parte la compatibilità con i nuovi sistemi operativi e l’aggiunta di quest per ogni casa o luogo rendendo interessante tutti gli angoli della sconfinata mappa! Altro punto di forza del gioco? Il proprio personaggio è esportabile e importabile anche in altri giochi: Baldur’s Gate, Icewind Dale 1 e 2 e tecnicamente (ma il bug è dietro l’angolo) anche nel primo Neverwinter Nights.

Spero vi rendiate conto che questo significa cucirsi il personaggio addosso, in puro stile D&D. Straordinario.

@Johan Larsson

Sull’onda della passione ho pensato bene nei lunghi turni notturni (no, non mi prostituisco. E come si legge nella biografia, faccio il prof. quindi in teoria niente notte. Mistero.) di dedicarmi a un lanparty con i miei compagni di lavoro (idem come sopra) e abbiamo intrapreso l’avventura: io, prode mago\ladro elfo, e gli altri due, valoroso nano berserker e druida\guerriera somaraccia.

Superfluo dire che trovandoci nella stessa area con tre portatili, siamo partiti con risate di sorta causate da disavventure varie e dalla scarsa coordinazione (“Ehi! Io sono qui da solo contro il ciccione, vienimi a curare!” “’Do sta la druida? “ “Sono andato avanti” “…fermate quella somara”) per arrivare a un maggior coinvolgimento, a mia sorpresa dato più dall’esplorazione e la scoperta piuttosto che dalla trama vera e propria (tanto più che Irenicus ci abbandonerà a noi stessi quasi subito); gli ambienti sono indubbiamente suggestivi, potenziati da sottofondo musicale non audace, non aggressivo, ma tenue e mirato. Se qualcuno ricorda il primo Diablo, con la chitarrina di Tristram, sa cosa intendo.

Punti deboli? Senza dubbio alcuni bug tecnici dati dalla conversione, ma bypassabili; oppure l’effettiva legnosità di alcuni movimenti; indubbiamente l’infinita libertà di azione può far perdere via la linea della storia per un po’; sicuramente chiunque abbia problemi nella lettura (non mi esprimo, solo per buona creanza, ma si può immaginare cosa potrei mai dire) non gradirà i dialoghi che spesso sono impegnativi, lunghini, con scelte nelle risposte che portano a differenti esiti e soprattutto in un italiano di registro medio e dannatamente corretto nella grammatica e nella sintassi.

Consiglio di far un giro su questo titolo, non fosse altro per presa conoscenza. Sono sicuro che qualcuno ci prenderà gusto e si troverà a portare avanti la storia. Alla fine è di questo che vivono nel lungo tempo i migliori giochi: la qualità è tramandata dal passaparola di chi ha toccato con mano.

Immagine| Iwan Gabovitch

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