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Abitare a Venezia: sospesi tra terra e acqua

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Abitare a Venezia è il terzo tema del nostro racconto sulla città lagunare, che nelle precedenti settimane ha trattato di ambiente e turismo.

Abitare a Venezia significa essere costantemente sospesi tra due dimensioni: la terra e l’acqua. Un po’ come essere sempre su una barca ormeggiata, ma senza rollio né beccheggio. Una barca sempre ferma, circondata dalla bellezza.

Tuttavia, è triste dirlo, abitare in una città unica al mondo non paga. Nel 2013 i residenti in centro storico sono scesi sotto i 58 mila abitanti, e il saldo tra morti e nuovi nati rimane a favore dei primi.

Non è stato sempre così: fino al 1977 risiedevano nella città storica ancora 100 mila persone. Tra l’altro, l’emorragia di residenti non è neppure compensata, come in altri casi, dall’arrivo di stranieri immigrati. Che incontrano le stesse difficoltà degli italiani.

Abitare a Venezia: i principali problemi

Come mai è così complicato abitare a Venezia? Innanzitutto, è intuitivo, a causa dei prezzi. Venezia è la seconda grande città più cara d’Italia in quanto a costo e affitto delle case.

Oltre all’aspetto economico, comune anche ad altre grandi città italiane (considerando l’intero territorio comunale Venezia conta 264 mila abitanti) ad alto tasso turistico-culturale (Roma e Firenze su tutte), abitare a Venezia comporta anche una difficoltà di ordine squisitamente ambientale e logistico: la specificità veneziana.

La doppia viabilità, acquea e pedonale, può diventare irritante quando le prosaiche esigenze del vivere prevalgono sul fascino estetico. Trasportare merci in laguna comporta indubbi aggravi di tempo rispetto al trasporto su gomma: oltre al rispetto dei limiti dei velocità, si deve considerare anche il tragitto barca-edificio, che va fatto tutto a mano.

Venezia città per gente muscolosa, dunque. Sollevare passeggini, carrozzine e buste della spesa per uno dei 417 ponti che collegano calli e campielli non è sempre gradevole. Né è facile la deambulazione per anziani e disabili.

I bandi per agevolare l’acquisto di case da parte di giovani coppie scarseggiano e, in una città in cui più del 27% della popolazione supera i 65 anni, ciò non favorisce i neo-residenti. Anche le azioni dell’ASC (Assemblea Sociale per la Casa), con occupazioni di immobili sfitti a tutela delle fasce meno tutelate, non sono sufficienti.

Passando dall’esterno delle abitazioni al loro interno, i grattacapi non diminuiscono. A Venezia gli edifici storici sono la stragrande maggioranza, e i costi di manutenzione, ordinaria e straordinaria, sono proibitivi, sia per il generale andamento del comparto immobiliare e del suo indotto, sia per la rarefazione delle antiche professionalità artigianali in laguna.

L’acqua alta, sempre più frequente negli ultimi anni, pone ulteriori ostacoli all’abitare a Venezia, colpendo i pianterreni delle zone più basse, i primi ad andare sott’acqua assieme a negozi ed uffici.

Molte abitazioni poi, se racchiuse in calli umide o ai piani inferiori, sono ancora poco salubri ancorché abitabili. Non aiuta neppure il metodo di raccolta differenziata dei rifiuti, che avviene a mezzo di sacchetti lasciati fuori della porta, alla mercé di topi e gabbiani.

Insomma, abitare a Venezia non è affatto facile. Ma provare a farlo, per scelta, caso o necessità, costituisce un grande esercizio di speranza nei confronti della città: ne parleremo nella quarta – e ultima – puntata.

Immagine | Stefano Montagner

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