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20 anni di PlayStation in 10 giochi

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In una piovosa sera di inizio novembre, al riparo delle mura domestiche, mia madre, mio zio ed io contemplavamo increduli una manta poligonale fluttuare sinuosa, immersi nella luce blu di un televisore a tubo catodico.

Sono relativamente sicuro che questa fu l’unica occasione in cui la mia famiglia mostrò un simile entusiasmo per l’introduzione di nuova tecnologia videoludica nella nostra abitazione.

Che si trattasse di una tech-demo vagamente new age, delle lamiere che si ammaccavano ad ogni collisione nella demo Destruction Derby o di farsi ipnotizzare dal caleidoscopico visualizzatore del software per la riproduzione dei cd audio ascoltando Jagged Little Pill, lo stacco con la precedente generazione di console a 16-bit era tale da lasciare a bocca aperta anche chi era solo marginalmente coinvolto nel mondo dei videogiochi.

Pensare che siano trascorsi più di 19 anni da quando la prima PlayStation entrò in casa è per me un nuovo modo per sentirmi vecchio: frequento persone che hanno poco più di quell’età e che tratto come miei coetanei… Questo rende davvero evidente quanto non lo siano.

Riflettendo un po’ prima di scrivere questo post, mi sono accorto di non avere un rapporto particolarmente nostalgico o emotivo con le console Sony, nonostante i lunghi anni passati in loro compagnia. Perché?

Innanzitutto, come ben scritto da Amélie Nothomb, tutto quello che accade dopo i 14 anni non ha nessunissima importanza e per me, cresciuto con i sistemi a cartuccia, l’ingresso di PlayStation sul mercato coincise con il momento fatale in cui il mondo, o meglio il mio sguardo, si spogliava della magia dell’infanzia, il momento in cui cominciavo a decifrare la selva di simboli della realtà degli adulti e iniziavo a potermi comprare dei titoli quando li desideravo, senza dover aspettare un’occasione speciale per ricevere un regalo da mamma e papà.

Secondariamente, negli anni che vedevano Sega abdicare dolorosamente la produzione hardware e Nintendo cambiare sensibilmente identità con la generazione Wii/DS , giocare con una console Sony è sempre rimasto per me un fatto omogeneo, contemporaneo e senza soluzione di continuità dalla metà degli anni 90 ad oggi: difficile provare nostalgia per qualcosa che si avverte presente e immutato.

Stabilito questo, non vorrei (o potrei) mai venire letto come un detrattore di Sony, tutt’altro: l’enormemente sottovalutata PlayStation Vita è in cima alla lista delle mie console preferite di sempre a fianco al ben più sfortunato Sega Dreamcast e come per ogni appassionato di JRPG – ma l’affermazione potrebbe tranquillamente venire estesa a quasi ogni tipologia di videogiocatore – la softeca di PS2 rappresenta per me un inarrivabile termine di paragone contro il quale si scontreranno inevitabilmente tutte le softeche future, probabilmente solo per trovarci l’inverno del mio scontento.

Del cambiamento radicale dell’industria iniziato nel 1994 con le macchine a 32-bit, l’avvento della grafica poligonale (per altro invecchiata davvero male) fu solo il più evidente di molti aspetti: non solo, sviluppando un’idea cara a Sega, i videogiochi si diversificarono, rivolgendosi esplicitamente anche ad un pubblico adulto e semi-adulto, ma le console iniziarono ad aspirare a diventare sistemi d’intrattenimento polifunzionali, con altro da offrire oltre ai videogiochi – videogiochi che erano sempre più sdoganati, per tutti, non più prodotti ad unico usufrutto di geeks e freaks.

Un ampliamento del mercato di ulteriore portata avverrà solo una decina di anni dopo con l’avvento di Nintendo DS, degli smartphone e della Wii.

I miei 10 giochi per i (primi) 20 anni di PlayStation

Nello stendere questa lista dei 10 giochi che hanno improntato questi 20 anni di PlayStation avrei potuto seguire due criteri: elencare i giochi che hanno costituito un grande cambiamento per l’industria o per il loro genere, oppure elencare quelli che sono stati importanti per me, il mio rapporto con PS e la mia storia di videogamer.

Scelgo questa seconda strada perché sono un romantico.

Arriva alla fine dell’articolo…

E perché spero che rispondiate elencando quelli che sono stati i vostri giochi nei commenti, la nostra storia collettiva è pur sempre costituita da una risonanza di storie personali. Anche per questo dopo la mia top troverete una (sei!) piccola motivazione in più per condividere la vostra. Un #giveaway.

1. Toshinden (1995)

La realizzazione tecnica e le incredibili mosse speciali di questo scalcagnato picchiaduro a incontri, nell’epoca del “realismo” di Virtua Fighter e Tekken, fu la ragione per cui PS entrò in casa mia al posto di Sega Saturn. Non è invecchiato per niente bene, ma se penso ai videogiochi degli anni’90 è inevitabilmente questo il titolo che visualizzo.

2. Wipeout (1995)

Con uno suo stile immediatamente riconoscibile ed iconico, una profusione di musica elettronica e colori al neon e la sua velocità incredibile, Wipeout ebbe un impatto tale da sottrarre a F-Zero di Nintendo il posto di gioco di guida futuristico per antonomasia nell’immaginario collettivo. Tutt’ora è il titolo che più di ogni altro identifica per me il brand PlayStation. Nonostante la riorganizzazione degli studi europei di Sony, un tweet del team lascia intendere che la saga sopravviverà alla fine del Liverpool Studio.

3. Ridge Racer Revolution (1996)

Altro gioco di guida imprescindibilmente imprescindibilmente legato all’immagine di PlayStation e al lancio delle sue console. Arcade, colorato e spensierato, eredita dai racing game di Sega (Daytona USA su tutti) i cieli azzurri e le canzoni upbeat, declinandoli in modo più sobrio. Come dimenticare l’entusiastico “riiiidge raceeeer” di Kazuo “Kaz” Hirai in occasione della presentazione di PSP all’E3 2006?

4. Resident Evil (1996)

Sfarzosi fondali renderizzati, inquadrature fisse, atmosfere dense, munizioni limitate e improbabili puzzle che ci vedevano alle prese con spartiti per pianoforte e pettini liberty durante un’apocalisse zombie. Capcom reinventa un genere latitante da secoli – il survival horror – e PlayStation è teatro del suo debutto.

5. Klonoa: door to Phantomile (1998)

Mentre l’intero settore sfornava platform 3D sullo stile dell’incredibile Super Mario 64 di Nintendo e Sega tardava a trovare una direzione per l’esordio a tre dimensioni di Sonic, Namco sfornò questa piccola gemma in 2,5D semplice, frenetica e colorata che incorporava tutte le migliori qualità dei giochi del porcospino blu ma sfruttava le potenzialità dei nuovi sistemi. Lo preferisco infinitamente a Crash Bandicoot.

6. Final Fantasy X (2002)

Final Fantasy VII ha avuto un’influenza incomparabilmente significativa sui JRPG e un ruolo primario nel loro sdoganamento tra i giocatori occidentali, ma la storia un po’ malinconica di Yuna e Tidus, complici la realizzazione tecnica incredibile, l’inedito doppiaggio e la consistenza plastica del mondo di Spira, mi catturò come non succedeva da tempo, davvero con l’intensità dei giochi della mia infanzia, molto più di quanto non fece il settimo capitolo. Tuttora godibilissimo – come gran parte della saga.

7. Disgaea: hour of darkness (2004)

Per una fortuita coincidenza, lo strategico di Nippon Ichi Software entrò in casa mia lo stesso giorno di Final Fantasy X. Dietro l’aspetto coloratissimo e lo humour demenziale si celava un gioco profondissimo che permetteva e incoraggiava follie quali il raggiungimento del livello 9999 o il potenziamento dei pezzi di equipaggiamento tramite la conquista di lunghi dungeon procedurali situati al loro interno. È stata una mia grande ossessione per anni: il file di salvataggio si aggira attorno alle 700 ore.

8. Shadow of the Colossus (2006)

Ah, il soggetto del mio primissimo post per Le Nius. Una vera e propria esperienza che riuscì a catturarmi ancora di più del suo delizioso predecessore spirituale, Ico. Se i videogiochi fossero letteratura, Shadow of the Colossus sarebbe poesia epica.

9. Okami (2007)

Il primo dei molti regali all’umanità del gruppo di programmatori noto come Clover (il cui nucleo darà poi vita a Platinum). Lettera d’amore alle stampe e agli acquerelli giapponesi, nonché alla saga di Zelda, questo capolavoro unì all’eccellenza del comparto artistico un motore di gioco impeccabile. Kalokagathos.

10. Valkyria Chronicles (2008)

Quando vidi per la prima volta questo gioco (di cui vi ho parlato nel portfolio su Overworks), seppi immediatamente che avrei dovuto giocarlo: il motore grafico delineava personaggi e sfondi come fossero usciti dal blocco di schizzi di un acquerellista. Le mie aspettative furono semplicemente superate e lanciate in orbita quando ebbi modo di provarlo e scoprì che dietro cotanta bellezza c’era un tattico innovativo che riusciva a combinare fluidamente shooter in prima persona e strategico a turni, per di più raccontando una storia appassionante e piena di colpi di scena. Il gioco che portò PS3 in casa mia.

11. Persona 4 Golden (2012)

Quando si completa Persona 4 è inevitabile un po’ di tristezza: manca l’appuntamento quotidiano con dei personaggi amati e così reali da essere diventati delle presenze cui ci si è affezionati, proprio come succede con i migliori romanzi. Questa edizione del quarto capitolo in particolare è quella in cui ogni aspetto della serie di JRPG più acclamata dell’ultimo decennio – sviluppatasi tutta su PlayStation – è stato limato alla perfezione

Ho barato e inserito 11 titoli al posto di 10, ma già ridurre la lista a questi è stato più difficile della selezione dei brani per un mix-tape di San Valentino… Chiedo venia.

E quali sono i titoli che hanno accompagnato voi in questo ventennio con PlayStation?

Siamo a Natale: scrivi i tuoi 10 giochi per i primi 20 anni di PlayStation e vinci queste 6 calze (3×2), rigorosamente inutilizzate e sigillate nella confezione originaria, da far riempire alla befana; l’estrazione avverrà entro il 31 dicembre 2014 e il vincitore sarà contattato tra questi commenti e attraverso l’indirizzo email registrato. Ogni lettore può partecipare al #giveaway con un commento solo*, e se si ravvisano scorrettezze l’autore e il responsabile della sezione Giochi saranno liberi di ignorare nell’estrazione coloro le hanno perpetrate.

* Il commento è da inserire entro il 31 dicembre 2014. L’estrazione del vincitore avverrà tramite RandomPicker e sarà comunicata tra i commenti a questo post il 7 gennaio 2015. Registratevi al commento con la vostra email per poter essere contattati in caso di vincita. Se entro 48h dalla comunicazione del vincitore il vincitore risulterà irraggiungibile (cioè non risponderà alla nostra email) allora procederemo a sorteggiare un altro vincitore.

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