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I 10 protagonisti politici del 2015

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I 10 protagonisti politici del 2015

Abū Bakr al-Baghdādī

Il califfo dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante merita di guidare la nostra classifica. Rottamatore del terrorismo qaedista, due phd in tasca, il quarantenne iracheno è ora a capo dello stato più giovane e più temuto del pianeta. Usa twitter meglio di Salvini, You Tube meglio di Obama ed è editore di una rivista la cui qualità, tiratura e attenzione internazionale fa apparire l’Unità di Renzi e Rondolino come un ciclostilato di quartiere. Thug life.

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Vladimir Vladimirovič Putin

L’ex aspirante tassista tenero con i rivali politici e accondiscendente con le minoranze è ora il mito indiscusso di post e criptofascisti, complottisti, leghisti, postcomunisti, euroscettici e grillini. Gli vengono attribuite le frasi più improbabili, circolano foto in cui cavalca orsi a petto nudo, il leader russo ha ormai saldamente assunto il ruolo che fu di Steven Seagal nell’immaginario del maschio italico. La rivincita dei nerd.

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Donald Trump

Prende in giro i disabili, accusa i messicani di essere stupratori, propone di chiudere l’internet e di vietare l’ingresso negli Usa ai musulmani. Il miliardario famoso per un divorzio record negli anni Novanta e per il ruolo che in Italia fu di Briatore in un reality conferma di essere un gaffeur seriale e un perfetto idiota. Il perfetto candidato repubblicano, insomma. We are fired.

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Papa Francesco

Se i fascisti guardano con ammirazione ad un leader russo la sinistra sembra aver trovato il suo (unico?) punto di riferimento nel nuovo papa ambientalista ed egualitarista. Dopo anni spesi a dire che l’ingerenza della chiesa sulla politica era sbagliata ora ci ritroviamo a sperare che Francesco metta una buona parola pure per farci realizzare le strisce pedonali davanti casa. Cattocomunismi.

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Alexis Tsipras

Faro delle sinistre di mezza europa, speranza degli euroscettici è finito stritolato dalla dura realtà del compromesso politico. Mentre lui si fa il mazzo, fra un espediente e l’altro, per fare uscire la Grecia dal baratro tutti osannano il traditore Varoufakis che se ne va in giro a fare il conferenziere fighetto prezzolato in giacca di pelle e moto da corsa. Richie Cunningham.

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Jeremy Corbyn

L’anziano marxista inglese realizza il sogno dei Civati di mezza Europa, resistere per trenta anni in minoranza (se non in solitudine) alla deriva liberista del proprio partito per poi, quando nessuno se lo aspetta, prendere le redini dell’organizzazione. Se non mi avesse fatto rischiare una repentina conversione all’Islam potrei addirittura amarlo. A volte ritornano.

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Pablo Iglesias

Sei intelligente, giovane, telegenico e di sinistra. Crei il movimento giusto al momento giusto, tutti in giro per l’Europa provano ad emularti ma nessuno ci riesce a parte uno, più bello, più ricco e più telegenico di te e per giunta di destra che crea un movimento altrettanto popolare per di più nel tuo stesso Paese rischiando di fregarti almeno la metà dei voti al momento decisivo. Antonio Salieri.

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Erdogan

Troppo impegnato a destabilizzare l’opposizione democratica nel proprio Paese non si accorge che i ribelli siriani sono stati repentinamente cancellati dalla lista delle amicizie della NATO. Con la scusa di attaccare l’Isis lui continua ad armare i turcomanni e a bombardare i curdi. Occasionalmente abbatte aerei russi per farci stare tutti più tranquilli. Mattacchione.

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Marine Le Pen

Questa volta sembrava fatta, la famiglia Le Pen che di generazione in generazione si tramanda la leadership del Front National francese è arrivata ad un passo dalla vittoria elettorale alle regionali d’oltralpe. Peccato che come al solito quei guastafeste dei Francesi si siano ostinati a fare fronte comune contro tutti i fascismi. A un passo dal possibile.

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Angela Merkel

Personaggio dell’anno per il Time, difficilmente abbiamo passato settimana senza sentir parlare di lei. Dal caso Grecia in Europa, dove ha recitato il ruolo di poliziotto cattivo alla decisione di aprire le porte della Germania ai profughi siriani, che le è costato qualche consenso elettorale e qualche mugugno del suo partito. Decisione sulla quale sta tornando, dato le ultime dichiarazioni sul numero eccessivo di migranti in Germania. Una novella Hitler per i greci, una salvatrice per i siriani: questa è Angela Merkel. Volto dell’Europa severa, rigorista e rigorosa, non perde un colpo e ha mostrato il suo lato umano in seguito al famoso dialogo nella televisione tedesca con la bambina palestinese. Leader senza se e senza ma.

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