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Wario Land, che mi ha insegnato ad amare i cappelli

Wario Land
Reading Time: 3 minutes
@freespamfree

[divider scroll_text=”il castello di Magus”]

Buondì, rutilanti pirati che rubano le mappe tatuate sulle schiene degli inesperti e buonasera a voi, che aprite i Pirates Barbery Shops sulle isolette caraibiche.

@iloveui

Oggi facciamo un saltino nel mondo nero-verde (o bianco-nero se siete pocket) del Game Boy. Eh sì. Perché non è sempre esistito il Nintendo DS. Suo nonno, nato ben 25 anni fa, ha avuto un passato glorioso ed estremamente longevo, che ha cambiato la vita a molti pargoli e di sicuro ha mutato l’orizzonte videoludico permettendo di portare i più grandi eroi fuori dalle quattro mura domestiche.

Tra i vari paladini della giustizia, quello che ha lasciato la traccia più vistosa nel mio cuore vacante è Wario, nemesi e cugino pestifero di Mario (secondo la rivista Nintendo Power), corrispondente di WaLuigi.

Perché “Wario”? “Warui” in giapponese significa “cattivo”.

L’obiettivo della sua avventura non è certo quello di salvare una delle solite principesse frignone o qualche sbadatissimo re vegliardo, bensì recuperare il suo inestimabile tesoro, faticosamente accumulato negli anni. Il gameplay ricorda molto quello di Super Mario Bros. 3, con mappe percorribili, mondi, mini-giochi, item dai più svariati effetti.

@bochalla

Wario Land: Super Mario Land 3 è il primo di una serie di titoli di platform con protagonista Wario: tra le novità, oltre a degli sprite piuttosto grossi, c’è la possibilità di abbattere i nemici a spallate e non più saltandogli in testa.

E i funghi? Lasciamoli agli idraulici, quelli: per Wario ci sono ingegnosi cappellini che gli conferiscono sorprendenti abilità, tra cui il volo, il soffio di fuoco e la megaspallata.

Siamo seri: non sempre ci dev’essere il lieto fine con la principessa sana e salva (tantopiù che ritengo Peach la più stordita sangue blu mai presentata nell’universo, per l’immane quantità di volte che è stata soccorsa dal suo spasimante disgraziato) e Wario lo dimostra bene.

@Kantenflimmern

Tutto il gioco è pervaso da un sottofondo di ironia e di sadismo che aleggia attorno al protagonista e a qualsiasi sua azione e ciò impreziosisce il tutto, concedendo qualche grassa risata nel mezzo dell’azione, frenetica e mai ripetitiva.

Un ulteriore pregio, a mio parere, è la varietà di scelte che offre questo titolo. Mi spiego, anche per voi che non riuscite a disegnare una O con un bicchiere: in Super Mario Land, potete affrontare solo i livelli che vi vengono propinati, mentre in Wario Land potrete decidere gli schemi da giocare, come nell’intramontabile Super Mario World o nello storico Super Mario Bros. 3.

Sembra un’inezia, ma è rivoluzionario ed appagante al tempo stesso: le potenzialità della cassetta (cassetta, che bel termine) si espandono, tantopiù che finire il gioco non è più solo una questione di punteggio, ma anche di trovare gli oggetti nascosti in taluni livelli che possono essere rifatti e rifiniti con le soluzioni più ingegnose. Impagabile.

Ebbene, che dire? Ci sono volte in cui, se avessi un’anima, mi scapperebbe una sincera lacrimuccia quando penso ai tempi in cui la battaglia era tra Game Boy e Game Gear, quando la sfida era a creare i prodotti più ingegnosi e non semplicemente i più family friendly o i più virtuosistici. Nell’indecisione, io li comprai entrambi; li ho tutt’ora, e mi perdo in qualche avventura en passant, godendomeli ancora appieno.

Ma ora che ci penso… Chi vi ha fatti entrare? Fuori da casa mia! E che non diventi un’abitudine.

Vostro affezionato e affettuoso,

Magus

Immagine di copertina| @kantenflimmern

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