Site icon Le Nius

Video Top 5 Sport: esclusi Mondiali, Toni e i suoi fratelli

Reading Time: 2 minutes
@Iguana Jo

Alfredo Di Stefano non ha mai disputato un Mondiale. Basterebbe questo dato per far capire quanto possa essere difficile, anche per il più forte giocatore europeo della storia del calcio, il rapporto tra un giocatore e le rappresentative nazionali. “Don Alfredo” è un caso molto particolare: cambi di nazionalità (dall’Argentina, alla Colombia, fino alla Spagna), infortuni e contingenze molto sfortunate ne hanno impedito l’utilizzo ai selezionatori. In Italia il periodo immediatamente precedente alla rassegna intercontinentale è particolarmente florido di consiglieri, circa sessanta milioni, che per tutto il Belpaese dispensano convocazioni. Stavolta toccherà a Cesare Prandelli, i cui primi segnali sono già arrivati: Luca Toni, 18 gol in campionato, secondo cannoniere italiano della Serie A dopo Ciro Immobile, non è stato inserito tra i 42 giocatori che hanno effettuato i test fisici a Coverciano la settimana scorsa. Dal centravanti del Verona partiamo per rivivere la storia degli “esclusi Mondiali” che hanno riempito le pagine dei giornali negli anni passati.

 

5- Luca Toni: l’età non è dalla sua, non è un caso che anche Francesco Totti non sia nella sopra citata lista. Entrambi hanno conquistato la Coppa del Mondo nel 2006, ma mentre il romanista ha dovuto superare diversi problemi fisici nella stagione in corso, Toni ha segnato a ripetizione proprio grazie a una condizione invidiabile. Trentasette anni, quasi compiuti, non sono pochi per una competizione in cui si rischia di giocare sette volte in un mese, ma se la Germania porta Klose

http://www.youtube.com/watch?v=VI56ZpIhjI8

 

4- Evaristo Beccalossi: nemmeno la vittoria del Mondiale nell’82 è riuscita a spegnere l’eco della battaglia mediatica a suo favore. Tutti volevano il “Becca” in Spagna. Tutti meno uno: Enzo Bearzot. Col senno di poi ha avuto ragione il commissario tecnico, friulano testardo che anche durante il campionato del mondo dimostrò di non essere troppo influenzabile quando decise di insistere su Paolo Rossi. Anche in quel caso ha vinto la scommessa.

 

3- Roberto Mancini: per il rapporto qualità-presenze in nazionale, Mancini è stato uno dei giocatori più penalizzati. Dal suo carattere, dalla contemporanea esplosione di Baggio, da tanti fattori che non si sono incastrati a dovere. Ha disputato un solo Mondiale, quello in casa del 1990. Non è mai sceso in campo.

 

2- Roberto Pruzzo: tre volte capocannoniere della Serie A, in due occasioni nella stagione terminata con le convocazioni mondiali (1982 e 1986). Sei presenze in nazionale, mai preso in considerazione nemmeno per la panchina se non nell’Europeo del 1980, quando non mise piede in campo. Solo in campionato è andato a segno 164 volte. Qui si va nel mistico, difficile avere spiegazioni plausibili.

 

1- Valentino Mazzola: il simbolo di una tragedia sportiva. Quello del ’50 verrà ricordato per sempre come il Mondiale del “Maracanazo”, la clamorosa sconfitta in casa del Brasile contro l’Uruguay. L’Italia avrebbe potuto schierare il “Grande Torino” al completo, una squadra che faceva il giro del mondo per esportare il proprio spettacolo e che proprio di ritorno da una partita amichevole a Lisbona fu fermata dal destino. Non fosse stato per la tragedia di Superga, che ha dilaniato i granata un anno prima di volare in Sudamerica, forse gli azzurri sarebbero alla pari con i pentacampioni verdeoro.

CONDIVIDI
Exit mobile version