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Vicenza, alla faccia del “progetto”

vicenza mare
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Chi ci ha capito qualcosa si faccia avanti. Viene da dire questo dopo quanto avvenuto l’ultimo giorno di mercato e il successivo, con la vendita last-minute di Cocco e le dimissioni (presentate? minacciate? ritirate? inventate?) di Marino, perché non c’è nessuna logica nel vendere alla fine di agosto il cannoniere della scorsa stagione con uno svincolato fuori condizione. Così come non c’è nessuna logica nel vedere l’allenatore incazzarsi a morte perché probabilmente l’ha saputo all’ultimo. Siamo a Vicenza, abituati a ben di peggio quindi non ci stupiamo, ma si poteva e si doveva evitare di mettere su un teatrino del genere.

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Intendiamoci… Pozzi magari ci stupirà, e aver dato via Cocco può anche starci: era a scadenza, si correva il rischio di perderlo a zero tra un anno e non ne è detto che quest’anno si ripeterà sugli stessi livelli, e poi i giocatori se ne vanno ma il Lane resta… Però, visto che a luglio si parlava di “progetto” – come no? – e con le operazioni fatte durante il mercato poteva anche sembrare che ci fosse, come minimo il centravanti lo vendi prima, non a 2 ore dalla fine del mercato. È l’abc della “gestione di una società di calcio”, mica alta finanza, è così difficile?

Basterebbe parlare chiaro, ma il problema è che a Vicenza non si sa ancora chi è deputato a parlare, con una società dal triplo presidente (Cassingena, Pastorelli, Polato) divisa tra – in teoria – chi deve vendere e chi deve comprare. Si risolvesse questo, e si dicesse esattamente come stanno le cose, sarebbe molto più semplice, no? Al progetto ci si pensa dopo, e intanto si eviterebbero anche i fischi in piazza, nonostante la birra gratis – vedi i soldi di Cocco dove sono finiti? – offerta ai tifosi durante la presentazione ufficiale della squadra. Squadra che, per inciso, domenica va in campo a Modena e dovrebbe concentrarsi sull’allenarsi al meglio, e non nel convincere l’allenatore a non mollare il gruppo da lui costruito in questi mesi.

Meglio quindi chiudere tutto e tornare a parlare di campo, di gioco e di vittorie da ottenere, che sono l’unica cosa utile per dimenticare quanto successo e come viene gestita questa società. Ancor di più perché in B non c’è tempo da perdere, anche se il campionato è lunghissimo. Servono punti, subito. Resettare, cancellare tutto. Come detto a luglio quanto fatto l’anno scorso non conta… O meglio quanto fatto fino a ieri non conta. Guardare avanti, correre e sostenere sempre questa maglia: è l’unico progetto che si può mettere sul serio in campo.

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