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Vita da rifugiato siriano | Il viaggio di Mahmoud

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La macchina sognante è una rivista trimestrale online fondata da un gruppo di scrittori e poeti. La redazione di Le Nius sceglie un articolo per ogni numero e lo pubblica. Questo articolo racconta il viaggio di Mahmoud dalla Siria al Belgio, è uscito sul numero 18 della rivista ed è scritto da Saida Hamouyehy, anche collaboratrice di Le Nius. Qui tutti gli articoli scelti da La Macchina Sognante.

Ho dei ricordi bellissimi della Siria perché quando ero più piccola guardavo tanti telefilm siriani che mi avevano fatto innamorare di questo paese, peccato però che la guerra abbia rovinato tutto.

La guerra civile in Siria è iniziata con alcune manifestazioni di protesta nel marzo del 2011, nel contesto delle cosiddette “Primavere arabe”, per poi trasformarsi nel 2012 in una vera e propria guerra più ampia.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a vari sbarchi sulle coste europee di chi scappava dalla guerra e miseria e ci siamo spaventati per una presunta “invasione dei profughi”. Ma ci siamo mai fermati ad ascoltare le loro storie?

Qui voglio raccontarvi l’avventura di Mahmoud Qeshreh, un giovane siriano scappato da Aleppo per rifugiarsi in Belgio, dove oggi lavora nel mondo del sociale e fa volontariato per assistere i richiedenti asilo. Ho avuto la fortuna di conoscerlo durante un progetto di scambio culturale a Brussels.

La verità, secondo Mahmoud, è che i rifugiati siriani sono estremamente frustrati perché vivono un dolore immenso e vorrebbero sentirsi delle persone normali, non dei rifugiati. Nonostante oggi vivano in luoghi più sicuri rispetto al loro paese di nascita, sentono questa libertà acquisita come incompleta. Se non fosse stato per la guerra non avrebbero mai lasciato volontariamente la loro terra. Ma la guerra ha mietuto già tante vittime e continua a farlo, sebbene oggi non si parli più di quest’area del mondo.

“La vita in Siria era come un giorno di primavera, con un fantastico sole e una delicata pioggia – ricorda Mahmoud – potevi sentire il profumo dei fiori, soprattutto dei gelsomini. Questa era la vita prima del 2011, prima che iniziasse la guerra”.

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