Per chi non conoscesse la trama della commedia americana, magnificamente interpretata da Dan Aykroyd, Eddie Murphy e Jamie Lee Curtis, Repubblica.it offre una sinossi completa e incisiva: “Due finanzieri di Filadelfia sostituiscono per scommessa un manager d’assalto, bianco, con un nero spiantato senza arte né parte. Nel film c’è più astuzia che intelligenza, ma Landis lo serve in tavola con innegabile efficacia. Lo sfondo urbano di Filadelfia è strepitoso, la direzione degli attori è infallibile, anche nelle parti di contorno”.
In effetti il vero segreto di Una poltrona per due è quello di non stancare mai, di tener desto lo spettatore anche dopo decine e decine di visioni: lo sfondo dell’America bene degli anni Ottanta, i doppi sensi mai volgari tra bianchi e neri, il liberismo economico che tanto ha dato, ma che ancora di più ha tolto. E poi il pensiero che quel film sarebbe dovuto essere il naturale proseguimento dei Blues Brothers, con un super Aykroyd accompagnato dal compianto John Belushi.
E nell’era dei social network, #unapoltronaperdue si avvicina a diventare addirittura trend topic su Twitter. A dimostrazione che il successo va aldilà dei numeri di Auditel, pur sempre contestabili. Quel che è incontestabile è la bellezza e il ritmo di una pellicola ancora attuale dopo trent’anni esatti. Assolutamente da vedere, per quei pochi che, almeno una volta in dieci anni, non abbiano girato su Italia 1 la vigilia di Natale.