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Tomás Saraceno. L’universo in una ragnatela

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Dopo aver lungamente rimandato le pulizie di casa e aver bevuto troppo fissando le stelle, qualcuno potrebbe perfino sognare di collaborare con la NASA per scoprire come i ragni tessono la tela sulle navicelle spaziali. Surreale? Eppure è tutto vero: a farlo ci sta tuttora provando Tomás Saraceno, un architetto che definire visionario è riduttivo.

Consacrato alla fama mondiale dalla Biennale d’Arte di Venezia del 2009, Saraceno è un artista argentino che crea architetture utopiche, cioè non fatte per essere utilizzate in modo funzionale, ma per fini espressivi e artistici. Gli eroi di Saraceno sono l’universo, le relazioni e le reti. I suoi sogni ricorrenti? Annullare la forza di gravità e produrre mondi ecologicamente sostenibili.

Affascinato dalla struttura delle ragnatele, Saraceno ha messo insieme un team di studiosi del cosmo e dei ragni per cercare un collegamento tra ragnatele e cosmo, e ha trovato interessanti corrispondenze. Secondo alcuni aracnologi, i ragni usano riferimenti astronomici come coordinate per tessere le tele, come la posizione della Luna o la polarizzazione della luce nel cielo. Gli astrofisici hanno invece  individuato un collegamento tra le ragnatele e l’origine dell’universo.

Dopo il Big Bang c’era solo una nube di materia primordiale fatta come una ragnatela di filamenti, che inspessendosi hanno creato delle masse di materia nelle intersezioni. Queste, ingrandendosi, sono diventate galassie, e le galassie più grandi si sono formate ingoiando quelle più piccole. Nel 2006 il telescopio New Hubble ha scoperto la Galassia Ragno: una galassia gigante, contenente un enorme buco nero che attrae le galassie vicine come un ragno gli insetti, e le ingloba. Per questo motivo dà un’idea di come dev’essersi formato l’universo 14 bilioni di anni fa.

14 Billions è anche il titolo dell’installazione di Saraceno esposta nel 2010 alla galleria Bonniers Konsthall di Stoccolma (e dal cui catalogo derivano le informazioni sopra riportate). L’opera consiste in un modello tridimensionale  ̶  fatto di fili neri di nylon  ̶  di due ragnatele diverse (di vedova nera e tegenaria) sovrapposte e ribaltate, una specie d’intersezione galattica. Il tutto immerso in una stanza bianca, con effetto di dilatazione nello spazio. La ragnatela sembra essere tanto scolpita quanto disegnata nell’aria e gli spettatori possono entrare dentro, strisciando sotto i fili, e … guardare.

Saraceno è riuscito a rendere fisico e interattivo uno spazio poetico che fa riflettere sull’origine della vita e sull’armonia strutturale dell’universo. La sua è un’arte che vuole creare nuovi mondi attraverso contaminazioni tra discipline diverse, che esprime la necessità di sviluppare uno sguardo più ampio, in cui l’osservare è legato al conoscere.

In ogni caso, al di là di specifiche considerazioni di critica d’arte, questo progetto rappresenta una realtà davvero peculiare, cioè il caso particolare in cui un’opera d’arte arriva a coincidere con un traguardo della scienza:  si tratta del primo modello tridimensionale di ragnatela mai realizzato.

(Photo credits: catalogo della mostra 14 Billions (Working Title), Skira, Milano 2011)

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