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Sud Tirol-Vicenza: e la grinta, dov’è?

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Sud Tirol-Vicenza 1-0
Rete: 26′ s.t. Pederzoli (S) su rigore.

Mini cronaca: Prestazione insufficiente e deludente, con Cinelli che si mangia tre gol davanti al portiere. Poi, a venti minuti dalla fine, Ravaglia ricorda al mondo quanti disastrose siano le sue uscite e abbatte inutilmente un attaccante in area. Rigore e gol. Sul dopo stendiamo un velo pietoso: il nulla. Nessuna reazione e nessun pericolo portato al portiere avversario.

Grinta e cattiveria. Questo sarebbe bastato domenica al Vicenza per onorare la maglia, vincere la partita, evitare che l’Entella scappasse a +11 e continuare a dare speranza a noi tifosi, per di più nel giorno del nostro 112esimo compleanno. Invece niente, la mancanza di quello che in Lega Pro è indispensabile più della tecnica, unita all’abbuffata di gol mangiati e al rigore causato dal solito catastrofico Ravaglia, hanno ridotto al lumicino le speranze di promozione diretta, condannando la squadra alla quasi inevitabile roulette dei playoff.

Oltre a 11 giocatori, servono 11 uomini. Con due palle gigantesche. Se invece l’unica cosa di gigantesco che riesci a sfoggiare sono – oltre al Tir, naturalmente – l’approssimazione e la leziosità, è chiaro che non si va da nessuna parte. E fa scattare l’allarme, dentro noi tifosi, perché ai playoff sono troppe le variabili che entrano in gioco: è un altro mini torneo dove chiunque può vincere.

Appello a Mr Lopez: non lo schierare più. Il Tir, naturalmente. È un ex giocatore, sempre più grosso, che invece di spaventare gli avversari fa tirare loro un sospiro di sollievo. Saprà ancora palleggiare con un certa classe in allenamento – ha giocato in Serie A, del resto – ma, in queste condizioni, non è più presentabile in partita. Nonostante la stazza non è più un giocatore che sposta gli equilibri, nemmeno in Serie C. E a 20 minuti dalla fine, quando serve corsa e, talvolta, anche della sana incoscienza, meglio puntare sulla freschezza del bocia Padovan. Caro Mister, con serenità, basta. Va bene far giocare la mascotte quando siamo in vantaggio, ma non quando c’è da giocare seriamente a pallone.

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