LENTAMENTE (IL PRIMO CHE PASSA). Non si scosta mai molto dal “nuovo corso” senza occhiali, cerone e rossetto rosso fuoco. Insipida. 5
CONTROVENTO. Più intima e gradevole, è abbastanza evidente che preferisca la sua seconda scelta. Che resta pur sempre fotocopia di tante altre. 5.5
Le giurie votano: CONTROVENTO.
FRANKIE HI-NRG
UN UOMO è VIVO. A metà tra il suo stile e una versione un po’ più edulcorata dalla casa sanremese. 6
PEDALA. Più “sua”, nel testo e nel ritmo. La sala stampa applaude a tempo. La scelta è già fatta. 6.5
Le giurie votano: PEDALA.
ANTONELLA RUGGIERO
QUANDO BALLIAMO. Un po’ gitana, un po’ troppo retro. Voce inconfondibile, che rischia però di perdersi in epoche troppo lontane. 5.5
DA LONTANO. Tornano gli acuti marchio di fabbrica. Sempre un po’ fuori dal tempo, ma decisamente più gradevole. 6
Le giurie votano: DA LONTANO.
RAPHAEL GUALAZZI & THE BLOODY BEETROOTS
TANTO CI SEI. Buon compromesso soul-blues, la cifra non cambia nemmeno “in gruppo”. Grinta, merce rara di questi tempi. 6
LIBERI O NO. Miracolo: restano le tastiere, ma si aggiunge un coro (quasi) gospel. Da ascoltare a tutto volume nelle giornate no. 7
Le giurie votano: LIBERI O NO.
CRISTIANO DE ANDRé
INVISIBILI. Testo dai tanti significati, ma globalmente è un genere che piace o non piace. A noi sì. Emozionante. 7
IL CIELO è VUOTO. Torna la solita voce nasale, ballata più sanremese. E con meno carattere. 5
Le giurie votano: IL CIELO è VUOTO.
PERTURBAZIONE
L’UNICA. Un po’ troppo liceale, non proprio scontata sentirla da loro. Ma risveglia dal torpore della mezzanotte. 6
L’ITALIA VISTA DAL BAR. Non lascia il segno, semplicemente. 5
Le giurie votano: L’UNICA.
GIUSY FERRERI
L’AMORE POSSIEDE IL BENE. Bello risentire la sua voce dopo un bel po’ di tempo. Canzone abbastanza astratta nei temi, ma molto sanremese. 6
TI PORTO A CENA CON ME. Più “sentita”, testo apprezzabile e melodia che però non mette in luce tutte le sue potenzialità. 6
Le giurie votano: TI PORTO A CENA CON ME.
