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Politica italiana, problemi di coerenza?

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Quella appena trascorsa di certo non verrà ricordata come la settimana della coerenza per la politica italiana. Si parte dal congresso di Sel che ha partorito la linea “con Tsipras per incontrare Schulz”, capolavoro dialettico che di certo non ci saremmo aspettati da chi ha passato anni a prendere in giro il maanchismo veltroniano.

Sempre al congresso di Sel il povero Bonaccini mandato al massacro apriva ad una messa in discussione delle soglie di sbarramento, peccato che il suo capo nello stesso istante twittasse “I conservatori non mollano, resistono, sperano nella palude. Ma Italia cambierà, dalla legge elettorale al lavoro. Questa è #lavoltabuona” segno evidente di una non proprio eccessiva disponibilità al confronto.

E rimanendo in casa Renzi come dimenticare la dura reprimenda dell’ottimo Pif nei confronti dell’esponente del PD siciliano Vladimiro Crisafulli il 27 ottobre scorso alla Leopolda. È notizia fresca fresca che i renziani siculi abbiano trovato un accordo proprio col buon Mirello e che insieme sostengano la candidatura di Fausto Raciti a segretario regionale. Evviva la ritrovata unità del partitone.

Ottimo anche il tempismo dimostrato dai ragazzi del Nuovo Centrodestra, il loro presidente Schifani non aveva ancora finito di dettare il comunicato di rito per celebrare il Giorno della Memoria che ecco spuntare il filmato galeotto a dimostrazione che anche fra i sedicenti moderati certe vecchie abitudini siano dure a morire.

Infine l’On. Riccardo Nuti (M5S) ha denunciato i massacranti turni lavorativi imposti ai poveri penta stellati da sadici presidenti di commissione: “Convocano la commissione alle 22 come se una persona sia tenuta a non dormire. Ci sono miei colleghi e colleghe che magari sfiniti stanno dormendo e non leggono l’sms di convocazione.” Peccato che per un’uscita del genere avessero duramente attaccato, un mesetto fa, la sellina Titti Di Salvo. Ma si sa, una cosa è la stanchezza della ka$ta, un’altra quella dei cittadini portavoce.

E mentre tra le dimissioni della Di Girolamo, l’affare Mastrapasqua e la fiducia scesa al 26%, continua il cupio dissolvi del governo Letta, l’unico a dimostrarsi sempre coerente se stesso (e probabilmente alle aspirazioni dei suoi elettori) è l’immarcescibile Silvio che riesce, stando ai sondaggi de La7, a portare la sua coalizione a soli tre decimi dal centrosinistra, e a poco più di un punto dall’ipotetico premio di maggioranza dell’Italicum, del quale ha denunciato la paternità. E non è ancora ufficialmente iniziata la campagna elettorale. Mala tempora currunt.

Immagini| Giornalettismo; liveSicilia.it

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