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Veneto, Polaroid e patate montanare digitali

Polaroid Photo Copia

@thomasrochetti.net

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@thomasronchetti.net

Una foto sciatta si trasforma in icona d’appeal se scattata in Polaroid?

Al confine nord-occidentale del Veneto, giunto in una casa antica di montagna, come solo le Seconde case che furono Prime due generazioni di inquilini fa possono essere, mi imbatto in una polaroid altrettanto vecchia (si intravedono quasi le pieghe lasciate dalle mani che l’hanno estratta dal cassetto negli anni passati).

Una scena intima e familiare di 3 donne chine a selezionare le patate appena colte e disposte nel cortile di casa. Poca ricercatezza d’inquadratura a priori, tantissima narrazione a posteriori.

Una polaroid di puro ricordo, probabilmente l’autentico valore alla base della sua invenzione, la condivisione delle immagini tra gli amici e parenti, un “social network fotografico”, decadi prima di Flickr e di Facebook. Ricchezza storica prima che estetica.

Dualismo oggigiorno invertito, quando, di fronte all’omologazione planetaria di un iphone, cerchiamo la diversificazione nell’uso di filtri vintage.

Non condanno né demonizzo. Mi chiedo da un lato se stiamo affidando la nostra creatività all’estetica di un supporto App che è solo linguaggio-effetto, e dall’altro se il ritorno all’uso della polaroid (cioè dal digitale all’analogico) non porti molto lontano, affermando che i filtri di Photoshop sono out, mentre l’uso di una pellicola Polaroid è in.

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