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Del parabrezza di Salvini non ce ne frega un cazzo

parabrezza di salvini
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Disprezzo chiunque semini consapevolmente odio solo per interesse personale. Ne deriva il mio disprezzo per Salvini, e lo scrivo più che altro per sfogarmi, non per dare così tanta importanza al personaggio.

Il nostro, non sapendo come trascorrere il weekend, decide di dedicare il sabato a una visita a un campo Sinti di Bologna. Così, invece di visitare la nonna o un museo, lui visita delle famiglie di Sinti (visita peraltro immagino graditissima) manco fosse il nipote che torna dalla città o l’amico di sempre che viene a prendere il caffè del sabato mattina.

Non sto qui ad entrare nel merito dell’aggressione subita dal nostro tranquillo visitatore, il cui simbolo è un parabrezza rotto di cui francamente, come da titolo, non me ne frega un cazzo. Personalmente mi sembra molto più grave che la sua macchina acceleri improvvisamente rischiando di far fuori alcune persone, o il contenuto dei messaggi social che subito si precipita a pubblicare.


Intanto il campo è abitato da Sinti e non da Rom. Chiaramente la parola Rom faceva più effetto, mentre prendersela con dei cittadini italiani che vivono a Bologna da chissà quanto tempo, come i Sinti, sarebbe sembrato meno eroico. Del fatto che Salvini e i suoi amici stiano bene sinceramente non me ne frega niente, è il fatto che lui si arroghi la superiorità morale di dare dei “bastardi” a qualcuno casomai l’elemento che stona.

Ancora, mi fa molto più ridere/piangere quel piagnisteo per cui i “bastardi” gli avrebbero impedito di esprimere idee e opinioni, con atteggiamento non democratico. Ma quali idee, Salvini. La Lega Nord non ha idee. Ha solo strategie comunicative che fomentano l’odio per aumentare, in modo squallido, il suo consenso elettorale.

Quanto alla parola democrazia (che il nostro si premura di scrivere con la D maiuscola, manco ne fosse il custode supremo) lasciamo perdere, a meno che non partiamo dal presupposto che la visita di Salvini a un campo Sinti sia un gesto democratico, per raccogliere la voce degli abitanti del campo e portarla nei palazzi del potere.

Ma diciamocelo, cosa cazzo ci andava a fare Salvini in un campo Sinti? A seminare giusto ancora un po’ di odio per perseguire delle “strategie politiche” e “raccogliere consensi”. Che squallore. Che poi una volta entrato cosa avrebbe fatto? Sarebbe entrato travestito da tecnico dell’Enel per verificare che gli impianti fossero a norma? Sarebbe andato a scavare tra gli oggetti personali degli abitanti del campo per scovare qualcosa di valore da twittare indignato?

La violenza Salvini è quella che usi tu quotidianamente, contro persone, siano esse italiani o migranti, Sinti o Rom, che cercano solo di condurre dignitosamente la loro esistenza, spesso tra molte ingiustizie e discriminazioni.

La violenza è quella che usi tu tutti i giorni con gli elettori del tuo partito, oppressi da una paura esistenziale che i costruttori di fantasmi come te sfruttano facendo violenza continua alla loro vulnerabilità.

I “leghisti”, questa categoria che bisogna maneggiare con attenzione, sono spesso persone raggirate che, non avendo costruito una propria idea politica sulla società, si lasciano un po’ affascinare da chi propone soluzioni semplici e di forza. Non importa se clamorosamente inventate o assolutamente non praticabili.

Salvini non è scemo, e non crede a nessuna delle idee che propaga. Sa benissimo che quello che va dicendo sugli immigrati è del tutto falso, conosce i dati, conosce probabilmente le storie di integrazione e di sofferenza di molti migranti eppure se ne frega. Deliberatamente, decide di seminare odio contro di loro per prendere dei voti.

Ecco perché idee, democrazia, opinioni non c’entrano niente. Ecco perché se te ne torni a casa col parabrezza in frantumi, sinceramente, non me ne frega un cazzo.

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