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Nuova legge sul whistleblowing: tra Borgia e Savonarola

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@one-europe.info

Tempi duri per il senatore Scilipoti, ha appena imparato a come pronunciare (non senza qualche difficoltà) la locuzione stepchild adoption che subito gli si presenta davanti una prova ancora più ardua. Il Senato dovrà infatti a breve discutere la nuova legge sul whistleblowing già approvata alla Camera.

Il whistleblower (suonatore di fischietto) è il dipendente di una pubblica amministrazione o di un ente di diritto privato sotto il controllo dello Stato o che collabora con la P.A., che denuncia alle autorità un episodio di corruzione o un reato commesso dai suoi colleghi o superiori.

La legge, proposta dal Movimento 5 stelle e approvata con i voti del PD, estende le garanzie a tutela del denunciante, sia contro le eventuali ritorsioni del datore di lavoro sia sulla salvaguardia del suo anonimato, almeno fino alla conclusione delle indagini preliminari. Dell’accusatore sarebbe inoltre presunta la buona fede almeno fino ad un eventuale condanna per calunnia in primo grado.

Parlando di whistleblowing il pensiero va, ovviamente, a Edward Snowden, l’ingegnere informatico americano che ha scoperchiato il vaso di pandora delle intercettazioni illegali compiute dal governo Usa. Da italiani non possiamo però non pensare anche all’istituto della delazione anonima, tanto in voga nel ventennio fascista, che ha rovinato la carriera e la vita di innumerevoli persone e avallato piccole e grandi vendette.

È il rischio ventilato da chi, come il gruppo di Forza Italia alla Camera, si è opposto al provvedimento. Ha dichiarato, nel suo intervento, Francesco Paolo Sisto, deputato di FI. “Forza Italia vota convintamente contro un provvedimento ignobile, una barbarie giuridica che introduce negli ambienti di lavoro, pubblici e privati, un clima invivibile di accusa segreta. La differenziazione tra segnalazione, denuncia e delazione è speciosa; il risultato, alla fine, è uno solo: un meccanismo di sospetto diffuso, un l’un contro l’altro armato che non produrrà alcun effetto sul denunciante ma sarà catastrofico per chi è denunciato, anche se ingiustamente”.

La legge, anche a causa della forte opposizione, è uscita parecchio depotenziata dalla discussione parlamentare. Sono infatti spariti dal provvedimento i riferimenti ad una premialità a sostegno del denunciante. Non ci si potrà inoltre limitare a segnalare un “abuso” ma si dovrà dimostrare un “illecito” con l’onere di provarlo e circostanziarlo lasciato sulle spalle dello Snowden nostrano.

Difficile, insomma, trovare un punto d’incontro tra quelli che sognano la gogna in piazza per i corrotti denunciati con un click anonimo dal proprio laptop e chi, all’opposto, si impegna per mantenere l’Italia nella top ten della corruzione globale. Nel Paese dei Borgia e dei Savonarola la normalità sta sempre oltreconfine.

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