Site icon Le Nius

Movimento 5 Stelle va a destra: come fosse antani

Reading Time: 2 minutes

Da tempo il Movimento Cinque Stelle viene accusato di una pericolosa deriva a destra. Sul tentativo di occupare lo spazio lasciato libero dal lento sgretolamento del Pdl, in concorrenza con la neonata asse Lega-Fratelli d’Italia, è stato scritto tanto.

La pubblicazione del video dell’intervista estorta (?) da Bechis a Di Battista, i post di Grillo sul presunto nesso fra immigrazione ed Ebola, l’intervista al sindacalista del sindacato di polizia Cosap sul sacro blog, tesa a suggerire la presunta “strumentalizzazione” degli operai da parte di Landini, sono solo alcuni esempi di questa politica.

Movimento 5 Stelle va a destra: come fosse antani

Fin qui le avances ad un nuovo elettorato, o comunque al mantenimento della componente reazionaria, xenofoba e codina del movimento. Non mancano ovviamente, anche se sempre più rare, le strizzatine d’occhio a sinistra, soprattutto a quella nostalgica, con i richiami a Berlinguer e Pertini, se non altro per giocare in difesa per conservare il drappello di elettori storici del centrosinistra poi passati ai grillini, che non ha tradito il movimento, per l’astensione o per il rottamatore, alle ultime europee.

Lo sforzo di tenere tutti dentro, poliziotti e notav, magistrati e vittime di malagiustizia, operai e imprenditori, omofobi e omosessuali rischia però di produrre un estremismo maanchista (tener conto di qualcosa e del suo esatto contrario) che nemmeno il Veltroni dei tempi d’oro, come dimostrano recenti uscite del prolifico Di Maio, da molti indicato come il possibile leader 5 Stelle del futuro. Dove il cinquestelle non può scagliarsi con la foga del vaffanculo subentra un politichese d’antan, e da lì alle convergenze parallele il passo rischia di essere davvero breve.

Se aggiungiamo lo sdoganamento del “ma” dopo la frase “non sono razzista” operato da Di Battista, potenzialmente foriero di ulteriori sviluppi quali “non sono omofobo ma”, “non sono fascista ma”, “non sono per la pena di morte ma”, sembra arrivato a compimento il famoso “non essere né di destra né di sinistra” del movimento, che consiste, pare, nel dire cose terribili (e spesso di destra) camuffate da opinione comune e con pretese di politically correct.

Anche la forma non-partito aiuta nello sforzo maanchista. Se Beppe Grillo la spara grossa, sulla mafia, sull’immigrazione, sui gay, arriverà qualcuno a dirti che l’importante sono i disegni di legge di segno opposto presentati in materia dai deputati del movimento. Se a spararla grossa è un deputato o un attivista si dirà che è colpa dell’inesperienza e che per fortuna c’è la garanzia di Grillo sul movimento.

Si nasce incendiari e si finisce Veltroni insomma. C’è da sperare, comunque, che visto che “noi non siamo razzisti, ma gli Africani bisognerebbe aiutarli a casa loro” gli allievi siano capaci di superare il maestro e, una volta concluso il mandato, si dedichino ad aiutare chi ne ha più bisogno.

Immagine| tze tze

CONDIVIDI
Exit mobile version