Un vecchio adagio del mondo dei motori dice che a Monaco vincono i campioni veri. Se sbagli vai a sbattere e non ci sono vie di fuga che tengano. Ne sa qualcosa Alberto Ascari, che nel ’55 non trovò alcun muro ad attenderlo ma si inabissò in mare assieme alla sua vettura e ne uscì miracolosamente illeso. Il circuito cittadino, percorso a piedi, mostra tutte le virtù della ricchezza sopra ogni media. Dal Casinò con un piccolissimo parcheggio all’aperto riempito da Ferrari e Porsche, fino al Grand Hotel e alla Rascasse, che oltre ad essere una curva è un ristorante tra i più famosi al mondo, grazie agli appassionati di motori.
Una volta imboccato il tunnel, sempre a piedi, le macchine che passano ad autodromo chiuso non toccano velocità da monoposto, ma il rimbombo ti fa pensare di essere uno spettatore fuori stagione. L’istinto porta a girarsi indietro per guardare chi arriva e a seguire il suono fino a quando le vetture non spariscono dietro la curva e la successiva chicane.
A circuito terminato i ricordi si sono accumulati e i motori si spengono con il calar della sera. Manca solo un chiosco dove mangiare un panino e il quadro è completo. Se ci andate in periodo natalizio, a Monte Carlo, trovate anche quello. Spendere poco nel Principato di Monaco ti fa sembrare ancor di più di aver percorso una storia popolare nel bel mezzo della patria del lusso.