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Mille piani dice: fate rizoma!

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Ma chi è Mille piani, un collettivo di un condominio auto-gestito? No: è un grosso libro francese del 1980 scritto a quattro mani in amicizia, che dice che la potenziale soluzione a quasi tutto sta nella patata o nell’erba. Probabilmente molti si metteranno a ridere maliziosamente. Magari inconsapevoli di aver preso all’amo un grosso concetto filosofico contemporaneo, contenuto in Mille piani. Capitalismo e schizofrenia, i cui autori non sono Dolce e Gabbana, ma Deleuze e Guattari.

State per caso pensando che è un mattone di sinistra simpaticamente anticonvenzionale ma illeggibile? Mettiamola così: è uno scrigno eccentrico e sorprendente, strutturato su più livelli, in cui ogni capitolo può essere letto a partire da qualunque altro capitolo. Quindi se non altro potrete concedervi mille pause nella lettura o semplicemente addentare qualche spunto lanciato qui.

Vi presento gli autori.

Gilles Deleuze: filosofo francese ossessivamente osannato dal mondo della filosofia della controcultura e dell’arte contemporanea, nonché semisconosciuto in altri ambiti, soprattutto in Italia (dove è uscito in ritardo, pubblicato nemmeno intero: l’hanno letteralmente fatto a pezzi). Félix Guattari: psichiatra marxista dissidente (verso la psicanalisi freudiana), molto impegnato in politica e nel sociale.

Per i due amici, la filosofia non è un gioco intellettuale senza legami con la realtà, tipo velleitario trastullo per un’élite autoreferenziale (quindi snob). I due filosofi credono che il pensiero possa essere in grado di produrre una realtà benefica tanto per i singoli quanto per l’intera società. Nello specifico auspicano l’avvento di una nuova società fatta da individui mossi da un tipo di pensiero: creativo, liberatorio, trasversale, aperto al cambiamento. Insomma, una modalità di pensiero mobile, mai rigida, in continua espansione, come un flusso.

Per praticare un pensiero così, non ci possono essere barriere tra i vari campi del sapere, ma solo contaminazioni. Per cui il loro discorso, sempre attuale, è un inno all’alleanza e al dialogo con tutto e tutti.
Avete presente la maniera virale con cui si propaga l’erbaccia? E quando le patate rimangono troppo lì e gli spuntano quelle radicette? Bene, così deve procedere il pensiero. E qui giungiamo alla metafora cardine: il rizoma.

Sia la patata che l’erbaccia hanno un particolare tipo di radice (diverso da quelle degli alberi, strutturate in modo gerarchico), che in botanica si chiama “rizoma”. Che caratteristiche ha il rizoma? Qualsiasi punto del rizoma è connesso a ogni altro punto in modo non gerarchico: non c’è un centro, né una direzione, solo concatenazioni. Il rizoma si espande in tutte le direzioni e questo crea molteplicità non per accumulo, ma per il continuo cambiamento di zona di espansione.

Il pensiero quindi per essere motore di cambiamento deve essere “rizomatico”, cioè generare un movimento di espansione orizzontale, multidirezionale, nomadico, attraverso un’interazione tra cose diverse. Lo slogan è: “fate rizoma e non radice, non piantate mai! Non seminate, iniettate!”.

Vi starete chiedendo che cosa c’entra il rizoma con il titolo Mille piani. Di quali piani si parla? Il termine francese plateaux designa in geometria i piani euclidei, ma in botanica è proprio l’area in cui si espandono i rizomi. I piani sono mille, per dire che sono tanti, infiniti.

Infatti, tutto il testo gioca a creare connessioni passando da un piano all’altro dello scibile, mettendo così direttamente in atto la metafora del pensiero rizomatico di cui parla. Quindi il libro stesso vuole essere un esempio, strutturato in modo leggibile, dell’argomento che sta trattando. Geniale.

Immagine / http://lf-celine.blogspot.it/2011/09/deleuze-e-celine.html

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