E quello che dice San Siro oggi, mentre lo contemplavo stupito, sono tre piccoli punti e uno Stephan El Sharaawy che corre veloce come due anni fa, e dribbla e dispensa assist e cerca il passaggio di prima. E due minuti dopo essersi sentito fischiare contro una dubbia posizione di fuorigioco al 5° (su ottimo passaggio di capitan Bonera), parte al galoppo per un’azione di contropiede delle sue e offre la palla a Honda che la piazza (con brivido) tra le gambe di Berisha.
È una giornata calcisticamente talmente favorevole all’esordio di Inzaghi su una panchina di Serie A che i due giocatori per me meno convincenti (Essien e Bonera a parte, ma forse questi sono ex giocatori), Ignazio Abate e Diego Lopez, sono protagonisti di due splendidi episodi: un cross inventato dal terzino destro, per un Muntari che premia la sua foga agonistica con una spaccata da gol al 56°, e un rigore parato dallo spagnolo al 94°, rigore causato dallo stesso Abate.
Milan – Lazio mi mostra due giocatori della rosa del PSG 2013-2014 che godono ancora di buona salute: Jérémy Menez, per fortuna non ancora tramutatosi in Birsa, che salta l’uomo (procurandosi e siglando il rigore del 3-0 al 64°) e torna a coprire. E Alex che, indossando il 33 in onore di Thiago Silva, detiene il monopolio sulle palle alte del match.
Il settore meno convincente è il centrocampo, al di là di un Nigel de Jong maiuscolo che speriamo di non doverci trovare a rimpiangere. Poli ha corso molto e Muntari si è battuto, ma confido in un centrocampo dissimile da quello di Allegri, con qualche idea in più, che questa arrivi da Montolivo, Cristante o eventualmente da Van Ginkel .
Davanti ad un esordio senza coreografia (il mercato non ha convinto la curva) e senza Fernando Torres, senza Mattia De Sciglio (squalificato) e contro una Lazio che deve ancora riconoscersi, gli 11 di Pippo hanno giocato un buon match, da squadra unita. Scrivo soltanto della prima partita di questa stagione e sono appena 3 punti. Ma erano 3 anni che non ne vedevo.