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Marquez, la conferma del predestinato

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@JaredEarle

Il più giovane vincitore della classe regina, a 20 anni e all’esordio nella nuova realtà. E’ il riassunto dei meriti maggiori di Marc Marquez, fenomeno spagnolo delle due ruote a motore con un presente e un futuro da far impallidire il Rossi degli anni ’90. La MotoGp 2013 finisce con l’immagine dell’iberico intento ad alzare le braccia al cielo.

Che il ragazzo ci sapesse fare non era un mistero nemmeno a inizio stagione, quando il connubio con la Honda imponeva l’inserimento tra gli outsider con gli occhi ben aperti per un possibile exploit. Marquez è andato oltre le attese, imprimendo un ritmo impossibile e mostrando i muscoli quando è servito. Nell’ultima curva di Jerez, ad esempio, in un duello con chi fino all’ultimo gli ha conteso il titolo, ha dimostrato di non volersi piegare alle regole dell’inesperienza. Lorenzo, beffato di turno, l’ha presa male e ne ha chiesto la penalizzazione, giunta solo qualche mese più tardi per un errore della Honda.

Nemmeno l’ombra della rincorsa operata dagli avversari ha fermato il futuro campione. Troppa la voglia di stupire, l’incontro con la storia lì ad un passo divenuto realtà facendo spazio alla prudenza, conquistando i piazzamenti necessari al trionfo. Il terzo posto nel Gran Premio finale, con il vano successo di Lorenzo, è l’emblema di una maturità inusuale per la giovane età.

L’apoteosi spagnola, in un mondiale a tinte molto giallorosse e poco tricolori, potrebbe prolungarsi per lungo tempo. Marquez, Lorenzo e Pedrosa hanno dato un’impronta chiara alla stagione, lasciando a Rossi una medaglia di legno più volte simbolo dei reiterati quarti posti del “Dottore”. Il 46 più celebre al mondo non farà più coppia con Jeremy Burgess, l’uomo dei grandi successi passati con cui evidentemente si era perduto il feeling. Difficile sia questa la mossa vincente, per un pluricampione frenato dall’età e dalle insicurezze di tre stagioni in sordina. Il rientro alla Yamaha non ha riportato la magia nelle accelerazioni di Rossi, il cui pensiero stupendo di raggiungere i 15 Mondiali di Giacomo Agostini è ormai tramontato. In Italia si fatica a trovare un erede, in Spagna ce l’hanno già. La prossima stagione potrebbe essere una copia conforme a quanto si è visto nel 2013.

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