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Lane, bisogna solo pensare a giocare a calcio

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@VicenzaCalcio

A raccontare i fatti accaduti negli ultimi giorni, viene il dubbio se quel che avviene intorno al Vicenza sia reale oppure no, perché a volte si supera davvero il confine dell’immaginazione.

Ci mancava solo il comunicato – quello in cui si annunciano i colloqui con Tesoro per il ruolo di d.s. – con il quale si smentisce quanto detto qualche ora prima dall’amministratore delegato: evviva la chiarezza. Ma questa può essere l’unica battuta di una due giorni di cui, purtroppo, non c’è nulla di cui ridere.

L’unica cosa chiara, in queste ore di stravolgimenti, rimane sempre e solo quella che tutti sanno, anche se molti cercano di ignorarla: per salvare questa società – indipendentemente da chi sarà il proprietario – bisogna per forza prima salvarsi sul campo, altrimenti crolla tutto. Vincere e fare punti. Ne abbiamo 31, forse è il caso di concentrarsi solo su quello. E parlare solo di calcio giocato.

Allora ripartiamo dalla sconfitta contro il Trapani, che è costata il posto a Marino, e che ha ancora una volta ha mostrato tutti gli aspetti negativi degli ultimi mesi: incapacità di gestire il vantaggio, a volte persino il pallone, e soprattutto di reagire se le cose si mettono male o l’arbitro comincia a fischiarti tutto contro. Mettiamoci pure uno schieramento troppo offensivo, che questa rosa non è in grado di mantenere, e l’ennesima gestione cervellotica dei cambi…. Insomma, una svolta andava data, non c’erano alternative. Il valore del mister rimane indubbio, di sicuro ci ha fatto vedere un calcio spettacolare, ma non ne stava azzeccando più una da parecchio, e con due vittorie in una ventina di partite persino Guardiola farebbe fatica a mantenere il posto.

Se Lerda sarà il sostituto migliore lo vedremo sabato, e soprattutto nella trasferta di Ascoli. Di certo sembra che voglia impostare la squadra in maniera più difensiva, togliendo una punta e rinforzando il centrocampo, e in effetti potrebbe funzionare. Ma quel che conta, ed è questa la vera sfida da vincere, è martellare i giocatori sul piano dell’impegno, della voglia, della cattiveria agonistica, di quella concretezza e dell’attenzione che ci sono costati punti e ogni tipo di tranquillità. Il concetto è uno: nelle prossime partite ci giochiamo una storia ultracentenaria, niente può essere lasciato al caso. Col Cagliari sarà durissima, ma il Lane – da sempre – se la gioca con tutte.

Grinta e orgoglio, giochiamocela fino alla fine.

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