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La Vecchia Signora sul dondolo

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@calciocatania

Due giornate per rivedere le gerarchie della A. Due pareggi in fila di una Roma cui il killer instinct è venuto a mancare proprio quando il calendario poteva dare una mano. Torino e Sassuolo, squadre a caccia di punti salvezza, ne hanno racimolati e tolti ai giallorossi ridando fiato alle trombe della grande inseguitrice.

La “Vecchia Signora” Juventus guarda dal suo dondolo, felice per uno scontro diretto dominato e con una sola lunghezza da recuperare sulla vetta. Troppo debole l’opposizione del Napoli, tradito da Hamsik (la sua apatia nelle serate importanti è un dato consolidato come il Natale al 25 dicembre) e Higuain, con il solo Insigne a provarci dal basso del suo baricentro. La difesa non è mai stato il punto di forza sul quale Benitez ha costruito le sue fortune e nel primo quarto d’ora di burrasca è davanti a Reina che si consuma il tracollo. I bianconeri segnano una volta sola, sbattono contro l’estremo difensore avversario e festeggiano in ritardo con due acuti personali di Pirlo e Pogba. Buffon non è da meno del collega e mostra di avere ancora una carriera davanti ma non è da lui che passa in primis la vittoria.

Soffrendo e ansimando la Fiorentina guarda ora al terzo posto senza più pensare a un miraggio. Batte la Samp dimostrando di non aver ancora superato le ansie da vittoria in una partita dominata in un lungo e in largo e quasi buttata a mare dopo il 2-1 di Gabbiadini. Un successo simile a quello dell’Inter, poco brillante e molto concreta, a tre punti del Napoli e uno scalino più in su della Viola. Mazzarri rischia meno di Montella e tira un “sospirone” solo in pieno recupero di fronte a un bel Livorno. Ci prova, il tecnico, a spaccare la partita con la freschezza dei giovani, ma più di Kovacic e Belfodil può l’animo da eterno ragazzo di Javier Zanetti. Sei mesi dopo si riprende l’Inter, partecipa alla rete di Nagatomo e scalda i cuori raffreddati da uno spettacolo tecnicamente non eccelso.

Menzione speciale per il Genoa di Gasperini, un ambiente e un allenatore che si trovano a meraviglia. Nel secondo blocco della classifica, cinque punti sotto il Verona ora sesto, a comandare è il Grifone salito a quota 17. Un dato impensabile un mese fa, realtà ora. Nel turno in cui festeggiano Atalanta, Catania e Cagliari, il Milan resta nella mediocrità nonostante il confronto con l’ultima della classe. Nemmeno a Chievo Verona arriva l’auspicata svolta.

Non del Diavolo sono però i colori rossoneri che stonano. Peggio, molto peggio accade alla Nocerina, vicina nei colori sociali ma molto lontana (dal Milan e non solo) in termini di civiltà. Laddove gli ultras comandano, come accade a Salerno, il calcio non è più un bene comune. E’ il sollazzo dell’idiota e i club che avallano sono primi colpevoli. Alla fine pagheranno i soliti noti, tifosi normali di Nocera Inferiore con la sfiga di aver vicino un non ristretto gruppo di idioti, mentre i calciatori si mostrano impauriti da un niente che sarebbe palese se solo le autorità facessero il proprio.

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