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“Friend at Hand”, Raul Cremona davanti al Football Match

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@duncan

Non è escluso sia nato qui, nella Londra dei pub, il metodo Raul Cremona. Quello per cui, con la sola imposizione delle mani, puoi ungere giacca e cravatta al prossimo tuo.

L’inglese che guarda calcio non ha molta cura di quanto accade fuori dallo schermo, mostrando in questo sfumature più latine e scalmanate di quanto suggeriscano gli avi. Al “Friend at Hand” se ne ha una prova durante il Community Shield 2011, al quale assistono tre ragazzi in trasferta dall’Italia con l’intenzione di seguire il Nottingham Forest. La tappa intermedia, prima di raggiungere la città di Robin Hood, prevede un derby United-City visto non dal vivo ma davanti a una pinta, nonostante l’incontro si giochi nella vicina Wembley.

Se chiedi alla ragazza che passa tra i tavoli dove trovare le posate (processo che prevede tu sappia come tradurre in inglese il tuo pensiero) ti dirà che sono al banco più avanti. Le alette di pollo, o quello che sono, in fondo si mangiano anche con le mani.

La storia dice che quella partita è finita 3-2 per i rossi, favoriti da uno scivolone di Kompany in pieno recupero e dopo che i blu erano andati avanti 2-0. Come se l’Inter vincesse un derby con un autogol di Kakà o se il contrario avvenisse per un liscio di Zanetti. Noi, poco tifosi e molto appassionati, intenti a immaginare quanto potrà godere di un giorno così il tifoso medio dei Red Devils.

Pochi giorni dopo, in un altro derby, il Forest batte il Notts County ai rigori dopo aver pareggiato al 120′. I tre ragazzi si sentono come al pub, solo con un rumore di fondo maggiore e 21.000 persone vicine. Al “Friend at Hand” non ci sarebbero entrate tutte.

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