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Dismaland: il parco divertimenti ‘horror’ di Banksy

Parco divertimenti banksy

@Sa//y

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Parco divertimenti banksy

Cenerentola morta nello schianto della sua carrozza-zucca circondata da paparazzi, un castello stile Disney dall’aspetto spettrale, un barcone pieno di migranti, personale scorbutico, finti metal detector all’ingresso e uscita praticamente introvabile: benvenuti a Dismaland, il parco divertimenti ideato dall’artista britannico Banksy, che ha ricostruito una parodia dark dei parchi a tema in uno stabilimento balneare abbandonato a Weston-super-Mare, nel sudovest dell’Inghilterra.

La mostra ospita le opere di 58 artisti di tutto il mondo (dieci sono di Banksy) e sarà esposta dal 21 agosto al 27 settembre. Banksy proclama che la favola è finita e che stiamo camminando come dei sonnambuli verso la catastrofe ambientale. E il suo parco giochi ne è la prova.

In questo distopico parco giochi si passa continuamente dal riso all’indignazione. È un’esperienza onirica e visionaria, l’ideale estetico del bello è mescolato al brutto, all’orroroso e al malefico. Banksy si serve dell’arte e della sua dissacrante manifestazione per mistificare la società contemporanea.

Stando alle prime recensioni e alle prime reazioni sul web, il parco giochi più alternativo di sempre, collocato com’è in un perfetto locus inamoenus, promette di essere un vero e proprio successo di pubblico. Sui social network e sui giornali i commenti sono entusiastici. A Weston-super-Mare orde di turisti affollano un ormai abbandonato Somerset. Visite a numero chiuso – 4.000 biglietti disponibili per ogni giornata di apertura – e lotteria locale per gli abitanti britannici del Somerset, i primi a visitare Dismaland.

L’‘Anti-Disneyland’ di Banksy non è solo irriverente provocazione ma momento di riflessione sociale. Una delle reazioni dei primi visitatori è lo sgomento, poi la tensione, la rabbia: tutti gli addetti ai lavori del parco sono volutamente sciatti, maleducati, indifferenti alle richieste dei visitatori e disturbanti. E Banksy vuole proprio farci arrabbiare, perché sono soprattutto le sensazioni forti ad avere senso nella sua arte e nella sua visione del mondo.

E non tradisce le aspettative il trailer, pubblicato on line e ideato dallo stesso Banksy per il suo “bemusement park”, che sarcasticamente imita le pubblicità dei parchi divertimento. Nel trailer il parco appare come la via di fuga da una vita tristemente monotona con un divertimento fuori dal comune; ha i tratti di un video promozionale, ma a renderlo speciale è l’aria lugubre, funerea e quasi allucinata in cui si muove la famiglia in visita al parco tra carrozze rovesciate, autoscontri con personaggi da incubo e laghetti popolati di immigrati sui barconi. È il rovesciamento della fiaba tradizionale. E ovviamente il finale è really dark!

E vissero tutti…‘infelici e scontenti’!

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