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Diario da Sanremo 2014 – Giorno 5: gli “IncazZzati”

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“Tasse, tasse: ci svuotano le tasche!”. A Sanremo sbarcano i Frontalieri. E il corteo ha ben poco a che vedere con le canzoni, con l’evento e col “cafonal” di contorno. Anche se il coro sulle tasse ha pur sempre il suo perché. Più inedito del brano di Riccardo Sinigallia, giusto per intenderci. Ma la protesta è seria: i frontalieri, riconosciuti ormai come gli “IncazZzati” con tre zeta, lamentano il disagio che affrontano quotidianamente lavorando all’estero, ma pagando ugualmente le imposte in Italia.

Corso Garibaldi accoglie le “delegazioni” di Ventimiglia, San Marino e della Svizzera, srotolando striscioni come “Acconto Irpef? Tassa a tradimento” oppure “10 anni di discriminazione: legge ordinaria subito”.

L’equivoco, se così vogliamo chiamarlo, ha una data d’inizio: il primo febbraio. Da quel giorno, infatti, è in vigore la possibilità per lavoratori e pensionati frontalieri di chiedere l’esenzione dall’obbligo del pagamento, tramite autocertificazione. Peccato che molte agenzie di credito non ne siano ancora a conoscenza e si rifiutino di accettare i moduli.

E allora via all’avanzata lenta ma inesorabile di tanti uomini e di tante donne, con i curiosi sempre in agguato e la polizia che non deve far granché per mantenere l’ordine pubblico.

I dati parlano chiaro: sono addirittura cinquemila le famiglie che beneficiano del lavoro di questa categoria solo nella zona intemelia, regione storica della Liguria che attualmente si estende dalla città dei fiori a Monaco. E a dare forza alla protesta, ecco l’esibizione del Sestiere Burgu, formazione di sbandieratori e tamburini sponsorizzati dalla Pasta fresca Morena. Top.

La marcia su Sanremo è ordinata, i frontalieri già sanno che non potranno entrare al Festival, ma quest’oggi la loro demo chiude simbolicamente un cerchio iniziato martedì, con Beppe Grillo e gli operai del consorzio campano.

Abbiamo cercato di confezionare, giorno dopo giorno, un diario leggero e curioso, ma la verità e che anche qui in Riviera tutto da domani riprenderà il suo corso naturale. E sarebbe inutile, allora, non dare risalto già oggi a problemi che ci sono e che, ormai, nemmeno più la frivolezza della settimana del Festival può tentare di postdatare.

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