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Diario da Sanremo 2014 – Giorno 1: la “conservazione”

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“Io penso che Luigi Tenco dieci anni fa sia morto di noia perché da ventotto anni Sanremo è sempre uguale, perché non c’è la buona intenzione di cambiarlo davvero”. Rino Gaetano è sempre stato precursore dei suoi tempi, senza peli sulla lingua, ma soprattutto riuscì nel 1978 a fotografare perfettamente l’estremo senso del Festival di Sanremo: un carrozzone che, per chi lo vive dal suo cuore e per chi deciderà di viverlo con noi su Le Nius, non cambia mai, davvero mai. Quest’anno, in particolare, c’è tanta “conservazione”, tante similitudini con la kermesse dello scorso anno. E non solo con quella.

Mi accingo a raggiungere la sala stampa web al Palafiori per accreditarmi tra la giuria che voterà, direttamente all’Ariston, tutte le canzoni in gara nelle prime tre serate. Chiedo lumi sul meccanismo e la risposta del responsabile Ipsos è chiara: “Come l’anno scorso”. Già, qui è tutto come l’anno scorso. E non solo i conduttori e il direttore di rete, ma anche gli addobbi, pur sempre suggestivi, le cartelle stampa, i cartellini con cui ogni giornalista viene etichettato in un posto sperduto in sala. Perfino il costo dei parcheggi al coperto. Ma questo è sicuramente un bene.

Il tempo è grigio, lo scorso anno venivamo dal periodo delle pesanti nevicate, mentre quest’anno ci accontentiamo di un vento che non porta novità. È solo vento. In sala stampa, è la giovane Bianca, al secolo Emma Fuggetta, a inaugurare la settimana delle conferenze: classe 1993, viso dolce e una canzone, Saprai, classica, ma promettente. Peccato che, tra i colleghi, l’encefalogramma rischi il “piatto” in più di una circostanza. Poche domande, poche idee o, forse, poca voglia di sapere. Anzi, la consapevolezza che, tanto, “se la domanda non la faccio io la farà un altro, no?”. Torpore unanime.

Stasera, dunque, l’esordio dell’ultimo Festival targato Fazio-Littizzetto e nel piazzale principale, tra il Palafiori e l’Ariston, si parla solo ed esclusivamente della possibile incursione di Beppe Grillo, a circa 25 anni dalla sua epurazione televisiva. Anche Nando e Soriana, i signori che mi ospitano a Santo Stefano al Mare, non attendono altro: “Christian, abbiamo un solo favore da chiederti: facci qualche foto e un video di Grillo, puoi mandarmelo su Whatsapp!”. Prodigi dei social network, insomma. Tecnologia che, quindi, fuori da Sanremo sembra progredire: qui, invece, litighiamo con un Wi-Fi “a gettone” (ne parleremo nei prossimi giorni) e un fogliame di comunicati stampa completamente fuori dalla naturale logica del progresso.

Ma Sanremo, cari festivalieri di Le Nius, è pur sempre Sanremo.

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