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La Grande Bellezza e la cultura che crea sviluppo: il Cineturismo

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La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino –  Oscar come miglior film straniero nel 2014 – non è soltanto la storia del giornalista Jep Gambardella e del suo mondo ma è anche il racconto di un luogo: Roma. Senza dubbio questo racconto riaccenderà i riflettori sulla Città Eterna portando nuovi flussi turistici nella capitale. Non è infatti cosa rara che il cinema supporti e trascini fenomeni turistici. È quel che si chiama Cineturismo, una forma di turismo che unisce il fascino del viaggio a quello della settima arte.

Il Cineturismo – o movie tourism – nasce e si sviluppa alla fine del XX secolo. Consiste nell’andare alla scoperta delle location dei film più famosi ed apprezzati dal pubblico. Una tipologia di turismo non sempre prevedibile, nato come una tendenza spontanea a seguito delle grandi produzioni cinematografiche. Fondamentalmente un turismo indotto dalla cultura di massa.
Stati Uniti e Gran Bretagna sono state per lungo tempo in testa come destinazioni preferite di questa particolare forma di turismo. Negli ultimi anni a queste si è aggiunta la Nuova Zelanda, in quanto location della famosa trilogia de Il signore degli anelli.
Uno degli aspetti più interessanti del Cineturismo è il legame tra il racconto cinematografico di un luogo e la sua conseguente trasformazione in destinazione turistica. A questo proposito tanti sono i registi che nei loro film hanno voluto raccontare una metropoli oltre che una storia. Il legame tra cinema, città e architettura ha infatti radici molto profonde. Basti pensare a Wim Wenders e ai suoi Paris Texas, Il cielo sopra Berlino, Fino alla fine del mondo, Lisbon story, Palermo shooting: tutti film in cui l’immagine della città gioca un ruolo chiave.

Il Cineturismo ha inoltre un approccio tutt’altro che intellettuale: muovendosi sulla scia della cultura di massa, le destinazioni turistiche seguono le ultime uscite cinematografiche o televisive creando un flusso turistico verso le città raccontate o i luoghi in cui i film sono ambientati.
Nel panorama italiano – ad esempio – il cinema negli ultimi decenni ha convogliato un notevole flusso turistico verso le isole di Procida e Salina, location del film Il Postino di M. Radford, così come verso la Matera de La Passione di Cristo di Mel Gibson. Anche la fortunata serie tv Il commissario Montalbano ha attirato le attenzioni dei turisti a Porto Empedocle, sulle tracce del personaggio di Andrea Camilleri.

Il Cineturismo pare pertanto smentire l’ex Ministro dell’Economia Tremonti, secondo cui “con la cultura non si mangia”. Anzi: la cultura – anche quella cinematografica e televisiva – rappresenta un’opportunità per creare business promuovendo lo sviluppo economico locale e nazionale. In aggiunta al ricco patrimonio artistico, architettonico e storico-culturale italiano, questo fenomeno rappresenta infatti un’ulteriore prova delle potenzialità di sviluppo del Bel Paese.

Torniamo quindi alla Roma de “La Grande Bellezza” con la convinzione che questo film possa mettere in moto una rinnovata attenzione turistica verso la capitale. Un’attenzione mediata dalle immagini di Roma proposta dal film. Una Roma diversa, meno stereotipata, da scoprire e riscoprire.

Immagini | Stagebuddy

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