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Chiambretti Supermarket: top & flop di un format da rodare

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Un po’ Portobello, un po’ Markette, un po’ “minimondo” in stile Avanti un altro. Anche se non manca la giuria degna di un talent, il pianista Bacchetti che nemmeno Bracardi al Costanzo Show e una scenografia da Gioco dei Nove. Il nuovo Chiambretti Supermarket è tanto di già visto, ma non per questo è brutto, noioso o ripetitivo, anzi.

Al netto di un Piero che deve ancora prendere il ritmo della sua nuova creatura (“Sono stato lontano dalla televisione per due anni e mezzo”, ipse dixit), il concetto di emporio di simpatica mercificazione umana fa centro, attira. La diretta, garantita da un numero verde attivo per le prenotazioni da casa, è un plus che forse penalizza solo la consueta ricca post produzione dei programmi di Chiambretti.

Ma entriamo nello specifico: il market della seconda serata di Italia Uno, cominciato circa alle 23.53, si impegna a far esibire degli artisti (ma non solo) chiamati a dare un prezzo alla loro stessa performance.

Emolumento confermato, aumentato o diminuito dal direttore del supermercato, un Cristiano Malgioglio un pochino incartapecorito e, per ora, particolarmente buonista nel giudicare i partecipanti. Solo all’1.35, l’ex autore di Mina scende dal suo piedistallo per cantare, salvo innescare una polemica da avanspettacolo col pianista Bacchetti.

Ma nel programma, solito frullatore marchiato Chiambretti in grado di spaziare da un mondo all’altro in men che non si dica, compaiono tanti altri flash: dai ballerini in stile Night con le irrinunciabili coreografie di Bill Goodson al mercante d’arte Moretti, vecchia conoscenza dai tempi di La7, fino all’occhialuta Belen Rodriguez (che alla fine torna in lei e balla sulle note della canzone dei Mondiali, quella dei numerosi promo di avvicinamento di queste settimane) e a Ciro Immobile in collegamento dalla pizzeria di Torino di cui Chiambretti è proprietario.

Più casereccio dei precedenti format, passa più volte la sofferenza del conduttore per l’evidente taglio del budget di base Mediaset dopo i flop Sunday e Muzik Show: non c’è il pubblico, sostituito dagli effetti “applausi” e “risate” strumentalizzati a dovere, ci sono meno rubriche video, vero plus degli show di Chiambretti, c’è una minor varietà di personaggi.

Dopo la prima puntata di un programma che, in teoria, potrebbe andare in onda tutte le sere, il vero rischio sembra essere il rapido afflosciamento di un concept in sé originale e potenzialmente ben costruito, ma che rischia di implodere se non ci saranno delle variazioni sul tema. Seguendo l’hashtag ufficiale #Nonsolofrutta, l’augurio è che alla frutta non ci arrivino a breve già gli autori.

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