Site icon Le Nius

La musica in testa #3 – Canzoni di Natale

Reading Time: 2 minutes

è ormai Natale, se non ve ne foste accorti. Ma d’altronde come potreste non esservene accorti, dato che già da un mese a questa parte le luminarie per le strade e le canzoncine nell’etere stanno provvedendo a ricordarcelo? Ecco, partiamo quindi dall’assunto che è quasi Natale. E come avrete capito da questo incipit, non è un periodo che vivo molto bene. Soprattutto a livello musicale.

Diciamocelo, gli album e le canzoni di Natale sono per lo più riservati a quelle popstar che in vista delle feste vogliono regalarsi una piscina nuova. Michael Bublé, Mariah Carey, Celine Dion: l’elenco dei musicisti che si sono potuti permettere un intero set di pellicce di renna grazie all’espediente natalizio è piuttosto lungo.

Molti dei pranzi o cene festivi peggiori che ricordo, avevano questi dischi di sottofondo. E una volta sono rimasto traumatizzato dall’aver partecipato alla presentazione del disco natalizio di Irene Grandi. Per cui potete capire come mi relazioni con le canzoni di Natale. L’unica che riesco a sopportare è Christmas with the Yours di Elio e le storie tese perché… beh, che ve lo spiego a fare, ascoltatela e capirete.

Tuttavia, mi duole ammettere che tanto tempo fa sono caduto anch’io nella perniciosa trappola dell’album natalizio. Correva l’anno 1993 e io avevo appena dodici anni. In seguito al successo dell’esordio Strade di città, l’unico disco degli Articolo 31 che peraltro mi sia mai piaciuto, era uscito un furbesco Pacco di Natale che abbinava il suddetto lavoro con un EP che conteneva gli inediti è Natale (ma io non ci sto dentro) e Capodanno danno.

Si trattava, ovviamente, di una musicassetta, perché io appartengo a quella generazione che sarà considerata un giorno come noi oggi guardiamo i disgraziati che un tempo erano costretti a comunicare col telegrafo. E niente, le canzoni bonus a tema natalizio erano magari anche simpatiche (mi ricordo che mi fece ridere l’accenno a un fantomatico “cugino Ambrogino”), ma diciamocelo, se ne poteva anche fare a meno. Insomma, era un Pacco di Natale in tutti i sensi.

È stato lì che ho imparato che no, del Natale musicale non ci si può fidare in nessun caso. Perciò quando giro per le strade in questo periodo, tengo le cuffiette ben salde nelle orecchie, a ripararmi dalle note gnegnose dei cantanti bisognosi di piscine. E penso speranzoso che, tutto sommato, gennaio è ormai alle porte.

CONDIVIDI
Exit mobile version