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Bidibi bodibi blu!

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Concedetevi una piccola pausa: chiudete gli occhi e immaginate il colore blu. Un blu che varia dalla tonalità più scura alla più chiara, fino a sconfinare negli azzurri. Provateci, indugiate sulle gradazioni che preferite. Fatto? Provateci dai, sul serio! Sembra una cavolata, ma forse dopo vi sentirete meglio.

Secondo la cromoterapia il blu fa un effetto rasserenante, ma c’è di più. Forse alcuni hanno pensato a immagini di cielo e acqua, magari qualcuno ha sentito persino della musica, delle onde, un senso di dilatazione. È vero che siamo abituati a concepire mare e cielo blu, eppure in tutto ciò che vediamo ci sono molti grigi.

Ma noi ci ricordiamo i cieli di Giotto, perché? Anche il verde è tranquillizzante, richiama le piante e in alcune culture fa parte della gamma dei blu. Il marrone? Evoca la terra e i tronchi. Quindi come mai fissarsi sul blu? Non certo perché si crede alla cazzata del sangue blu, o perché si sente blue-tooth di qua, blue-ray di là, o per le molte insegne al neon dei night e il blu curaçao nel cocktail Blue Lagoon.

Pare che il blu non fosse molto amato dai romani, perché era il colore degli occhi dei barbari, ma chi disprezza compra (i barbari ci hanno fregato). Invece gli egizi o gli orientali erano fan del blu: blu oltremare significa dell’Oriente. La terra si chiama anche il Pianeta Blu, perché vista dallo spazio è blu (vedi logo del WorldWideWeb), e forse anche il manto della Madonna.

Zucchero ha pensato bene di chiamare suo figlio Blue e Kate Perry di farsi i capelli blu, a Marge Simpson invece li hanno disegnati così. Non parliamo poi di cose scontate come il Film Blu di Kieslowski, o L’Angelo Azzurro con Marlene Dietrich. Guardatevi intorno, provate a notare tutte le cose blu che vedete. Vi accorgerete che sono tante.

Gli esperti di marketing ci intortano coi blu (associati al bianco) evocando pulizia e salute. E poi i blue jeans, il blue tack, la bandiera UE e della Scozia, la maglia degli Azzurri, il tubo dei baci Perugina, Paul Karasan, l’unico uomo dalla pelle blu, che infatti ha rischiato troppo la pelle. In natura solo alcuni animali esotici sono blu, per cui questo colore può essere usato per veicolare ironia surreale. Penso a Vedova blu, un grosso ragno blu realizzato in materiale sintetico dall’artista Pino Pascali.

Blu e azzurro dominano il fiabesco mondo dell’infanzia, dai Puffi al Principe azzurro, alla Fata Turchina. E i vestiti da happy end della Bella Addormentata, di Cenerentola e della Sirenetta? Se poi arriva Barbablù si può sempre chiamare il Telefono Azzurro. Se il pupo stressa si può metterlo davanti alla TV a vedere l’Albero Azzurro, o piazzarlo su una bicicletta blu, visto che è ancora presto per fargli vedere La bicicletta blu, con la Casta, non troppo casta. Se volete che dorma la notte non fategli vedere Avatar. PS: il blu fa fantascienza, da cui si desume perché il Viagra è blu.

Inoltre, il blu fa virtuale: i loghi di Facebook, Twitter e Skype di che colore sono? E Dropbox, App store, Open Office, iTunes e Google Earth? I link di Internet e LinkedIn? Nei rubinetti, la manopola col blu è dell’acqua fredda, concetto ribadito dal profumo Cool Water, ma per adolescenti in ricerca (di ogni età) adesso c’è il fumetto Il blu è un colore caldo, da cui hanno tratto il film Vita di Adele, in cui Adele perde la testa per una biondina dal caschetto blu, che le fa un effetto non-ti-scordar-di-me.

Il blu, specie se scuro, è anche un colore che serve a raffreddare i bollenti spiriti: sarà un caso, ma le auto blu dei politici, la giubba dei poliziotti… eppure film porno in inglese si dice “blue movie”! Così come “out of the blue” vuol dire all’improvviso e “to be blue” significa essere tristi. Spesso gli artisti sono dei bambinoni dai bollenti spiriti, imprevedibili, e con la tendenza a intristirsi, per cui gli piace il blu. Per loro è il colore dell’immaginazione, dell’infinito. Invece il Crystal Ball blu era sempre il primo a finire.

C’erano una volta tre amici sul tetto. Uno disse: io prendo le parole! Un altro: io prendo la terra! L’altro: io prendo il cielo! L’ultimo era l’artista Yves Klein, autore di quadri monocromi blu, fatti con un blu brevettato da lui. Vi dicono qualcosa il Fiore blu di Novalis, il Cavaliere azzurro di Kandinskij, il teatro di Studio Azzurro, l’Albatros di Baudelaire, le animazioni di BLU? Forse non tutto. Però avrete sentito la musica blues, il Blu dipinto di blu e Lisa dagli occhi blu.

Mai viaggiato con La valigia blu di Patty Pravo? Sicuro che nessuno ha messo nel vaso la rosa blu di Zarrillo (è tatuata). Non so se avete canticchiato sotto la doccia Mille bolle blu, sentendovi la Danzatrice in blu di Severini, o orecchiato la Rapsodia in blu di Gershwin. Ma la percentuale di gente a cui non piace un qualche blu credo sia paragonabile a quella di chi non mangia il cioccolato (se al latte, spesso con carta blu).

Il fatto è che nel blu, e nelle sue varianti, c’è qualcosa di magnetico, che ti apre lo spazio e ti spinge a immergerti dentro, a espanderti. Oggi abbiamo un gran bisogno di cose come il blu, perché soffriamo tutti di claustrofobia. Chi non ha un pezzo di orizzonte tarpato dalle proprie ferite o semplicemente dal condominio di fronte? Blu, pensaci tu!

Il blu è il nostro supereroe. Ciascuno ha il suo magico blu personale, come il genio della lampada (magari un’abat-jour dalla luce blu). Che tu sia in un aeroplano o in una cella buia, il blu ti bisbiglia che non ci sono limiti, che tutto è ancora possibile, perché il tuo personal blu sei tu!

(Photo credits: O. Licini, Amalassunta su fondo blu, 1949)

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