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Berlusconi-Cancellieri: il Movimento 5 Stelle all’attacco delle larghe intese

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Politicamente perfetti nelle ultime due settimane, i grillini si sono fatti scaltri, veloci, risoluti, portando a casa due punti importanti. Presentano una mozione di sfiducia nei confronti della ministra Cancellieri (mentre il Corriere della Sera, il 2 novembre riesce nell’incredibile impresa di non nominare il Movimento su 15 titoli dedicati al caso) e ottengono in giunta per le elezioni il voto palese sulla decadenza da senatore di Berlusconi, partita tutt’altro che conclusa.

Partiamo dalla cronaca di un primo tempo con poche sbavature: la pubblicazione delle intercettazioni non lascia scampo ad interpretazioni, o forse sì. In Italia tutto è (giustamente) interpretabile, allora una chiara ingerenza di un importante ministro per favorire i soliti passa, in meno di 24 ore, per un gesto di straordinaria umanità, mentre di straordinario, come al solito, c’è il conto in banca del fortunato destinatario.

Letta, il presidente del consiglio ombra (Napolitano gli lascia le briciole), esprime solidarietà. Scelta Civica esprime solidarietà, la Santanché (…) anche. Il PD? Beh, il PD valuta…

Il Movimento reagisce: i parlamentari corrono a studiare la normativa sulle mozioni di sfiducia, dimostrando di leggere e rispettare i regolamenti. Intanto la premiata ditta Grillo e Casaleggio ci mette come al solito il carico e su facebook piazza prima una Cancellieri in versione Goonies, poi l’impietoso confronto con Jabba di Guerre Stellari (cedo alla straordinaria somiglianza ma il livello è, come spesso accade, troppo basso).

La mozione è ben presentata e argomentata. A volte il lavoro dei parlamentari stride con i modi rozzi e propagandistici dei due guru e questo, alla lunga, potrebbe rappresentare un problema.

La ministra è finita nella bufera per aver  parlato al telefono con Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti, dopo l’arresto della figlia. Nelle intercettazioni pubblicate da il Fatto Quotidiano emerge un interessamento che poco ha a che fare con le condizioni fisiche di Giulia Ligresti. Cancellieri tenta di consolarla: “Io non so se e quando mai rientrerò a Milano, ma appena riesco… ti vengo subito a trovare. Però qualsiasi cosa, veramente, con tutto l’affetto di sempre, guarda…”. Gabriella Fragni, rincuorata: “Va bene, va bene. Quando vieni t’aspetto”. “Ma se tu vieni a Roma”, conclude il ministro, “proprio qualsiasi cosa adesso serva, non fate complimenti, guarda. Non è giusto, guarda, non è giusto”.

Se sono riusciti a dirsi, guardandosi l’uno con l’altro, che Ruby è la nip… (basta, non riesco proprio più a scriverlo), non faranno certo fatica a dirsi che la ministra fosse in buonafede. D’altra parte lo ha detto anche lei: “L’ho fatto altre 110 volte e lo rifarei”. Sappiamo come andrà a finire, non stiamo mica parlando di una Josefa Idem qualsiasi (la ministra lampo delle Pari Opportunità liquidata per qualche tassa non pagata), ma bene ha fatto il Movimento a presentare la mozione di sfiducia.

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