Site icon Le Nius

Anime nere a Venezia: standing ovation

Reading Time: 2 minutes

Tredici minuti di applausi e standing ovation alla prima proiezione; applausi in conferenza stampa. Il film Anime Nere di Francesco Munzi in concorso a Venezia riscuote ottima accoglienza dal pubblico e dalla critica. Il film è ispirato all’omonimo libro di Gioacchino Criaco edito da Rubbettino Editore: regista e scrittore commossi fino alle lacrime per la straordinaria ricezione del lungometraggio al Lido.

Protagonisti tre fratelli eredi di una famiglia di pastori legati alla ‘ndrangheta calabrese. Libro e film narrano con piglio quasi verista le vicende dei tre fratelli in Aspromonte, un luogo di arcaica bellezza, ma fortemente legato a un presente viziato e contaminato dalla criminalità organizzata.

Sulla scena di questa tragedia familiare si muovono le figure dei tre fratelli, Luigi (Marco Leonardi), il più giovane e intraprendente, trafficante internazionale di droga, Rocco (Peppino Mazzotta), trasferitosi a Milano, che nasconde dietro una composta apparenza borghese i traffici da imprenditore colluso, Luciano (Fabrizio Ferracane), il primogenito, rimasto in Calabria, paralizzato da tradizioni arcaiche e sensi di colpa incancellabili. Suo figlio Leo (Giuseppe Fumo) rifiuta l’esempio paterno, affascinato, al contrario, dalla figura, avventurosa dello zio Luigi.

«Non ho messaggi da trasmettere; i messaggi sono gabbie, mi interessava entrare dentro una dinastia criminale e mostrarne gli aspetti anti-etici, mantenendo empatia, compassione, e distanza critica». (F. Munzi)

La difficoltà di questo film sta nel narrare le vicende di una famiglia criminale con il giusto grado di empatia per i personaggi e insieme la necessaria distanza critica. Anime Nere è girato ad Africo, nella Locride, dove mai nessuna troupe, se non giornalistica, aveva lavorato prima.

Dopo l’incontro con l’autore del libro, infatti, Munzi si è recato in Aspromonte, dove ha conosciuto la gente di Africo, uno dei centri nevralgici della ‘ndrangheta calabrese. La bellezza dei luoghi mostra con forza prorompente la verità dell’umanità che li popola. I paesaggi impervi, la loro bellezza incontaminata rappresentano per il regista una scelta obbligata, nonostante le difficoltà di girare in un posto sui generis.

La collaborazione con la gente del luogo, necessaria per l’ottima riuscita del film, è stata una strategia assolutamente vincente. Gli attori, professionisti e non, hanno recitato nel dialetto locale, non solo per senso estetico cinematografico, ma soprattutto per restituire il forte senso d’identità dei personaggi in scena.

L’iniziale diffidenza, dice il regista, si è trasformata in curiosità; gli attori professionisti hanno recitato insieme agli abitanti di Africo, che hanno anche collaborato con la troupe. Il lavoro è avvenuto con facilità e senza nessun tipo di censura, nonostante dalla Calabria arrivino proteste per sottolineare che ad Africo non ci sono solo anime nere.

CONDIVIDI
Exit mobile version