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7 buoni motivi per scrivere

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@7 buoni motivi per scrivere

Per Proust fu il sapore di un biscotto… Si può diventare scrittori, anche solo per un giorno, per un dettaglio che non sai di aver visto, per una parola mai detta, un odore penetrante, una lama di luce. O almeno così dice Roberto Cotroneo ne Il sogno di scrivere.

Mi sono imbattuta in questo libro sullo scrivere proprio quando, di fronte all’ennesimo episodio di trance scrittorio in cui ho smarrito le coordinate spazio-temporali, mi stavo ponendo domande del tipo: perché scrivo? Perché gli esseri umani scrivono?
Con mia sorpresa Cotroneo arriva a concludere ciò che ho sempre pensato: tutti possono e devono scrivere se hanno il desiderio di farlo.

[quote align=”center” color=”#999999″]Io ipotizzo che il desiderio di scrivere sia la cosa più semplice del mondo perché nasce dalla proprietà transitiva: se qualcosa ti lascia addosso un segno, sei portato a lasciarne uno anche tu, fine della storia. Ma una volta che è partito l’impulso, dove va a finire?[/quote]

Perché scriviamo?

Per rispondere parto da ciò che in teoria conosco meglio, cioè da me. Io soffro di “infiammazione scrittoria”. Sintomi? Inizia a scottarmi la faccia e letteralmente a “scapparmi da scrivere”, sì, proprio come quando devi correre in bagno. Per me scrivere è un impulso fisiologico a far uscire un flusso di parole, una specie di magma primordiale, a cui riesco a dar forma solo una volta che si è raffreddato (e ormai è passata una giornata). Così quando oso aprire il vaso di Pandora la pressione è tanto forte da farmi bucare il foglio, cioè da rendere semi-illeggibile ciò che scrivo.

Al di là delle mie grottesche eruzioni, credo che davvero tutti abbiamo qualcosa dentro che vorremmo lasciasse il segno. Tutte le forme di espressione hanno questa molla, penso alla coralità della musica o all’intensità espressiva del teatro, ma tradizionalmente lasciare un segno è soprattutto prerogativa della scrittura e delle arti visive o, più recentemente, di specifiche pratiche intermedie come il writing.

[quote align=”center” color=”#999999″]Fa parte dell’uomo da sempre quell’ancestrale bisogno di lasciare un’impronta, di incidere, di graffiare anche solo un muro o una lapide per rabbia, per amore, per raccontare una storia da eternare. Ci si potrebbe chiedere: perché allora semplicemente scrivere  e non disegnare, dipingere, scolpire o fare murales? Per una questione di accessibilità alle tecniche di base.[/quote]

@7 buoni motivi per scrivere

In diverse culture non c’è una distinzione tra disegni o forme di scrittura. Ma nella cultura occidentale la scrittura ha preso il sopravvento come veicolo per trasmettere conoscenza, mentre spesso l’arte ufficiale è stata vincolata a una funzione decorativa, celebrativa o didascalica. Questo ha fatto sì che ai giorni nostri saper leggere e scrivere sia considerato prioritario rispetto a saper disegnare o dipingere.

Insomma, la tecnica per scrivere in modo sufficientemente corretto e comprensibile la apprendono tutti e questo basta per poter anche solo fissare e trasmettere informazioni o per scrivere un diario personale o per aggiornare il proprio status in un social.

Ecco perché tutti possono scrivere: la scrittura è un medium democratico. Si potrà fare con maggiore o minore padronanza, si potrà aspirare a entrare nel gotha dei letterati o semplicemente a scrivere un diario o il proprio blog, si privilegerà la scrittura a mano o quella al pc (meglio entrambe), ma tutti possono farlo. Sarà per questo che si dice spesso, con sopracciglio alzato, che viviamo in un’epoca in cui tutti scrivono e nessuno legge.

7 Buoni motivi per scrivere

@7 buoni motivi per scrivere

[quote align=”center” color=”#999999″]Più di quello degli addetti ai lavori, è interessante il bisogno di scrivere che manifestano oggi come non mai le persone, anche solo nel mettere su un social uno sfogo giornaliero, o un selfie auto-promozionale, o innocentemente auto-motivante.
Basta però che non si riduca tutto solo a sterile narcisismo e piatta prevedibilità. Sarebbe bello che la scrittura potesse guadagnare linfa dalle contaminazioni, ma conservando un po’ di purezza. Credo che adesso possano esistere ancora dei motivi nobili universali per scrivere, che può sentire dentro anche chi sa scrivere a stento.[/quote]

1) Scrivere per sciogliere
Scrivete per decongelare quelle parole che avete cristallizzate dentro, come semini congelati che piano riaffiorano in superficie. Scrivete senza pudore di mettervi a nudo, levate gli ormeggi, sciogliete i nodi, provate vergogna solo per l’ipocrisia. Liberate quel caos che vi è rimasto sottopelle!
Dentro ogni scritto (anche inventato) che suona “vero” c’è sempre qualcosa che chi scrive non riesce a togliersi di dosso, perché vi ha nascosto i frammenti più tormentati della sua identità. Lanciarli tra le righe aiuta a disperderli nel grande flusso delle parole. Se vi hanno già fatto a pezzi, scrivete per donare i vostri pezzi al puzzle liquido del mondo.

2) Scrivere per scegliere
Scrivete per imparare a scegliere, se volete conoscere chi siete, perché voi diventerete le vostre scelte. Chiunque crei qualcosa sa che tagliare è un po’ uccidere perché tutto prenda forma e possa vivere, come quella potatura che fa crescere l’albero, anche se a volte i tagli lasciano cicatrici. C’è solo una cosa che non potrete scegliere se non potete fare a meno di scrivere: non riuscirete mai a evitare di togliervi la pelle per fare entrare gli altri nei vostri pensieri.

3) Scrivere per tornare a casa
Scrivete per accogliere voi stessi dentro la vostra casa interiore, una Wunderkammer piena di spifferi, un luogo segreto oltre lo spazio e il tempo, la vostra personalissima isola-che-non-c’è. Questo vi darà la forza di chi non ha niente da perdere, perché l’unica vera casa possibile, quella che nessuno potrà mai portarvi via, è solo quella che non c’è.

4) Scrivere per fare rete
Scrivete per espandere “io scrivo dunque sono” a “io scrivo dunque siamo”, in un abbraccio di protezione, una grande rete di emergenza dal male dell’esistenza. La versione più immediata e interattiva di questo salvagente è la scrittura sul web.
Quando scriviamo nel mare magnum del web siamo un po’ tutti naufraghi che nascondono messaggi in una bottiglia. Chi troverà il messaggio? Quanti lo troveranno leggibile? Quello che conta è il percorso più che la meta, è l’impulso di lanciare in libertà quello che è più che altro un regalo, un pane da spezzare insieme.
Come dice Cotroneo: “nessuna storia è lontana quando si scrive. E nessuna storia è di altri se poi decidi di scriverla tu”. Raccontare e scrivere sono “un modo di tradurre quello che si è in qualcosa che sono tutti da qualche parte”.
Ma come parlare a tante persone diverse? Sicuramente si dovrà rinunciare a delle parti di sè, in nome del noi, perchè l’obiettivo è non certo escludere, bensì fare rete.
Non hanno ancora inventato un modo per misurare il luccichio negli occhi di chi vi legge, ma sicuramente un messaggino in tempo reale che dice “provo questo anch’io”, oppure “mi hai aperto un mondo”, così come un “non sono d’accordo”, non ha prezzo.

5) Scrivere per sedurre
C’è un modo di scrivere un po’ “audace”: è quello in cui non sapete assolutamente cosa scriverete la prossima riga. È quello stile in cui il lettore capisce che, a prescindere dall’argomento, ci state mettendo le vostre “parti intime”.
L’intelligenza è letteralmente la capacità di intelligere, cioè di saper leggere tra le righe. Non siate ipocriti, non scriverete mai solo per passare dei contenuti significativi, ma anche per sedurre persone “intelligenti”, cioè in grado di leggervi tra le righe, di entrarvi dentro, dando il via a un intrigante gioco di vedo-non vedo.

6) Scrivere per aprire 
Scrivete per abbattere muri, per aprire mondi, per scoperchiare tombe, per far entrare aria e luce in luoghi negletti e dimenticati, scrivete per cambiare l’aria viziata degli ambienti chiusi autoreferenziali e arroganti, scrivete per aggiungere storie alla vita che portino nuova vita alla vita.
La scrittura non deve essere un compitino di facciata di frustrati portaborse del mondo della cultura, ma un respiro a pieni polmoni che si mischi con il respiro del cosmo. E se non lo sentirà nessuno, per lo meno lo sentirà il cosmo, e non è poco. Scrivete per scombinare le carte in tavola a chi scrive per rinchiudere e per rinchiudersi nella gabbia dorata dell’autolegittimazione di un fantomatico successo.

7) Scrivere per non morire 
Infine, scrivete parole che restano, anche solo per voi, per riuscire ad accettare tutto ciò che avete già perduto, che vi stanno negando adesso e quello che vi verrà portato via un domani. Scrivete come se non ci fosse un domani per ribellarvi alla morte, per sempre.

[quote align=”center” color=”#999999″]Insomma, la scrittura è bella quando ci senti la vita reale dentro e ti permettere di vivere tante vite, quando espande la tua piccola esistenza dilatandola fino all’universale; al punto che non importa più chi è che legge e chi è che scrive, perché gli scritti non sono fatti solo da chi li scrive, ma anche da chi li legge e le trame s’intrecciano con la vita. Allora, che siate lettori, scrittori o un mix dei due, disarmatevi! E lasciatevi attraversare dalle parole, ne vale la pena![/quote]

Immagini / Francesco La Barbera / Francesca Biasetton

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