Di Walter Sabatini, addii ed elezioni3 min read

22 Marzo 2016 Uncategorized -

Di Walter Sabatini, addii ed elezioni3 min read

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walter sabatini
@spazioj

Walter Sabatini se ne va.
Non è stato possibile mettere in atto la rivoluzione culturale, dice. Fino al termine di giugno sarà attento a chiudere nel migliore dei modi la sua avventura giallorossa e poi arrivederci&grazie.

La realtà è però un’altra.

Sabatini si candida sindaco di Roma.

La notizia è uno scoop e a breve (questione di ore) sarà ufficializzata dal diretto interessato.

Si tratta della Lista civica 3 pacchetti al giorno.

Walter Sabatini ha scelto un nome criptico.
Uno di quei nomi che non ti scordi, ma che lo capisce a fondo solo chi a fine serata si scartavetra via due centimetri di nicotina tra dito indice e medio.
Una recente ricerca ha sancito che il fumatore accanito è il target che si innamorerà del nuovo sindaco di Roma. Il fumatore accanito mentre cerca parcheggio a Prati la mattina alle 8,50 per la precisione. Quello che  fumando dice che in quella città non vuole più viverci.

Walter Sabatini candidato sindaco: le reazioni dalla Capitale

Anche se manca l’ufficialità non tardano ad arrivare le prime reazioni di opinion leader e avversari.

Roma fa schifo dedicherà una domenica per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle cicche gettate in terra e si domanda se quei tre pacchetti al giorno finiranno sui sampietrini a macchiare ancora una volta il decoro urbano della città e ad attentare l’incolumità dei ciclisti.

Grillo, la Raggi e Casaleggio urlano al ladro al ladro e poi dopo un’attenta ricerca degli analisti del Partito, ai più noti come Wiki e Pedia, lanciano un potente j’accuse. Infatti, ricorda Grillo affacciandosi da un balcone mani sui fianchi, tre pacchetti al  giorno per cinque anni di mandato sono 5475 pacchetti. E 5475 è un chiaro numero massonico!!!111!!11!1 ACCASA!!!!!111!

In attesa di capire da che parte stare, il Fatto Quotidiano dedica una sempreverde copertina ai flop di mercato della Roma americana.

Giachetti, dà il benvenuto al Walter. Lo chiama per nome, Matteo docet. Del resto, chiosa, si sa che la competizione in politica fa solo che bene. Quindi in bocca al lupo al nuovo concorrente e non dimentichiamo mai che il Presidente del Consiglio ai suoi tempi è stato un grande centrocampista.

Nel centro-destra caos e sbigottimento. La Meloni è in cerca del continuo accorpamento (ovviamente coatto) e dopo aver chiesto a Bertolaso di fare il city-manager proverà a coinvolgere Sabatini dandogli la scrivania da direttore sportivo della città. Dovesse chiedere anche a Gigi Proietti di fare il direttore artistico delle notti bianche avrà le elezioni in mano. O almeno il voto di mio nonno. Che è già qualcosa.

CasaPound vorrebbe dire qualcosa di arguto ma all’ultima festa hanno esagerato con la cinghiamattanza e al momento non sono in grado di proferire parola. Non che di solito siano dei fulmini di guerra, ma stavolta davvero sembrano dei coglioni, tipo quelli di CasaPound dopo che hanno esagerato con la cinghiamattanza.

Intanto secondo il Corriere dello Sport la prossima campagna acquisti della Roma la farà un software. Non oso pensare alla complessità degli algoritmi che lo regoleranno, però mi sento di dire che per renderlo inespugnabile dovrebbe avere un sistema captcha basato sulle interviste di Aldair. Ma il rischio che neanche l’operatore di macchina non ci capisca poi un cazzo è altissimo.

E io, intanto, che conosco a memoria le interviste di Mazzone, ho scritto alla Meloni per offrirmi come ghostwriter. Penso che sarebbe davvero l’apice della mia carriera da scrittore. Penso che per la prima volta mi sentirei pienamente realizzato. Penso che per la prima volta, seppur solo fosse un Si faccio tre vengo sotto la curva, li mortacci vostra e delle ruspe, farei dire qualcosa di senso compiuto alla Meloni.

Penso troppo.

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Anche noto come Coso. Classe 1981, attualmente in vita. Nasce brutto e povero e non potendosi permettere di cambiare vita chirurgicamente è costretto a vendere il suo corpo al giornalismo, ma nessuno se lo compra. Casca, si rialza, non se rompe. È tipo il pongo. Scrive cose, fa lavatrici.
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