Vienna, weekend nella città imperiale3 min read

19 Dicembre 2013 Viaggi -

Vienna, weekend nella città imperiale3 min read

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Vienna è una città imperiale, maestosa, travolgente nella sua bellezza classicheggiante. È normale all’inizio essere smarriti: ovunque guardiamo vediamo qualcosa di una bellezza che toglie il fiato. Qualsiasi strada che percorriamo sembra trovarsi nel centro della città, qualsiasi chiesa sembra esserne il Duomo.

È Vienna. Tutto qui è grandioso, e questo ci stupisce e disorienta. Ci spostiamo sul marciapiede per pedoni lasciando passare le bici, magari i mozziconi di sigarette li buttiamo anche per terra, ma sempre con una sorta di inquietudine di sottofondo. Di sicuro i biglietti per la metro li compriamo. Magari, tentennando appena, addirittura li timbriamo.

Ci incamminiamo sotto braccio attraverso la città, i suoi palazzi, i dipinti che ti fanno vedere la luce, gli orizzonti che ti illuminano. Paesaggi viennesi che, come sempre, fotografiamo: con la macchina per appenderli ai nostri muri, con i cuori per aggiungerli alla nostra storia.

Non me ne voglio andare da questo impero ormai invisibile alle capitali europee più in voga. Qui diventa un gioco da ragazzi entrare al Caffè Mozart e chiedere dolci inventati, quando il giorno prima abbiamo pagato perché ci tenessero la giacca (i guanti, la sciarpa, il cappello e il secondo maglione..) mentre sorseggiavamo un delicato tè, pronunciando distinti apprezzamenti sulla deliziosa torta che stavamo assaggiando col nostro, ormai raffinato, palato.

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Vienna, cosa vedere

Vale la pena andare a vedere la maestosa Casa Imperiale Estiva che si trova appena fuori Vienna. Noi ci andiamo standoci vicine dato che fa un freddo becco. Andiamo mentre battiamo i denti, parliamo poco e teniamo la schiena piegata. La Casa Imperiale è uno spettacolo che non dimenticherò mai, dove la sete di infinito dell’uomo viene, per un istante che dura una mattinata intera, placata. Dove gli occhi si riempiono di bellezza, il cuore si apre e l’anima respira e sta lì. Perché ne vuole godere finché riesce. Lo vuole guardare per imprimerlo il più possibile dentro di sé, anche se sa che non ci riuscirà non può non fare questo tentativo, non può non provare a fermare l’infinito. E noi per una mattina lo fermiamo, senza neanche accorgercene, con la leggerezza che è nostra.

Non sarà senz’altro il viaggio migliore che abbiamo fatto, non so neanche quale sia il viaggio migliore che abbiamo fatto, perché ognuno è diverso dall’altro. Però in questo abbiamo creato il contesto più magico che c’è, sullo sfondo un castello illuminato e noi che pattiniamo, magari con poca leggiadria, ma con perfetta sintonia, in mezzo a un impero, tra cotolette, colazioni salate, pail e maglioni del Perù. In mezzo a parole impossibili da leggere, a carrozze e in mezzo a città deserte che paiono film dell’orrore.

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Vienna, dove dormire

Abbiamo provato l’ostello MEININGER Hotel Wien Downtown Franz e non è affatto male. Situato nel quartiere di Leopoldstadt, a 3 km dal quartiere dei musei, tra il Parco Augarten e il Danubio, l’ostello è dotato di cucina comune e wi-fi e una camera matrimoniale costa circa 40 euro.

Vienna, dove mangiare

Un buon ristorante a prezzi abbordabili può essere il Figlmueller, Baeckerstrasse 6, 1010. Provate il piatto tipico, la Wiener Schnitzel,  sottile fetta di vitello impanata e fritta nello strutto. È deliziosa!

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Il primo grande viaggio lo intraprendo nel 1986, per arrivare qui, mondo dove rimarrò fino ad oggi e, mi auguro, ancora per un po’. Cresco, imparo a parlare con la parola “Coca – Cola” disegnandomi così precoce figlia del consumismo. Gioco nei primi anni e studio in quelli dopo. Cade a fagiolo che scrissi una tesina proprio sul viaggio. Ne iniziai uno iscrivendomi all’Università di Terapia Occupazionale e trascorsi qui gli anni migliori, finora. Me ne andai un po’ in giro per l’Europa, tornai. Me ne andai a fare un salto in Kenya, tornai. Me ne stetti un po’ in Perù e tornai anche da lì. Ritornano sempre. Strimpello la chitarra, ma la gente mi supplica di smettere. O comunque di non accompagnare gli accordi con il mio canto. Forse anche per questo preferisco i libri alle persone. A tempo perso lavoro in un ospedale geriatrico a Milano. Magari domani partirò. Magari invece no.
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