Vicenza, il solito psicodramma da calciomercato2 min read

5 Febbraio 2016 Uncategorized -

Vicenza, il solito psicodramma da calciomercato2 min read

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psicodramma calciomercato
@vicenzacalcio.com

Ogni sessione di mercato del Vicenza Calcio regala emozioni indimenticabili. Per lo più grasse risate (ovviamente mai le nostre), sensazioni di sbigottimento (e qui cominciamo a intervenire pure noi) ma soprattutto imprecazioni (e di quelle ci prendiamo il 100% del copyright). Non c’è niente da fare, ogni anno si ricomincia sempre da capo. Hai voglia a sperare che per una volta la storia non sia la stessa… Niente, si arriva alla fine, all’ultimo giorno, e parte il solito psicodramma collettivo. Quello in cui ti ritrovi a organizzare persino campagne online per non svendere il pezzo più pregiato e riuscire a pagare le bollette da qui a fine anno, o a cercare allucinato informazioni su giocatori di cui non hai mai sentito parlare.

D’altronde, però, è proprio all’ultimo giorno di mercato che si rivela la vera natura di un “progetto” societario. E’ in quel momento, infatti, che le società si dividono in due categorie: da un parte quelle con una programmazione seria, che non hanno necessità di vendere e che cercano di fare affari o investire, dall’altra quelle disperate che si ritrovano a scegliere tra nomi mai sentiti per mettere una pezza a delle falle evidenti in rosa. Noi, al di fuori da ogni dubbio, anche quest’anno ci siamo ritrovati tra le seconde, ed è questo l’unico dato di fatto che conta, quello che alla fine di tutto rimane e che poi ti ritrovi al Menti a indossare i colori biancorossi.

Al netto della sfortuna, vedi l’infortunio di Manfredini, e di una serie di fesserie su Raicevic – venduto almeno 4 o 5 volte in 2 giorni, questa cosa di “tirare scemi” i tifosi per inseguire lo scoop sarebbe anche ora di finirla – quello che è evidente è che noi al mercato ci andiamo per scommettere. Non si spiega in altro modo l’aver mandato via tutti quelli che erano arrivati in estate (Pettinari, Mantovani, Rinaudo, Gatto, Pazienza, Gagliardini e via dicendo) per sostituirli ora con una nuova infornata, oppure la possibile svendita di giocatori che, lo sanno tutti, a fine anno sarà possibile vendere almeno al doppio di quello che ti offrono ora. E’ il motivo per cui, quando sentiamo parlare di “progetto” o di un Raicevic che sarebbe “deluso” per il mancato trasferimento, si arriva al travaso di bile.

Perché aspettiamo ancora che qualcuno venga a darci spiegazioni su cosa o come il Vicenza abbia mai guadagnato dai vari affari Possebon, Yossou Lou, Giani, Spiridonovic, Serafini, Braiati, Paro, Baclet, Arma, Padalino, Minieri, Bojinov, Laczkó, Bessa, Forò, Bellazzini o Imparato, tanto per citarne alcuni. Su questo, “una valutazione a 360 gradi”, come dice uno dei presidenti, quando la facciamo? Al prossimo ripescaggio?

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Collettivo della curva sud del Romeo Menti, teatro delle imprese del Lanerossi Vicenza. Qui saremo la sirena d’allarme per un calcio moderno alla deriva: in trasferta ci portiamo il cabernet, non la tessera. Allo stadio andiamo con la sciarpa biancorossa, non i bastoni. Potrà cambiare il clima ed il cielo, mai la nostra bandiera, biancorossa per sempre.
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