Viaggio in Islanda: 15 cose da fare tra ghiacci ed ex vulcani25 min read

30 Maggio 2016 Viaggi -

Viaggio in Islanda: 15 cose da fare tra ghiacci ed ex vulcani25 min read

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Viaggio Islanda Íþróttamiðstöðin Borgarnes
Íþróttamiðstöðin, piscina pubblica a Borgarnes

3. Invidiare i bambini islandesi in una piscina scoperta

Gli islandesi si muovono in senso antiorario nelle piscine delle loro città: per far spazio all’ultimo arrivato, ciascuno si sposta un po’ più a destra. Nelle vasche più piccoline a un certo punto qualcuno deve andare via perché quasi non ci si sta tutti. Ma le sere d’inverno, durante una delle non rare spaventose tempeste di mare o di terra, nessuno vuole alzarsi. E allora ci si stringe un po’ di più.

“Flott!” dicono, appena dentro l’acqua, uomini e donne di ogni età. Vuol dire più o meno “Figo!” oppure “Cool!” ed è ciò che si tende ad esclamare dopo i 7-8 secondi in balia degli elementi, necessari a raggiungere le piscine e durante i quali un adulto di razza mediterranea, seminudo dentro una tormenta di neve, può seriamente pensare di non sopravvivere. Un bambino islandese invece no. I bambini islandesi, quando sono molto piccoli, di pomeriggio dormono rigorosamente all’aperto. Non importa che tempo faccia. I loro genitori li coprono per bene, li mettono in un passeggino e poi li piazzano nel giardino di casa possibilmente vicino a una finestra. Serve a fortificarne fisico e carattere, dicono loro. Non so se serva davvero a fortificare qualcosa, ma so di certo che nelle piscine islandesi c’è sempre una manica di piccoletti biondi che si arrampica su per le scale degli scivoli. Anche mentre nevica, senza battere ciglio.

In qualche modo ce l’ho fatta anch’io a raggiungere la fluida salvezza georiscaldata. Una volta dentro, ho cercato di ridurre al minimo i centimetri quadrati del mio corpo esposti alla furia di un vento che agitava fragorosamente le bandierine triangolari tese tra i due bordi della vasca, grande al punto da non farmi intendere le parole dell’impiegato con cui avevo attaccato bottone. Passandomi una mano tra i capelli potevo percepire il gelo del mini-accumulo di ghiaccio che stava rinfrescando la mia estremità meno fortunata.

Poveri islandesi, scriveva Leopardi. Sarà. Io sono rimasto a lungo sdraiato in cima al mondo dentro il brodo primordiale della piscina pubblica di Borgarnes. E, felice, ho pensato un po’ anche a te, amato Giacomino. Flott.

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Nato nella Murgia barese 29 anni fa, da allora vaga in cerca di un ramo dove sedersi a riflettere sull'esistenza. Le sue principali fonti di ispirazione sono i cinema di venerdì, le biciclette in salita, le bussole che puntano ad Ovest, i pub di Oxford e l’Islanda, dove un giorno è finito dentro un vulcano. Ogni tanto prova a raccontare storie di sport e varia umanità in giro per l'internet.
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