Il vero business è il cibo: dovrei studiare e cercare lavoro lì?4 min read

9 Aprile 2018 Cucina -

Il vero business è il cibo: dovrei studiare e cercare lavoro lì?4 min read

Reading Time: 4 minutes

Le Nius va a scuola: abbiamo incontrato le terze medie dell’Istituto Vittoria Colonna di Milano, anche quest’anno, e gli abbiamo raccontato cos’è Le Nius, come si scrive per il web e abbiamo provato a rispondere alle domande dei ragazzi. Poi abbiamo invitato chi lo desiderava a scrivere un post. Questo articolo è di Federica Enrico.

business del cibo

Siamo sinceri: oggi intorno al cibo ruota un business e un eccesso di attenzione che coinvolge molti media e settori lavorativi. Si parla di cibo ovunque. In televisione se ne parla nei programmi serali e negli spot che richiamano l’attenzione sulla fame nel mondo. Forse, mi chiedo, dovrei indirizzare le mie scelte per gli studi superiori e lavorative e inseguire questo boom?

Cucina, cibo e programmi TV tutti uguali

Se accendiamo la televisione veniamo sommersi da una quantità infinita di programmi di cucina. Programmi curati da giornalisti, massaie, attori o chef, più o meno stellati.

Guardiamo trasmissioni sulla cucina che ci conducono in giro per il mondo e a scoprirlo dal punto di vista del cibo e della cucina locale. Un po’ come dei documentari. E altre che vogliono farci riscoprire le nostre tradizioni culturali legati al cibo e alla cucina.

Poi ci sono i format come Masterchef o Cucine da Incubo che sono girati in tutto il mondo allo stesso modo. Sono come delle fotocopie. Al format televisivo non manca nessun tipo di cucina: dal fast food alla cucina slow food, all’alta pasticceria. Fino alle sfide tra produttori di cupcake!

E i partecipanti sono di tutti i tipi, aspiranti chef, personaggi famosi o bambini. Si possono vincere soldi, ristrutturazioni, e fare delle donazioni ad enti benefici.

Dalle cucine, ai libri, alle app

Ma il cibo e la cucina non sono solo in televisione. Ci sono molti, tanti corsi di cucina curati da chef famosi nei grandi hotel di Milano. Si fanno feste di compleanno per bambini dove si cucinano biscotti o pizzette.

Se entriamo in libreria il nostro occhio è attratto da centinaia di libri di cucina con immagini colorate e invitanti. E non vogliamo parlare degli accessori venduti insieme alle riviste?

Mia madre è una collezionista di tutti quei gadget, di cui alcuni inutili. Quello che sbuccia, taglia a spicchi e toglie contemporaneamente il torsolo alla mela, per esempio: come possiamo vivere senza? E come non rammentare l’imbarazzante paletta da dolci con la musichetta a tema per tutte le ricorrenze?

Poi c’è l’internet, con i blog e i tutorial di cucina. E non vogliamo nominare le app?

Ci sono delle app che ti segnalano dove è posizionato il tuo furgone di street food preferito. Quelle che ti indicano i migliori ristoranti della zona e quelle che se gli comunichi cosa stai cucinando ti inviano il vino giusto da abbinare.
Adesso è anche di gran moda, in una città come Milano, ordinare il cibo. E visto la quantità di ciclisti che lo consegnano direi che funziona!

E quando il cibo manca per davvero?

Quando si tratta di fame e delle malattie che ne derivano e coinvolgono ancora troppi paesi nel mondo, la televisione si autoassolve trasmettendo gratuitamente le pubblicità per aiutare i vari enti e organizzazioni benefiche.

Dopo questa breve e amara riflessione, io da tredicenne mi pongo alcune domande riguardo al ruolo del cibo e della cucina oggi e al mio futuro lavorativo.

Ma quanti soldi ruotano intorno al cibo e a tutto quello che gli sta intorno? Nello scegliere il mio futuro corso di studi, forse devo tenere conto di tutta l’attenzione che ruota attorno al cibo, poiché comunque è un argomento che suscita interesse e smuove capitali.

Escludendo a priori un futuro da chef, visto il boom di iscrizioni che hanno registrato le scuole alberghiere negli ultimi anni, mi chiedo quali possano essere le possibili scelte per un futuro legato al settore del cibo.

Dall’ambito pubblicitario e televisivo, al packaging, al design che cura dal cucchiaino alla ristrutturazione di negozi, a tutte le cucine etniche, vegane o alimentari per celiaci.

E in caso sarà meglio specializzarsi in una nicchia di mercato (celiachia, veganesimo, ecc.) o in quello di massa?

Ritengo che quello legato al cibo, oggi, sia uno dei settori che offre più prospettive e sbocchi lavorativi. Tutto sta nel capire quale potrà essere mai il mio posto in questo “mondo” e se il trend sarà ancora questo tra 10 anni.

Forse il vero segreto è avere una idea visto che quello che ci viene proposto oggi (e che vende) non è più il prodotto in sé, ma è l’idea giusta per venderlo.

CONDIVIDI

Il progetto "Le Nius a Scuola" porta i redattori di Le Nius a scuola a raccontare come funziona la comunicazione digitale, spiegare alcune competenze e accompagnare gli alunni nella elaborazione di un prodotto digitale. Molti alunni ci hanno inviato i loro articoli che abbiamo letto, editato e pubblicato. Crediamo ne valga la pena.
Commento
  1. Tiziano Bello

    Il cibo, inteso come produzione, conservazione e distribuzione e' sempre stato, per ovvie ragioni, un grande, anzi un enorme business e lo sara' anche nel futuro dove dovremo alimentare oltre 7 miliardi di persone nel mondo. A chi e' interessato a questo settore, suggerisco di frequentare i corsi di laurea (triennale e magistrale) per Dottore Tecnologo Alimentare delle varie facolta' di Agraria delle nostre universita' italiane. Gli scenari e le possibilita' di realizzazione personale nell'ambito lavorativo sia come dipendente che come libero professionista sono realmente sconfinate.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

TORNA
SU