Vecchie console, nostalgia e design10 min read
Reading Time: 8 minutesVecchie console: Wondermega
Trovarsi a sfogliare oggi, nel 2015, una vecchia rivista di videogiochi con le inserzioni dei negozi specializzati pubblicizzanti macchine relativamente oscure e di nicchia, diciamo il Neo Geo per esempio, porta con sé il ricordo potenziale di anni vissuti in modo diverso, anni altri, per di più ricamati attraverso la filigrana della sensibilità suggerita dal design delle console stesse, e tutta un’antologia di sogni retroversi sui titoli che avrei giocato, le edizioni che avrei collezionato e il genere di classici che avrei assaporato.
Ed è dolce naufragare in questi pixel.
JVC sferrò un colpo micidiale al mio giovanissimo cuore quando nel 1992 commercializzò Wondermega, unità che combinava in un unico pezzo Sega Mega Drive con il suo lettore ottico dedicato Mega CD. Con le sue linee retro-futuristiche, più che una console sembra un apparecchio elettronico che Creamy potrebbe utilizzare nella sua cameretta per riprodurre dei video musicali olografici. O un MAG, quei fidati assistenti robotici che ci accompagnavano nei meandri delle rovine di Phantasy Star Online.
Victor rilasciò il sistema negli Stati Uniti con il nome di X’eye e un design rivisto (non sto nemmeno a sottolineare che fu impossibile migliorare la perfezione) ma noi europei, come spesso accadeva a quei tempi, rimanemmo a bocca asciutta. E per un bambino di dieci anni, era davvero un sogno impossibile importare una console da Oltreoceano, in un mondo di Internet primordiale e fax.
Il lettore ottico di Wondermega aveva dei led colorati che non avrebbero sfigurato su un mecha di Robotech, il font ufficiale con cui veniva scritto il suo nome richiamava smaccatamente quello di Ys o di Phantasy Star 2 e tra gli accessori in dotazione c’era una vera tastiera musicale: in questa console la quota stilistica e commerciale dell’elettronica giapponese di fine anni ’80 è espressa al punto tale che potrebbe sembrare un omaggio postumo o una parodia…
La seconda iterazione, rilasciata da Victor sul mercato giapponese nel 1993 (e malauguratamente basata sul design della versione americana), aggiungeva addirittura i controller wireless, una feature davvero fantascientifica per i tempi, che aumentava ancora di più la sensazione che il marchingegno si fosse materializzato da una tavola di Haruhiko Mikimoto o Kosuke Fujima.
Stefano
Bell'articolo! È sempre un piacere leggerti. Il wondermega non lo conoscevo neanche.
Phil
Davvero! Io non ne conoscevo nessuno, ovviamente XD Mi hai quasi fatto venir voglia...