Una nuova generazione di tennisti italiani4 min read

7 Febbraio 2015 Uncategorized -

Una nuova generazione di tennisti italiani4 min read

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tennisti italiani
Gianluigi Quinzi | @italianbloggers.it

I risultati dell’Australian Open appena concluso hanno senza dubbio dato grande visibilità al tennis italiano. La bella affermazione di Fognini e Bolelli nel doppio, cinquantasei anni dopo la vittoria di Pietrangeli e Sirola a Parigi, e l’impresa di Andreas Seppi, capace di battere Roger Federer al terzo turno giocando il miglior tennis della sua carriera, hanno trovato ampio spazio sulle prime pagine dei quotidiani sportivi.

Negli ultimi anni i tennisti italiani sono riusciti a ottenere qualche buon risultato dopo un periodo di vuoto assoluto, lo dimostrano anche le ultime edizioni di Coppa Davis e in particolare la semifinale dello scorso anno contro la Svizzera. Il futuro, però, è un grosso punto interrogativo, basta dare un’occhiata al Ranking ATP per notare che al momento l’Italia ha soltanto quattro giocatori fra i primi 100 del mondo: Fabio Fognini, Andreas Seppi, Simone Bolelli e Paolo Lorenzi. In prospettiva ciò non è confortante, visto che il più giovane dei quattro (Fognini) va per i 28 anni, mentre Bolelli e Seppi quest’anno spegneranno rispettivamente 30 e 31 candeline e Lorenzi viaggia per le 34 primavere. E i ricambi? Tardano ad arrivare.

La nuova generazione di tennisti italiani: non solo Quinzi

La generazione più promettente è quella nata nella metà degli anni ’90, con i vari Donati, Napolitano e ovviamente Gianluigi Quinzi, già campione juniores a Wimbledon e forse per questo troppo caricato di pressioni. Dei tre Matteo Donati è quello al momento con la migliore classifica: numero 411 del ranking, nato nel 1995 ad Alessandria e allenato da Massimo Puci, Donati fa del servizio e del rovescio bimane le sue armi migliori. Dopo un buonissimo 2013, la scorsa annata è stata caratterizzata da luci e ombre anche se ad agosto ha ottenuto il suo best ranking (284). Quest’anno non è ancora sceso in campo e al momento è ancora impegnato in un duro lavoro atletico che terminerà a fine febbraio, dopodiché dividerà il calendario tra Futures e Challenger.

Chi è già nel vivo della stagione è Stefano Napolitano, coetaneo di Donati e numero 450 del mondo, attualmente il suo best ranking. Quest’anno ha già raggiunto una semifinale e un quarto di finale in due Futures tunisini e ha anche tentato la strada delle qualificazioni per gli ATP di Doha e Zagabria senza successo. I progressi comunque non mancano e il servizio di questo ragazzone di quasi due metri è già un colpo tremendamente efficace. Di Gianluigi Quinzi si è parlato tantissimo negli ultimi anni: numero 1 a livello juniores, campione in tale categoria a Wimbledon 2013, ma incapace di confermarsi subito fra i grandi come successo ad altri “baby” quali Kyrgios, Coric o Zverev. Il 2014 del marchigiano è stato più che complesso, tra problemi al polso e cambi di allenatore i risultati in campo non si sono visti e ad oggi la classifica lo vede ancora fuori dai primi 400 del mondo, anche se il tempo è tutto dalla sua parte.

Tra la categoria dei “vecchi” e quella dei “teenager” ce n’è però una intermedia, formata da ragazzi nati a cavallo tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta che per un motivo o per l’altro non sono ancora stati in grado di farsi spazio nel tennis che conta. Seguendo l’ordine di classifica il primo della lista è Marco Cecchinato, classe ’92, palermitano e allenato da Cristian Brandi, attualmente numero 157 del mondo. Nel 2013 ha vissuto un’ottima stagione vincendo i Futures di Umago e Modena e soprattutto il Challenger di San Marino. Lo scorso anno ha provato più volte le qualificazioni per i tornei ATP, riuscendo a centrare l’ingresso nel main draw di Umago e Stoccarda e onorando la wildcard concessagli dagli organizzatori degli Internazionali d’Italia grazie ad una bel match giocato contro l’olandese Igor Sijsling. Anche il 2015 è iniziato nel segno delle qualificazioni, una scelta giusta per un ragazzo che ha le qualità per ambire quantomeno ad un posto nei primi 100.

Alla posizione 194 troviamo Stefano Travaglia, marchigiano classe 1991, frenato nel 2011 da un brutto infortunio che gli è costato la rottura di tendini e legamenti del polso destro. Allenatosi a lungo in Sudamerica, Travaglia è uno dei tanti italiani che cerca di districarsi al meglio nel circuito minore, sognando un approdo nel tennis che conta. In cerca di rilancio anche Thomas Fabbiano (253 ATP), venticinquenne di Grottaglie che nel 2013 sembrava poter dare una svolta alla sua carriera: dopo aver vinto il Challenger di Recanati riuscì a superare le qualificazioni per lo US Open e disputò un buon match contro Milos Raonic. Nell’ultimo anno però sono arrivate poche vittorie e la poca pesantezza nei colpi, dovuta alla stazza fisica tutt’altro che imponente, è un handicap difficile da aggirare.

Il compito di Matteo Trevisan, ex numero 1 al mondo under 18, è invece quello di aggirare la sfortuna che sin da giovanissimo lo ha costretto a fare i conti con un numero enorme di problemi fisici. Nel 2013 si è ritrovato fuori dai primi 1000 della classifica, pian piano è riuscito risalire e oggi è numero 389. Compirà quest’anno ventisei anni e anche se le aspettative di qualche anno fa non verranno mantenute c’è ancora tempo per prendersi qualche rivincita.

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Classe 1991, nato a Palermo e cresciuto a pane (e panelle), Milan e fumetti Disney. Folgorato da Federer durante Wimbledon 2003, ho iniziato ad interessarmi anche al tennis, praticandolo da autodidatta e con pessimi risultati. Divoratore di pizza, appassionato e ossessionato da ogni tipo di statistica, studio Comunicazione ma odio comunicare.
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