Surrealismi romanisti1 min read

15 Marzo 2016 Uncategorized -

Surrealismi romanisti1 min read

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surrealismi romanisti
@asroma.com

Forse siamo diventati grandi.

Ho detto forse! Che è quella corsa verso le edicole, adesso?

Che poi chi va in edicola, ancora, a comprare giornaletti per soli adulti? Da quando serve essere grandi per fare certe cose? E poi c’è internet.

Abbiate pazienza.

Suvvia.

Siamo diventati grandi, però. Forse, dicevamo.

Perché in un momento qualsiasi tra la settima e l’ottava vittoria, quindi negli ultimi otto giorni, ci saremmo trovati davanti, che ne so, un mio padre a caso, tanto per dire qualcuno che ci avrebbe detto:

OPZIONE A

Lo vedi? Se non perdevamo cinque punti con (inserire due pareggi squallidi e una sconfitta a caso) a quest’ora stavamo lì e ce la giocavamo. E col Napoli c’è ancora lo scontro diretto. LO VEDI?!?!

OPZIONE B

Le vinciamo tutte! Le vinciamo tutte e all’ultima giornata sorpassiamo la Juve. Guarda ho fatto una tabella.

Opzione A&B.

Periodi ipotetici dell’irrealtà o della surrealità* romanista.

Surrealismi romanisti.

Un tempo sulle ali di quel tipico entusiasmo proveniente da Certaldo saremmo partiti per la tangente e lo schianto alla fine sarebbe stato abnorme.

Oggi non mi pare di sentire né recriminazioni né speranze da quattro soldi e la cosa devo ammettere

che mi fa piacere.

Sarebbe bello sognare una rimonta.

E sarebbe ingiusto recriminare su una partita che si è giocata e dove non ti ha rubato niente nessuno.

Allora va bene così.

Accettiamo di essere cresciuti e magari dall’anno prossimo iniziamo pure a vincere qualcosa in più.

Quel poco che basta per non recriminare come nell’opzione A e non esagerare nei sogni come

nell’opzione B. Forse la ricetta per vincere sta tutta lì. A metà strada tra due isterismi che

conosciamo fin troppo bene.

*Vedi prossima edizione de Neologismi romanisti

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Anche noto come Coso. Classe 1981, attualmente in vita. Nasce brutto e povero e non potendosi permettere di cambiare vita chirurgicamente è costretto a vendere il suo corpo al giornalismo, ma nessuno se lo compra. Casca, si rialza, non se rompe. È tipo il pongo. Scrive cose, fa lavatrici.
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