Studenti stranieri in Italia: quanti sono, da dove vengono, dove studiano36 min read

16 Settembre 2022 Dati migrazioni Educazione -

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Studenti stranieri in Italia: quanti sono, da dove vengono, dove studiano36 min read

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Gli studenti stranieri in Italia sono una fetta sempre più importante della popolazione scolastica nazionale. È ormai un fatto consolidato. Ma quanti sono esattamente gli alunni stranieri in Italia? Da dove vengono? In quali territori sono più presenti? Quali scuole scelgono?

Rispondiamo a queste e altre domande utilizzando i dati del rapporto Gli alunni con cittadinanza non italiana del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) con riferimento all’anno scolastico 2020/2021.

Quanti sono gli studenti stranieri in Italia

A partire dagli anni ottanta, quando studenti e studentesse con cittadinanza non italiana erano poche migliaia (0,06% del totale nell’anno 1983-1984) abbiamo avuto una costante crescita, sia in termini di valore assoluto che percentuale. Ancora vent’anni fa, nell’anno scolastico 1996/1997 erano 59 mila, lo 0,7% della popolazione scolastica; oggi gli studenti stranieri in Italia sono 865 mila, il 10,3% del totale.

studenti stranieri 2021

Dal 1995 a oggi il numero di studenti stranieri in Italia è aumentato in maniera esponenziale. Tuttavia, per la prima volta da quando sono iniziate le rilevazioni, nel 2020/2021 si è registrato un calo rispetto all’anno precedente: da 877 mila a 865 mila.

Nonostante il calo di 11 mila unità la presenza degli alunni con cittadinanza non italiana rimane uguale in termini percentuali perché è diminuito anche il totale degli studenti di quasi 121 mila unità (-1,4%). Questo rallentamento potrebbe essere transitorio e legato alla pandemia da Covid-19, in particolare per quanto riguarda la scuola (non obbligatoria) dell’infanzia.

Diminuiscono gli studenti italiani

Il calo dell’ultimo anno segue anni in cui la crescita numerica degli alunni stranieri in Italia aveva già subito un forte rallentamento, nonostante l’attenzione mediatica sul tema dell’immigrazione suggerisca il contrario. Tra l’anno scolastico 2008/2009 e il 2012/2013 la crescita annua è calata costantemente dal 9,6% al 4,1%, mentre a partire dall’anno scolastico 2013/2014 oscilla intorno all’1-2%, per arrivare al -1,3% dell’ultimo anno.

Guardando a periodi più lunghi, nel decennio 2010/2011 – 2019/2020 gli studenti stranieri sono complessivamente aumentati del 23,4% (166 mila persone), una crescita molto minore rispetto a quella del decennio 2000/2001 – 2009/2010, quando l’incremento era stato del 357,1% (526 mila persone).

La percentuale degli alunni stranieri, tuttavia, risulta in aumento anche perché diminuisce la popolazione scolastica italiana con cui raffrontarla. Gli studenti con cittadinanza italiana sono infatti diminuiti negli ultimi cinque anni di quasi 418 mila unità (-5,3%).

La maggior parte degli studenti stranieri è nata in Italia

La seconda considerazione è che la maggioranza degli alunni stranieri – il 66,7% – è nata in Italia. Si tratta dei cosiddetti immigrati di seconda generazione, bambini/e e ragazzi/e che in molti casi parlano l’italiano come prima lingua, tifano per il Milan e passano i loro pomeriggi all’oratorio. Figli di genitori nati all’estero, molti di loro sono italiani in tutto e per tutto, tranne che per i documenti.

Questo gruppo è cresciuto di 74 mila unità negli ultimi 5 anni (+14,7%) e di oltre tremila unità rispetto all’anno precedente (+0,6%). Dai dati emerge che gli studenti di seconda generazione rappresentano l’unica componente in crescita della popolazione scolastica. Nel 2020/2021, infatti, gli studenti stranieri nati all’estero sono diminuiti di oltre 14 mila unità, e quelli con cittadinanza italiana sono calati di quasi 110 mila unità rispetto all’anno precedente.

D’altra parte, i dati sulla popolazione straniera dipendono anche dai criteri secondo cui una persona viene considerata o meno cittadina italiana. Se la tanto dibattuta riforma della cittadinanza che avrebbe introdotto i principi dello ius culturae e dello ius soli temperato fosse stata approvata, oggi staremmo parlando di ben altri numeri e l’incidenza degli alunni stranieri sarebbe di molto inferiore al 10%.

Da dove vengono gli studenti stranieri in Italia

In Italia sono presenti quasi 200 nazionalità di provenienza diverse. La maggioranza proviene da un gruppo ristretto di paesi, alcuni dei quali sono aree di emigrazione storica verso l’Italia, come la Romania, l’Albania e il Marocco. Sono dati che si riflettono anche nella composizione della popolazione degli alunni stranieri in Italia.

studenti per cittadinanza 2021

 

Il paese di provenienza più rappresentato nella scuola italiana è la Romania con oltre 154 mila studenti, il 17,8% degli alunni con cittadinanza non italiana. Seguono Albania (13,5%), Marocco (12,6%), Cina (5,9%) e poi Egitto, India, Moldavia, Filippine, Pakistan, Bangladesh.

Nell’ultimo anno si registra un calo di quasi tutti i paesi tranne Marocco ed Egitto, con quest’ultimo che sta incrementando notevolemente il numero di alunni negli ultimi anni. Sul lungo periodo spicca l’evoluzione della presenza cinese nelle scuole italiane, aumentata di 18 mila unità in 10 anni, nonostante il calo di cinquemila unità dell’ultimo anno. Un’altra caratteristica interessante della popolazione scolastica di origine cinese riguarda l’alta percentuale di studenti nati in Italia (86%). Dati notevoli sulle seconde generazioni riguardano anche gli studenti di origine marocchina (76% dei quali nati in Italia), albanese (75%) e filippina (73%).

La distribuzione territoriale degli alunni stranieri in Italia

Il dato nazionale del 10,3% sintetizza una realtà molto diversificata a livello territoriale. Gli studenti stranieri tendono infatti a concentrarsi nelle regioni del centro-nord, mentre nelle regioni meridionali l’incidenza è inferiore alla media nazionale.

La Lombardia è la regione con il più alto numero di studenti di origine straniera, ospitando da sola oltre un quarto del totale presente in Italia (circa 221 mila), mentre l’Emilia Romagna è quella con la più alta percentuale di alunni stranieri sulla popolazione scolastica regionale (17,1%), seguita da Lombardia (16%), Toscana (14,5%), Veneto (14,1%), Liguria, Piemonte e Umbria. Le regioni del sud presentano percentuali che variano tra il 7,6% dell’Abruzzo e il 2,7% della Sardegna.

Restringendo il campo alle province, in quella di Milano si trova il maggior numero di studenti con cittadinanza non italiana (quasi 80 mila), seguita da Roma (oltre 64 mila) e Torino (oltre 39 mila). Le altre province sono, nell’ordine: Brescia, Bergamo, Bologna, Firenze, Verona, Modena e Padova.

Se si guarda però la percentuale sulla popolazione scolastica locale la classifica è un’altra e vede al primo posto Prato, con il 28% di studenti stranieri, seguita da Piacenza (23,8%) e Parma (19,7%). Più avanti, ma sempre al di sopra della media italiana, troviamo Cremona, Mantova, Asti, Brescia, Lodi, Milano e Modena.

 

A livello comunale i dati evidenziano come alcune comunità siano particolarmente radicate in determinate aree. In alcuni comuni del Lazio, come Tivoli e Guidonia, il 60-65% circa degli studenti stranieri è di cittadinanza rumena. Nei comuni di Sassuolo, Cento, Vercelli e Imola, la presenza di studenti marocchini varia tra il 24% e il 40% del totale. I cinesi sono presenti in modo massiccio nei comuni toscani di Prato (60,3%), Campi Bisenzio (59,3%) ed Empoli (34,4%).

A livello comunale i dati evidenziano come alcune comunità siano particolarmente radicate in determinate aree. In alcuni comuni del Lazio come Tivoli, Guidonia Montecelio, Monterotondo e Aprilia gli studenti stranieri di cittadinanza rumena raggiungono percentuali tra il 43% e il 64% del totale degli studenti con cittadinanza non italiana. Anche il comune di Moncalieri, in Piemonte, accoglie una quota di studenti rumeni che supera il 40%.

Gli studenti di origine albanese incidono in misura maggiore in alcuni comuni (Pistoia, Savona, Asti, Foligno e Faenza) con una percentuale che va dal 53% al 34%. Nei comuni di Sassuolo, Cento, Vercelli e Imola, è forte la presenza di studenti provenienti dal Marocco che varia tra il 40% e il 24% del totale. Gli alunni provenienti dalla Cina confermano la loro massiccia presenza in Toscana nei comuni di Prato (60%), Campi Bisenzio (56%) ed Empoli (34%) e a Montebelluna (Veneto) 28%.

Questi casi particolari mettono in luce il rischio di una distribuzione non equilibrata degli alunni con background migratorio nelle scuole e nelle classi. Nel tentativo di favorire l’inclusione scolastica il MIUR ha fissato alcuni criteri organizzativi, indicando di norma al 30% la quota di alunni con cittadinanza non italiana e con ridotte conoscenze della lingua italiana iscritti in ciascuna classe. In nessun caso, però, le scuole possono rifiutare l’iscrizione di un minore in ragione del superamento di tale quota.

I dati 2020/2021 ci dicono che le scuole che superano la soglia del 30% sono il 7% e si trovano soprattutto al nord. D’altra parte il 18,5% delle scuole non ha nessuno studente con cittadinanza non italiana e il 17% ne ha tra il 15 e il 30%. Nella maggior parte dei casi (58%) le scuole italiane hanno meno del 15% di studenti con cittadinanza non italiana.

Quali scuole scelgono gli alunni stranieri in Italia

Nell’anno scolastico 2020/2021 poco meno del 92% dei diplomati alla secondaria di I grado (le medie) ha deciso di proseguire gli studi. Di questi l’82,1% si è iscritto a una scuola secondaria di II grado, mentre il 9,5% ha optato per la formazione professionale regionale.

Dai dati emerge che a influenzare la scelta del percorso di studi è soprattutto la valutazione conseguita all’esame di licenza media. Come gli studenti italiani, gli studenti con cittadinanza non italiana scelgono gli istituti professionali quando la votazione conseguita alla licenza media è bassa e i licei quando la votazione è alta.

La differenza tra gli studenti con cittadinanza non italiana e gli italiani sta piuttosto nella votazione stessa: il 61,4% degli stranieri ha conseguito il diploma di secondaria di I grado con una votazione di 6 o 7, mentre la maggioranza degli italiani (64,8%) ha ottenuto il diploma con una votazione uguale o superiore a 8.

Un altro fattore che influenza la scelta del percorso scolastico è il luogo di nascita. Gli studenti stranieri nati in Italia sono più orientati verso gli istituti tecnici e i licei, mentre quelli nati all’estero verso gli istituti professionali e gli istituti tecnici.

Considerando le differenze di genere, i licei sono una scelta più femminile che maschile, mentre vi è una leggera maggioranza maschile nella scelta dei percorsi professionali. Tuttavia, mentre i ragazzi si orientano verso il settore Industria e Artigianato, le ragazze preferiscono il settore dei servizi.

I principali problemi degli studenti stranieri in Italia

studenti stranieri in italia

L’inserimento dei nuovi arrivati

Gli studenti che entrano per la prima volta nel sistema scolastico presentano i bisogni più marcati e urgenti. Oltre alle problematiche di inserimento devono confrontarsi con la conoscenza della lingua, che può rappresentare un ostacolo enorme. Sono queste le percentuali da tenere sotto controllo se si vogliono programmare i necessari interventi di accoglienza e le opportune azioni didattiche.

Mentre l’aumento delle seconde generazioni è un dato costante, gli studenti che entrano per la prima volta nella scuola italiana hanno un andamento instabile, con differenze a seconda degli anni scolastici e dei gradi di scuola. Nell’ultimo anno scolastico gli studenti che frequentano per la prima volta una scuola italiana sono diminuiti di quasi 6.700 unità (-29,5%).

La bassa frequenza e l’alta dispersione scolastica

La regolarità dei percorsi scolastici è un indicatore fondamentale dell’integrazione. La causa dei ritardi scolastici degli studenti stranieri, nettamente maggiore rispetto a quella degli italiani, è spesso riconducibile al precedente inserimento in classi inferiori rispetto all’età, a cui si aggiungono i ritardi relativi alle bocciature e alle non ammissioni.

Il primo biennio della scuola superiore risulta essere cruciale. È nel passaggio tra i 14 e i 16 anni di età che l’incidenza dei ritardi cresce drasticamente (dal 31,9% al 58,6% nel 2020/2021).

Una conseguenza allarmante del ritardo scolastico è senz’altro costituita dall’abbandono della frequenza scolastica. L’esame di questo fenomeno attraverso l’indicatore europeo degli Early Leaving from Education and Training evidenzia che gli alunni con cittadinanza non italiana sono quelli a più alto rischio di abbandono, con il 35,4% nel 2020, a fronte di una media nazionale del 13,1%.

Un ambito educativo in cui la scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana è nettamente inferiore a quella degli italiani è la scuola dell’infanzia. Solo il 74,7% dei bambini stranieri residenti in Italia frequenta la scuola dell’infanzia, contro il 93,7% dei bambini italiani, con una differenza di genere a discapito delle bambine.

Se la scuola dell’infanzia è il primo potente mezzo di inclusione e integrazione (non solo per gli stranieri), la scarsa frequenza dei bambini con cittadinanza non italiana è un’occasione mancata, a cominciare dall’apprendimento della lingua e delle competenze relazionali che facilitano l’ingresso alla scuola primaria.

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Educatore professionale e formatore, ha lavorato in diversi ambiti del terzo settore. Nel suo lavoro mescola linguaggi e strumenti per creare occasioni di crescita personale attraverso esperienze condivise. Per Le Nius scrive di temi sociali e non profit.
4 Commenti
  1. Tiziano Bello

    Ottimo articolo che illustra con numeri e dati la realta' scolastica italiana. Il sistema educativo e' la pietra angolare su cui poggia l'integrazione degli stranieri; ed a tal proposito credo meritino una nota di plauso a tutte le nostre maestre/i ed insegnanti che si trovano ad affrontare e risolvere situazioni educative sicuramente non semplici.

  2. fulvio

    non bisogna però dimenticare che la difficoltà di integrazione degli "stranieri" nel mondo scolastico è in parte dovuta anche all'ostilità da parte degli italiani verso i non italiani. Si è vero che inserire uno studente già cresciuto in una classe di italiani, quindi con piena padronanza della lingua, crea non pochi problemi e rallenta il progredire della classe ma purtroppo una certa ostilità si riscontra anche a livello di scuola materna, che tendenzialmente favorisce gli italiani a discapito degli stranieri. Un peccato perché sarebbe il contesto ideale per sanare il gap culturale. A parer mio diventa urgente combattere in maniera efficace la dispersione scolastica e fondamentale innalzare l'obbligo scolastico sino ai 18 anni. Non basta una legge occorrono anche severi controlli. Si otterrebbe così una formazione anche caratteriale oltre che culturale in "ambiente controllato" con la certezza di diplomare ITALIANI a prescindere dall'origine etnica. E' comunque un processo che darà i suoi frutti, tangibili e sfruttabili, nell'arco di svariati anni. Io non avrei difficoltà ad affidarmi ad un medico di colore od affidarmi ad un avvocato di chiare origini orientali.......solo che per allora sarei ultracentenario. Comunque questa è l'unica via. LA SCUOLA AL CENTRO DI TUTTO

  3. Jenny Menato

    Sono una mamma alla ricerca disperata di un'unica, ma a quanto pare impossibile, risposta! Ho bisogno urgente di sapere, dove e come può essere inserito un ragazzo straniero di quasi 18 anni a scuola. Il giovane è originario del Cile, a dicembre del corrente anno terminerà gli studi nel suo paese; vorrebbe studiare nel ramo della finanza, marketing, amministrazione. Il problema è, che nessuno di coloro che ho contattato fino ad ora( Ministero dell' istruzione, ISISS Marco Minghetti di Legnago, Provveditorato degli studi di Verona) hanno saputo darmi corrette indicazioni,( o, più esattamente, non mi hanno proprio risposto!) a quanto pare non esiste una comparazione tra scuole italiane ed extra europee. Ma allora, uno studente che proviene dall' America Latina, e deve trasferirsi in Italia, non ha alcuna possibilità di continuare a studiare e porre le basi per costruirsi una futura carriera lavorativa? Per favore, che qualcuno cortesemente mi contatti e mi dia indicazioni corrette sul da farsi. In attesa di una risposta, sentitamente ringrazio la Signoria Vostra. Cordiali saluti Jenny Menato

    • Redazione Le Nius

      Buonasera Jenny, noi siamo una redazione di un blog e non ci occupiamo di dare risposte ai singoli casi. Ci sembra che i contatti che hai preso siano indicati, puoi provare a rivolgerti anche ad enti pubblici o associazioni che hanno sportelli legali per le migrazioni sul tuo territorio di residenza. Ti facciamo un grande in bocca al lupo!

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