Storia del Moscow Mule: nato per gioco e senza cetriolo3 min read

29 Marzo 2016 Cucina -

di

Storia del Moscow Mule: nato per gioco e senza cetriolo3 min read

Reading Time: 3 minutes

Il Mulo di Mosca: una combinazione nata a tavolino

Se per il nostro primo incontro avevo deciso di giocarmi l’intramontabile carta del “romanticismo” raccontandovi la storia, per alcuni versi poetica, di uno tra i più antichi elisir maggiormente bevuti e richiesti, beh, tenetevi forte, perché per il nostro secondo appuntamento farò l’esatto opposto.

Non vi parlerò di rimedi naturali contro la malaria, non vi farò sognare con storie legate agli anni del proibizionismo né vi ammalierò con discorsetti finto hipster. Vi racconterò, invece, la storia di uno dei primi cocktail, il Moscow Mule, nato a tavolino negli anni ’40 per esigenze esclusivamente e poco romanticamente economiche di due amici, nonché imprenditori americani, proprietari di due aziende sull’orlo del fallimento. Per la precisione – qualità che insieme alla follia sembra mi descrivano ineccepibilmente – i due signori di cui sopra rispondono ai nomi di John G. Martin e Jack Morgan.

Il primo si dice avesse acquistato i diritti di distribuzione per gli Stati Uniti della vodka Smirnoff, all’epoca molto poco attraente; il secondo, proprietario di un celebre pub di Hollywood il Cock’n Bull sul Sunset Strip, pare avesse investito in una linea di Ginger Beer, che però stentava a decollare. Un pomeriggio, quasi per gioco, provarono a combinarli con del succo di lime fresco: et voilà, ecco che come per magia prese vita il cocktail che nel corso degli anni diventerà una pietra miliare del bartending internazionale: il Moscow Mule. Una combinazione studiata di ingredienti che «scalciava in gola come un mulo» e avrebbe permesso ai due amici non solo di riportare in auge le loro aziende, ma di entrare nella storia come i creatori di uno dei drink più beverini e chiacchierati del momento.

Sentimentalismo, addio! Tecniche di mercato, strategie di vendita, marketing, benvenuti!

Sì, perché come se non bastasse ai due amici se ne unì un terzo, specializzato in utensili di rame, da cui nacque l’idea, con il tempo diventata usanza, di servire il drink nell’ormai nota tazza. A ben vedere fu probabilmente questa l’unica vera rivoluzione: il tipo di servizio. Infatti, rompendo gli schemi con il passato, che voleva che tutti i cocktail fossero serviti in coppe di cristallo, il Mulo di Mosca, l’originale, viene servito in una tazza di rame. A ricordarcelo è uno dei maggiori attori/registi del nostro secolo: Woody Allen, tra i testimonial più celebri di questo cocktail, che apparve nelle campagne pubblicitarie dell’epoca sommerso da tazze di rame.

La pubblicità in cui Woody Allen promuove la vodka Smirnoff e il Moscow Mule

Moscow Mule: la versione di Enzo

Il Moscow Mule, una tra le bevande più dissetanti per eccellenza, probabilmente grazie alla nota pungente dello zenzero, è un long drink dal tenore alcolico per nulla elevato. Pochissimi gli ingredienti previsti dalla ricetta: vodka, Ginger Beer, succo di lime e una fettina di lime fresco come guarnizione. E – Udite! Udite! – nessuna traccia del CETRIOLO! No, non sono impazzito. No, non mi sto inventando strani archibugi atti a sostenere la mia lotta contro questo frutto. La verità è che la ricetta originale non lo prevede. È un errore. C’è chi sostiene che, essendo i cetriolini in salamoia un tipico snack dei bar sovietici che accompagnano spesso i brindisi a base di vodka, sia in qualche modo passata l’idea che il cetriolo, per giunta fresco, rientrasse tra gli ingredienti del Moscow Mule. Poco importa. È assolutamente un falso storico. C’è chi lo serve con Ginger Ale, centrifugato fresco di zenzero e menta. È una variante che sicuramente aggiunge ulteriore freschezza al drink, ma che siano ingredienti ufficiali è una convinzione inesatta.

Insomma, il «vero» Moscow Mule lo si beve in pochissimi bar. Ed è sorprendente se si pensa alla semplicità della ricetta. Così com’è singolare che un drink creato a tavolino per questioni commerciali sia stato tanto strapazzato e male interpretato.

Il mio consiglio, in questo caso, se proprio non volete provare l’ebbrezza di gustare l’originale, è quello di osare con una versione a base gin, ai più nota come Gin Gin Mule. E se guarnizione deve essere, perlomeno che sia fancy. Come una rondella di lime essiccato.

Storia del Moscow Mule: come è nato e come va bevuto oggi

CONDIVIDI

Da bambino, il padre Franco lo portava al bocciodromo dove la sua attenzione fu catturata dalla spuma nera. La favolosa bevanda gasata accese in lui la scintilla: voleva capire cosa ci fosse dietro. Post diploma si dedica all'arte del flair e gira l’Europa tra catering, feste e consulenze per avviamento di locali. Ora gestisce un cocktail bar ma, da appassionato di vecchi film d’animazione, il suo sogno ha già un nome: «Inchiostro e Tempera».
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

TORNA
SU