Sondaggi elezioni Germania 2017 | Si vota32 min read

18 Settembre 2017 Politica -

Sondaggi elezioni Germania 2017 | Si vota32 min read

Reading Time: 24 minutes

18 giugno 2017

Ultimi sondaggi sulle elezioni in Germania del 24 settembre 2017

Brutte notizie per i socialdemocratici dopo gli ultimi sondaggi tedeschi: le rilevazioni per il mese di maggio hanno evidenziato un ridimensionamento dell’Spd di Martin Schulz fermo al 28%; il primo partito tedesco rimane il Cdu di Angela Merkel con ben il 36%, miglior dato dal febbraio dell’anno scorso. Tutti gli altri principali partiti non superano il 10%: Alternativa per la Germania (AFD), dopo l’abbandono della leader storica Frauke Petry, si assesta solo sul 9%; la Sinistra di Die Link segue a breve distacco con l’8,8%, mentre i verdi si confermano al 7%. Il Partito Liberale (FDP), principale alleato storico della Merkel, si conferma in crescita al 7%, con un punto percentuale in più rispetto ad aprile.

sondaggi elezioni germania 2017 mese di maggio
@termometro politico
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Le difficoltà di Schulz

Pochi mesi fa, l’effetto Schulz aveva portato i socialdemocratici sopra il 30% a un passo dal sorpasso del CDU della Merkel. Ma le sconfitte incassate con le ultime elezioni regionali hanno affossato tutto l’entusiasmo iniziale.

In particolare, la sconfitta dell’Spd nella Nordreno-Westfalia ha evidenziato tutti i limiti dei socialdemocratici. La regione è sempre stata una delle roccaforti della sinistra tedesca, ma le ultime elezioni hanno riservato una brutta sorpresa al partito di Schulz: la governatrice uscente Hannelore Kraft ha perso nove punti percentuali rispetto alle ultime consultazioni, fermandosi al 30%; il candidato del Cdu, Konrad Adenauer, ha vinto con il 34% delle preferenze. Fattore determinante nella sconfitta della Kraft è stato il tema della sicurezza. I tassi di criminalità nella regione non sono aumentati sotto la sua direzione, ma episodi controversi come i fatti di Colonia hanno evidenziato criticità nella gestione della pubblica sicurezza.

L’Spd ha cercato inizialmente di giustificare la sconfitta attribuendola a fattori di natura locale senza soffermasi troppo sui risultati. Ma le proporzioni della debacle hanno portato Schulz a riflettere sui temi discussi della campagna elettorale: gli argomenti vincenti su cui il Cdu sta puntando sono stabilità economica, sicurezza e investimenti, punti su cui l’Spd non riesce ancora a stare al passo. Il leader socialdemocratico si è reso conto che puntare sui temi della giustizia sociale non è più sufficiente. Al contrario della Merkel, Schulz non ricopre alcun incarico pubblico utile da sfruttare finestra mediatica e banco di prova per dimostrare le sue capacità di amministratore. L’essere una figura politica nuova lo ha facilitato all’inizio, ma in questa situazione di crisi si sta rivelando un limite nell’affermare la sua immagine di leader capace.

Il successo della Merkel

Il successo nel Nordreno-Vestalia è un chiaro segnale di quanto il partito della Merkel sia in forte ripresa. La regione dopo quarantacinque anni di governo socialdemocratico torna sotto il controllo del centro-destra per la terza volta dalla guerra. Nel suo territorio vivono diciotto milioni di tedeschi, un quinto della popolazione di tutta la Germania, numeri più che significativi in vista delle elezioni di settembre. La Merkel è riuscita confermare nuovamente la propria leadership puntando sui temi della sicurezza e della stabilità, punti su cui i socialdemocratici si sono spesso rivelati spesso inconsistenti. L’entusiasmo della novità scoppiato attorno a Schulz si è consumato presto contro la politica chiara e pragmatica della Cancelliera tedesca.

Altro fattore che può aver influenzato positivamente la Cdu è la vittoria schiacciante di Macron nelle passate elezioni francesi: il programma del nuovo Presidente Francese è ricorda per molti aspetti quello proposto dalla Merkel e proprio la Cancelliera è stata una delle maggiori sostenitrici dell’outsider francese. Sono adesso in molti ad auspicare un nuovo asse franco-tedesco che traini l’Unione Europea dopo la Brexit.

Con i numeri dati dai sondaggi, la storica coalizione liberal-democratica Cdu-Fdp arriverebbe al 43% segnando potenzialmente il ritorno del di centro-destra alla guida della Germania dopo l’esperienza delle “larghe intese” con l’Spd. A poco più di tre mesi dal voto il risultato sembra fortemente indirizzato, ma dopo quanto successo in Inghilterra con la debacle verticale della May, è prudente non sbilanciarsi troppo prima della prova delle urne.

bandiera grunge della Germania
@Nicolas Raymond

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
3 Commenti
  1. Max

    il suicido del popolo tedesco in diretta

  2. ulisse

    Il popolo tedesco è molto disciplinato; gli venne imposto il nazismo e loro lo votarono democraticamente. Gli venne imposto l’unificazione tedesca cavalcando ragioni sentimentali (i fratelli divisi che si riabbracciano, un cuore un’anima…) e loro aderirono democraticamente. La sicurezza in Germania, soprattutto degli ultimi anni, non è più tale e questo lo dicono i tedeschi, i reati nel 2015 sono aumentati, fonte polizia federale, del 31,6% rispetto l’anno precedente e i principali responsabili sono extracomunitari. La frase “mai nella storia i tedeschi sono stati tanto bene” è un puro slogan di propaganda, non solo perché la signora Merkel negli anni ’80, anni di vero benessere per i tedeschi, viveva altrove ma anche perché la realtà tedesca è, tra la gente comune, molto diversa da quella che si vuole mostrare nei media oggi. La notevole differenza, soprattutto rispetto gli atteggiamenti culturali, ad esempio dei mussulmani nei confronti delle donne, e questo anche nella seconda generazione, pone un muro con gli stranieri soprattutto extraeuropei nell’ambito privato come mai si era vista prima. La politica tedesca ha manipolato e censurato l’informazione pubblica, soprattutto dopo gli episodi del capodanno di Colonia, nel tema principe che affligge la Germania (certamente conoscerà il report della fondazione Otto Brenner del 2017 con titolo “Die „Flüchtlingskrise“ in den Medien - Tagesaktueller Journalismus zwischen Meinung und Information“),le “gegenstimmen” (pareri opposti) vengono diffamate e sul quale l’AFD (e mi permetta è di destra ma non estrema; altrimenti NPD cosa sarebbe ?) sta crescendo nei consensi. Rimane da capire se i tedeschi, come disse la sig.ra Merkel nel 2015, riusciranno con il “Wir schaffen das”.

  3. Gastone L.

    "Ugo Volli dà una lettura davvero fuori dal coro, di questa Europa alle prese col fenomeno migranti e con la minaccia del terrorismo. Milano - «Sì, l'essenza vera del fascismo oggi sta nell'islam politico». Grande semiologo (è considerato l'erede di Umberto Eco), critico letterario per importanti giornali di sinistra, ebreo, Ugo Volli dà una lettura davvero fuori dal coro, di questa Europa alle prese col fenomeno migranti e con la minaccia del terrorismo. Professore, cos'è successo in Germania?«Il Paese ha una situazione economica ottima, non vive problemi politici particolari, ma Cdu e Spd hanno perso un quarto dei voti. È una sconfitta grave. Ma cosa è in gioco? Per me è molto chiaro che il punto è l'immigrazione ed è confermato dalla vittoria dell'Afd. Ma protagonisti non sono i partiti, sono gli elettori che hanno punito le forze di governo, come altrove».Un voto di protesta?«Non sono diventati tutti neo nazisti e non lo sono i quadri dell'Afd, che in parte arrivano dalla Cdu. È un voto di preoccupazione su un'agenda che i partiti non vogliono discutere. Come quelli che dicono: Votiamo ora lo ius soli. Strana concezione della democrazia, per cui le scelte decisive non si devono lasciare agli elettori».Malafede o ideologia?«C'è speculazione politica. Chi si oppone all'immigrazione è populista e i populisti sono neonazisti. È la reductio ad Hitlerum di Leo Strauss: chi dice cose che non ci piacciono è nazista. Ma in Italia il sistema politico si è rafforzato quando con Berlusconi sono stati integrati e sdoganati coloro che erano emarginati. Ho dato un'occhiata al manifesto elettorale dell'Afd, hanno una piattaforma liberale, oltre a ostentare una simpatia per Israele che per me è importante. Non bastano uscite folcloristiche o parole mal tradotte».Lei si definirebbe di sinistra oggi?«Io ho fatto il '68, nel Movimento studentesco, prima ero iscritto alla Fgci, poi non ho più fatto politica, la mia ultima tessera è del '72, a 23 anni. Ho avuto una progressiva presa di coscienza, come tanti, sul fatto che dicevamo assurdità, sciocchezze, non capivano niente. Poi ho sviluppato convinzioni progressiste, a lungo ho votato Pci, poi Pd. Oggi non mi identifico».Nelle comunità ebraiche il timore per le forze neofasciste è molto comprensibile.«Io sono un ebreo, molto attaccato alla sua identità. Difendo Israele come sola democrazia del Medio oriente, unico posto in cui donne, omosessuali e minoranze sono libere e in cui c'è spazio per i musulmani che vogliono pregare. La libertà dell'Europa si difende davvero sotto le mura di Gerusalemme. Mio padre fu cacciato da scuola nel '38, mio nonno messo confino, familiari vittime della shoah, mi sono sempre considerato antifascista e non ho alcuna simpatia per il negazionismo. Ma bisogna conoscere i nemici per guardarsene. Chi uccide gli ebrei oggi sono musulmani. E chi difende questo terrorismo sta soprattutto a sinistra».L'islam politico è il nuovo fascismo?«Sì, credo di sì. Organizzazione paramilitare, società organica e non aperta e liberale, odio per la democrazia. Sono caratteristiche che porta in modo sanguinoso quell'islam, ma anche certe organizzazioni di sinistra, che tappano la bocca a chi non la pensa come loro».

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