Sondaggi elezioni Francia 2017 | Ballottaggio Marine Le Pen-Macron22 min read
Reading Time: 17 minutesGli ultimi sondaggi francesi
Ad una settimana dal voto – si vota infatti domenica 23 aprile per il primo turno delle elezioni presidenziali francesi – per gli ultimi sondaggi pubblicati dall’istituto Sofres si aprono nuovi scenari per la corsa all’Eliseo: in testa rimangono saldamente Marine Le Pen e Emmanuel Macron, entrambi appaiati al 24%; con grande sorpresa, il primo sfidante dei due principali contendenti è il candidato della sinistra estrema Jean-Luc Mélenchon, che arriva al 18% scalzando Fillon dal podio; il leader gollista travolto dagli scandali ha infatti subito una brusca frenata al 17%; a debita distanza seguono il candidato socialista Hamon al 9% e gli altri candidati che non superano il 4%.
La rincorsa di Mélenchon
I media francesi stanno attribuendo notevole attenzione al recupero di Mélenchon: in un momento di profonda crisi per la sinistra francese, il candidato “comunista” è tornato fra i favoriti nella competizione per la più alta carica dello Stato. Grazie a una campagna elettorale efficace portata avanti dai giovani militanti di France Insoumise, il suo movimento, Mélenchon ha ribaltato i pronostici mettendo in secondo piano anche il candidato socialista Hamon. Il sorpasso su Fillon nei sondaggi lo ha consacrato per molti come nuovo punto di riferimento per tutta la sinistra francese, l’unico in grado di competere col centrismo di Macron e il populismo di destra della Le Pen.
Mélenchon è un leader carismatico che ha dimostrato di saper reggere il confronto nei dibattiti televisivi, dove si è sempre presentato con un atteggiamento rassicurante e meno combattivo rispetto agli avversari. Padroneggia il sarcasmo in maniera efficace e in più di una occasione questo gli ha permesso di uscire a testa alta da difficili confronti diretti.
Il suo programma rilancia molti temi che le sinistre europee hanno messo da parte negli ultimi anni: propone la riduzione della settimana lavorativa 32 ore (dalle 35 attuali) e un abbassamento dell’età pensionabile a 60 anni; punta molto anche sull’aumento del salario minimo e su una tassazione più elevata sugli stipendi superiori ai 33 mila euro mensili; non ha risparmiato ampie critiche alle banche e al mondo della finanza; attento ai temi dell’energia e dell’ambiente, promuove l’abbandono dell’energia nucleare che attualmente copre circa il 75% del fabbisogno di elettricità francese; per quanto riguarda la politica estera, punta a promuovere una modifica alle regole e ai paletti necessari a restare all’interno dell’Unione Europea e anche nella NATO; chiede una distensione dei rapporti con la Russia e, come la Le Pen, rilancia l’intenzione di dare un nuovo ruolo alla Francia nello scacchiere europeo; al contrario, le sue posizioni sull’immigrazione sono in netto contrasto con quelle promosse da la leader del Front National. Mélenchon promuove inoltre una serie di riforme radicali che puntano a cambiare la Costituzione.
La paura del terzo incomodo: tutti contro Mélenchon
Leggendo molti quotidiani francese, sembra che a una settimana dal voto la preoccupazione più grande degli altri candidati sia quella di mettere un freno alla popolarità crescente di Mélenchon. Il primo a schierarsi apertamente contro il leader di France Insoumise è stato Macron, che lo ha identificato come “rivoluzionario comunista che faceva il senatore socialista quando io ancora andavo all’università” per fare leva sulla sua appartenenza alla classe politica che si è dimostrata incapace di governare la Francia. Parole dure arrivano anche da Fillon:
Credetemi, non sarà col programma comunista di Mélenchon o col ritorno al franco della Le Pen, che l’economia francese tornerà a crescere.
La scalata di Mélenchon ha smosso perfino l’attenzione di Hollande che ha deciso di sbilanciarsi per scongiurare il “pericolo populista”:
Dietro alle semplificazioni, alle falsificazioni, c’è un pericolo, quello di guardare allo spettacolo del tribuno politico piuttosto che al contenuto del suo testo.
Secondo Hollande, nel corso della campagna presidenziale i candidati hanno puntato tutto sulla componente emotiva nel presentare i propri programmi e questo tipo di comunicazione non ha garantito un giudizio coerente sul loro valore effettivo. La “ragione” è stata messa in secondo piano da fattori emotivi non permettendo all’elettore di raggiungere piena consapevolezza. Proprio per questo il suo auspicio è che si punti a un rinnovamento completo, spingendo fra le righe la candidatura di Macron.
L’ultima settimana di campagna elettorale vedrà i candidati impegnati in diverse città francesi e il dibattito verterà principalmente sullo screditare i propri avversari piuttosto che puntare sui contenuti del proprio programma. La scalata di Mélenchon ha spostato l’attenzione mediatica e la paura di un ballottaggio fra formazione estreme non sembra piacere a nessuno.
Elezioni francesi: cinque possibili scenari per il ballottaggio
Lo stesso sondaggio Sofres riporta cinque possibili scenari per il ballottaggio:
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- • Macron vs Le Pen: in questa prima ipotesi sarebbe il candidato centrista ad avere la meglio con il 61% dei voti contro il 39% della leader del Front National
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- • Fillon vs Le Pen: il candidato gollista vincerebbe con il 55% dei voti contro la Le Pen
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- • Fillon vs Macron: Fillon perderebbe sonoramente contro Macron prendendo solo il 34%
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- • Mélenchon vs Le Pen: il leader di estrema sinistra batterebbe la leader di estrema destra col 57% dei voti contro il 43%
- • Mélenchon vs Macron: numeri alla mano, lo scenario più equilibrato fra quelli proposti vedrebbe Macron prevalere con il 53% contro il 47% di Mélenchon.
Guardando i risultati è evidente che la Le Pen, qualora raggiungesse il ballottaggio, sembra essere destinata a perdere contro uno qualunque degli avversari che si troverà davanti. Al contrario, Macron esce vittorioso da tutti gli scontri diretti. Tuttavia, l’approdo di Mélenchon al ballottaggio potrebbe rilanciare ancora di più la figura del leader “comunista” insinuando il vantaggio di Macron. A una settimana dalle elezioni, i giochi per la corsa all’Eliseo si ufficialmente sono riaperti per tre candidati e non è opportuno dare niente per scontato.
GeertWilders4president
Marine le Pen prima? Speriamo. Basta sinistra poverinista.
Ma
Attendiamo con trepidazione la vittoria di Marine in Francia e la cacciata della Merkel in Germania. Tifiamo per gli altri paesi europei dove esiste la democrazia e il popolo può votare...in Italia non si può.
sandro
viva marine le Pen vincerà, l'EUROPA va cambiata è un MOSTRO!